21/9/2018 – Una strada romana larga quattro metri, nei pressi della stazione ferroviaria di Sant’Ilario, con i segni dei carri e lastricata con cura, come lo erano le vie cittadine o o nelle immediate vicinanze dei centri abitati. E’ il ritrovamento più importante compiuto durante la terza campagna di scavi di Taneto, ideata e diretta sul campo dallo studioso reggiano Paolo Storchi per conto della Sapienza di Roma e della Syddansk Universitet di Odense-Danimarca, su concessione della Sopritendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio.
Le prime tracce erano state rilevate già nel 2017, e tra agosto e settembre l’equipe formata da studenti e ricercatori italiani e danesi ha portato alla luce il tratto di strada romana con la pavimentazione in ciottoli locali: un segno che non lascia dubbi sul fatto che proprio lì sorgeva l’antica Tannetum. La conferma arriverà dagli scavi dei prossimi anni, ma ormai si può affermare che la disputa secolare sull’effettiva posizione di Tannetum è risolta.
Notevoli i ritrovamenti anche nello scavo archeologico del fortilizio medievale del Castellazzo, all’interno del podere di corte Rainusso. Sono state trovate le tracce della fine violenza del castello (munito di ben otto torri) a causa di un incendio, ultime testimonianze di una battaglia campale, con numerosi reperti riferibili alla vita quotidiana dell’epoca.
Fra questi, eccezionale il ritrovamento di sette pezzi del gioco degli scacchi dell’anno Mille, nella tipica foggia orientale dell’epoca, tra cui una regina e una pedina decorata con un simbolo solare alpino. Si tratta a quanto pare di uno dei ritrovamenti più importanti nel suo genere effettuati in Italia.
Gli scavi, nati da un’intuizione di Storchi (e cominciati con la ricerca delle tracce di un anfiteatro romano) confermano la rilevanza storica e archeologica dell’area, che potrebbe diventare un vero museo all’aperto.
Un premio non solo per il lavoro compiuto dallo staff di studenti archeologici, ma anche per i cittadini, le associazioni e le Istituzioni locali che sostengono gli scavi con un entusiasmo encomiabile.
La campagna è stata finanziata dai Comuni di S. Ilario d’Enza e Gattatico, dalla Fondazione Far-Studium Regiense din Regguio Emilia, da alcune aziende locali (Italsughero, Autocarrozzeria Capelli, Fondazione Studium Regiense), con l’assistenza tecnica per rilievi e geofisica di GST snc di Marco Camorani e Ra.Ga Ricerca Archeologica e Geofisica Applicata. Particolarmente impegnati il Gruppo Archeologico Val d’Enza e all’Associazione Culturale Tannetum.
Senza dimenticare la raccolta fondi col crowdfunding su internet e che Paolo storchi ha messo a disposizione la somma vinta da Paolo Storchi al programma l’Eredità di Rai 1. Il coordinatore dello scavo ora è tornato in Grecia, dove segue un master di perfezionamento alla Scuola italiana di archeologia di Atene.
Di seguito il comunicato ufficiale conclusivo degli scavi, diffuso oggi con l’approvazione della Soprintendenza.
NOVITÀ SULL’ANTICA TANNETUM
Le ricerche archeologiche di età celtica, romana e alto medievale a Taneto e S. Ilario d’Enza stanno portando al ritrovamento di strutture celtiche, romane e di un castello alto-medievale.
Si è appena conclusa la terza campagna di ricerche archeologiche inerenti lo studio dell’area che ospitò l’antica città scomparsa di Tannetum (RE). La ricerca è stata condotta dalla Sapienza Università di Roma (Direttore di scavo Prof.ssa Luisa Migliorati) in collaborazione con la Syddansk Universitet di Odense -Danimarca- (co-direttore Prof. Jesper Carlsen) e sotto la direzione sul campo del dott. Paolo Storchi (Perfezionamento presso Scuola Archeologica Italiana di Atene, SAIA), su concessione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara (Soprintendente dott.ssa Cristina Ambrosini, Funzionario Archeologo dott.ssa Monica Miari).
Le ricerche del 2018 hanno interessato tre aree.
Nella prima, posta lungo la ferrovia Milano-Bologna, nel Comune di Gattatico, a sud-ovest del paese di Taneto è stato rinvenuto già nel 2016 un campo che presentava abbondante materiale ceramico e una fibula databile alla tarda età del ferro e riconducibile a cultura Celto-Ligure. Gli scavi hanno attestato il danno causato da secoli di anni di arature e lavori agricoli.
Questi interventi hanno sconvolto le stratificazioni lasciando solo sottofondazioni di strutture in materiale deperibile; poiché si tratta dell’unico ritrovamento consistente nell’area di tale cronologia, può essere ipoteticamente ricollegato ai racconti dei grandi storici Polibio e Livio che ci parlano nel 218 a.C. di Tannetum come di un villaggio celtico che ospitò una guarnigione militare romana in difficoltà, negli anni della discesa di Annibale in Italia.
