25/9/2018 – Alleanza Civica – il gruppo consiliare nato da Grande Reggio e Progetto Reggio – apre la sua riflessione politica in vista delle elezioni amministrative del 2019. Lo fa con un’assemblea pubblica in programma giovedì 27 settembre, alle 20.45, negli spazi dello Showroom&Academy della Prati group, a Bosco di Scandiano (in via Prandi,6).
Alleanza Civica lancia un appello unitario a tutte le forze di opposizioni, tuttavia è disponibile ad accordarsi con uno dei poli maggiori, centro-destra e Cinque Stelle: l’obiettivo è disarcionare il Pd dal governo di Reggio Emilia. Se non andasse in porto alcuna intesa, Alleanza civica è comunque pronta a correre da sola.
In previsione di questo appuntamento la consigliera in Sala del Tricolore Cinzia Rubertelli ha stilato un documento come punto di partenza della riflessione della serata. Ecco alcuni passaggi del documento.
“LA PREMESSA POLITICA – Questa città, per mantenere il suo livello di benessere e risolvere i sempre più numerosi problemi, ha bisogno di una svolta. Questo lunghissimo governo del Pd ha portato, tra l’altro, al crescere di incrostazioni di potere burocratico, politico ed economico, intrecciati tra loro e spesso alimentanti veri conflitti di interesse, che stanno frenando – insieme a una mancanza di visione sul futuro – il progresso e il rilancio della città. Una situazione, questa, ancor più evidente negli ultimi anni, che ha soffocato talenti e intelligenze, osteggiato dialettica e confronto, in ossequio al pensiero unico targato Pd, della serie “O sei come me o sei contro di me”.
LE ALLEANZE – Sarebbe necessaria l’unione di tutte le forze di opposizione per scalzare un potere che resta forte, soprattutto per gli infiniti tentacoli che lo alimentano, ma le logiche nazionali finiranno inevitabilmente per prevalere e al richiamo nazionale si adegueranno le forze politiche tradizionali.
Eppure la nostra città ha bisogno di sempre più civismo, i consiglieri civici sono “obbligati” ad occuparsi dei problemi cittadini, non avendo traguardi regionali o nazionali da raggiungere, né parole d’ordine ideologiche da difendere. Certo è più facile una politica urlata, ricca di slogan, che il quotidiano lavoro sui problemi, ma vincere serve a poco se non si sa dove si vuole andare. Il governo della città dovrebbe essere una paziente opera di ascolto e di rammendo, oltre a uno sguardo alto che tenga conto del mondo dove la nostra città è inserita, soprattutto grazie alle sue imprese, ma non solo. Invece, oltre alla mancanza di idee, domina un provincialismo, frutto anche dell’opacità e dell’inadeguatezza politico-amministrativa.
I TEMI -Parecchie questioni fanno riflettere. Com’è possibile che abbiamo uno dei più grandi processi per mafia con oltre cento imputati e richieste per migliaia di anni di carcere e nessuno si è accorto di nulla? Come hanno potuto i mafiosi costruire case, impiantare attività industriali e commerciali, senza che nessuno si accorgesse di nulla? Chi ha concesso permessi e licenze? Come hanno potuto fallire cooperative importanti, con perdita del lavoro e dei risparmi da parte di tanti cittadini ed aziende pubbliche come le Fiere, senza che fosse individuato un responsabile? E’ questo velo di opacità, consociativismo, silenzio, compresi quelli del sindaco Vecchi rispetto alle domande sulle sue vicende personali, che va sollevato”.
“Vi sono temi importanti come la sicurezza, che non possono essere affrontati o negandoli come fa il Pd o confinandoli solo nell’ ambito dell’ordine pubblico come fa la Lega, la sicurezza è anche legata al poter esercitare diritti spesso negati, come quello alla salute, ormai sempre più a pagamento, alla sicurezza sul lavoro, alla lotta al lavoro nero, al decoro della città, ai diritti di anziani e bambini, che abbiamo visto essere anche da noi talvolta calpestati. Ci diranno che bisogna dare un voto utile. Utile a chi? Il vero voto utile è quello dato a chi dimostra di impegnarsi ogni giorno per il bene comune, come hanno fatto gli eletti civici”.
“Non abbiamo la presunzione di governare la città da soli, ma possiamo garantire che lavoreremo per costruire alleanze che abbiano al centro Reggio Emilia e non siano guidate da obiettivi personali o nazionali – sottolinea Rubertelli – Se questo non sarà possibile chiederemo ai cittadini di darci maggior forza per continuare il nostro impegno quotidiano perché di certo non diserteremo l’impegno istituzionale, come altri il giorno dopo le elezioni, qualunque sia il risultato”.
Maria Giulia
25/09/2018 alle 22:55
Idee in libertà Essere curati e assistiti al momento del bisogno,accedere ai servizi pubblici, all’istruzione,alla formazione al mondo del lavoro.
Vivere dignitosamente non sopravvivere.
Il non garantire appieno queste indicazioni creano delle “barriere architettoniche”che rappresentano un simbolo della impotenza non solo per impedire l’accesso ad un edificio, ma sanciscono l’esclusione dalla fruizione di un diritto dato per scontato.
Le “barriere architettoniche” rivestono un ruolo simbolico oltre che reale rimuoverle significa superare ostacoli non solo fisici.
”I diversi significati che diamo al termine “barriere architettoniche” oggi è intesa in senso negativo , non più come una tragica fatalità ma una MALAPROGETTAZIONE ,incompetenza,scarsa professionalità
L’eccellenza dei servizi di cui Reggio può dirsi ancora fiera ha bisogno di un ripensamento in relazione alle” nuove realtà “in contrapposizione con le” vecchie necessità” sia quelle emergenti sia quelle che si sono consolidate in questi ultimi anni.
Forse non avremo nel futuro immediato la possibilità di accontentare tutti e quindi riveder le nostre eccellenze.
Ripensare e definire e ri-definire i LIVELLI MINIMI DI ASSISTENZA in campo sanitario in modo che la coperta già piuttosto stretta non tiri solida una parte
Ricordiamo che le classi deboli nella nostra città non sono solo” i cittadini di Italia e del mondo” ma anche e soprattutto le fasce deboli dei nostri con-cittadini