Il secondo sito si trova nel Comune di S. Ilario d’Enza nei pressi della stazione ferroviaria.
Alcune notizie Ottocentesche e scavi degli anni Settanta del Novecento riportano scarne notizie del rinvenimento di ciottolati stradali romani nella zona, in un areale che si ritiene fra i più probabili siti dove collocare la città romana di Tannetum, scomparsa con la crisi della tarda antichità.
Lo scavo 2018 ha rivelato una strada romana finora sconosciuta che corre in direzione N-S. Risulta larga oltre 4 m e reca il segno del passaggio dei carri; è inoltre pavimentata con ciottoli fluviali disposti con cura, cosa che, nell’antica Aemilia ma anche in tutta la Cisalpina, è tipica solo delle strade urbane oppure dei tratti immediatamente fuori dalle città.
Un ritrovamento importante perchè ci fornisce la certezza di essere nell’immediata prossimità di Tannetum, se non all’interno della città. Solo i prossimi anni di ricerca potranno fornire ulteriori dati.
Scoperte interessanti provengono infine dall’apprestamento fortificato medievale noto come “il Castellazzo”.
Nella Campagna 2017 era stata portata alla luce una torre (una di ben 8, stando alle fonti) e parte delle mura di questo fortilizio noto dal Settecento ma mai scavato stratigraficamente. La grande novità dell’anno scorso era stata l’individuazione della probabile fase fondativa della struttura all’850 d.C. circa, datazione effettuata in base ad alcune analisi al Radiocarbonio su pali che verosimilmente erano stati inseriti nel sottosuolo argilloso al fine di stabilizzare il terreno e renderlo atto a sostenere una struttura consistente come quella di cui stiamo parlando. Se i prossimi anni di ricerca confermeranno tale indice cronologico, si tratta di uno dei “castelli” più antichi in assoluto.
Quest’anno le ricerche si sono invece concentrate sulle fasi di distruzione della struttura, le sue ultime fasi di vita, e si è quindi scavato all’interno della torre. Sigillati sotto uno strato di crollo delle strutture sono emersi gli ultimi contesti abitativi e tracce di una fine violenta conclusasi con un probabile incendio.
Sono stati recuperati reperti riferibili alla vita quotidiana, come frammenti di vasi o perline per collane, una moneta d’argento che, come una rinvenuta lo scorso anno, si data al regno di Ottone III (Imperatore del Sacro Romano Impero dal 996 al 1002 d.C.), armi (una punta di freccia, un puntale di lancia, un elemento in osso per balestra), come prevedibile in una struttura militare, e il rinvenimento di eccezionale interesse di 7 pedine da gioco raffinatamente lavorate, in avorio o corno, sostanzialmente integre (cui vanno aggiunte alcune pedine frammentarie).
Molte di queste pedine possono essere ricondotte al gioco degli scacchi che fece il suo ingresso in Europa solo nel IX secolo attraverso la mediazione dei mercanti arabi.
Gli studi sono solo agli inizi: si potrebbe trattare di uno dei ritrovamenti di tale tipologia più antichi e abbondanti numericamente avvenuti in Italia fino ad oggi, senza contare che lo scavo della torre verosimilmente proseguirà nei prossimi anni, con la speranza di accrescere ulteriormente la consistenza di tale rinvenimento.
Si stanno ricostruendo pian piano pezzi di Storia. Bellissimo dal punto di vista dell’Archeologo e Topografo antichista, ancora di più nel vedere tutto il sostegno e l’entusiasmo che istituzioni, aziende locali e la comunità intera manifestano verso queste ricerche: l’archeologia conferma ancora una volta un’importante ricaduta anche dal punto di vista sociale.
La missione archeologica di Tannetum, operante dal 2016 e nata dalle ricerche di dottorato di Paolo Storchi presso la Sapienza Università di Roma, ha portato in questi anni risultati davvero importanti che sono stati editi su diverse riviste scientifiche internazionali (Agri Centuriati, Scienze dell’Antichità, Fold&R) mentre le ricerche sono state presentate a vari convegni e su riviste di divulgazione scientifica (Archeologia Viva).
La presente campagna è stata finanziata dai Comuni di S. Ilario d’Enza e Gattatico e da alcune aziende locali (Italsughero, Autocarrozzeria Capelli, Fondazione Studium Regiense), con l’assistenza tecnica per rilievi e geofisica di GST snc di Marco Camorani e Ra.Ga Ricerca Archeologica e Geofisica Applicata; un particolare ringraziamento va al Gruppo Archeologico Val d’Enza e all’Associazione Culturale Tannetum. Una curiosità: gli scavi 2018 sono stati possibili anche grazie a un crowdfunding popolare e all’utilizzo della vincita di Paolo Storchi al programma L’Eredità di Rai 1.
Paolo Storchi
Perfezionamento SAIA, direttore sul campo della missione archeologica di Tannetum
Giovanni Maria
21/09/2018 alle 16:56
Tanti complimenti a REGGIO REPORT per l’attenzione costante a tutti gli
avvenimenti culturali della nostra zona.
Bravissimo il giornalista Ghiggini ,sempre preparato e attento a tutti
questi ritrovamenti di grande interesse.
Mille grazie al Dottor Paolo Storchi ed a tutti i ragazzi per queste
importanti scoperte.
Paolo Storchi
22/09/2018 alle 09:56
Grazie mille, Giovanni!
Poli
21/09/2018 alle 21:46
Beh, se continueranno a scavare, troveranno di tutto. L’ importante e’ lastricare di pavimento trasparente la pavimentazione, e continuare la ristrutturazione della stazione.
Paolo Storchi
22/09/2018 alle 09:57
Grazie, sig. Poli, in effetti la speranza è di poterla musealizzare. Il Comune è molto disponibile. Vedremo!
Roberto Cassano
23/09/2018 alle 17:27
Complimenti per i ritrovamenti dei pezzi degli scacchi; mi permetto di segnalare questo mio articolo https://unoscacchista.com/2017/07/17/scacchi-islamici-forme-astratte-per-cinque-secoli/. Sarà bellissimo se la musealizzazione prevedesse anche la visione degli antichi pezzi degli scacchi: sarebbe la prima al mondo!
Paolo Storchi
23/09/2018 alle 22:04
Caro Roberto, la ringrazio moltissimo per i complimenti che ci fa e la segnalazione dell’articolo. L’idea di musealizzare tutto c’è, con grande disponibilità di tutte le parti in causa…dovremo riuscire a trovare i finanziamenti o qualche mecenate. Speriamo di farcela!
Paolo Storchi
24/09/2018 alle 15:27
Gentile Roberto, grazie per le belle parole e per l’articolo che leggerò con grande interesse. Il progetto di musealizzare c’è, speriamo di riuscire a farcela!
Carlo Baldi
25/09/2018 alle 08:11
Bravo Paolo e la tenacia con cui continua le sue ricerche. Valorizziamo questo giovane ricercatore concittadino che dà continuità all’opera del Chierici , scoprendo le radici del nostro territorio .
Paolo Storchi
25/09/2018 alle 10:21
Grazie, carissimo Carlo. A te, in primis, e anche a FAR Studium Regiense. Senza di voi, non sarei mai riuscito a portare avanti queste iniziative!
Grazie di cuore e a presto!
Daniele
14/03/2019 alle 12:59
Buongiorno, chiedo cortesemente un’informazione: è possibile visitare gli scavi?
Paolo Storchi
31/03/2019 alle 12:48
Caro Daniele, purtroppo no. Non avendo tanti fondi a disposizione per il restauro e la copertura delle strutture, siamo sempre costretti a scavare, trovare cose anche molto belle, e poi, con la morte nel cuore, ricoprire il tutto di terra, in modo che le intemperie e gli agenti atmosferici non danneggino i ritrovamenti. Stiamo però lavorando per costituire presto un parco archeologico. Alcune aziende private stanno comprendendo l’importanza dei ritrovamenti e ci stanno aiutando (oltre ai Gruppi Archeologici di Sant’Ilario e Associazione Tannetum, e ai Comuni di Gattatico e Sant’Ilario vanno menzionati FAR Studium Regiense, la Carrozzeria Capelli, la famiglia Salati di Mondo Verde, Camorani SNC, Ra.Ga, Agriturismo Arco Antico Italusughero e, ultimo aggiunto, ma con un consistente aiuto: Clevertech). Se riusciamo a trovare qualche altro finanziamento, il sito archeologico sarà presto realtà!
Elvira
08/11/2019 alle 12:17
Gentile dottor Storchi, ritiene possibile che il tratto di strada possa appartenere a una via di collegamento tra la via Postumia e la via Emilia? Sto cercando informazioni sulla via Bradiacense che in alcuni casi viene indicata come sinonimo di Postumia nei pressi di Bedriacum e in altri come una vera e propria via indipendente di collegamento tra le due. In lavori non accademici rinvenuti nel web ho potuto verificare che il tracciato partirebbe da Bedriacum, attraversando Brescello, per raggiungere l’Emilia proprio a Tannetum, ma non ho rilevanze ufficiali.
La ringrazio in anticipo per la sua risposta.
Aracely
19/09/2022 alle 07:38
Hola tengo una piedra con una,escultura de rostro