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Scavi archeologici a Taneto: scoperte due tombe romane, tracce del villaggio gallico

di Pierluigi Ghiggini

28/8/2017 – Due sepolture molto antiche, quasi certamente di tarda epoca romana, sono venute alla luce a Taneto di Gattatico nel campo detto della Bertana, dove già l’anno scorso si era scavato alla ricerca delle tracce materiali di un anfiteatro la cui pianta è delineata dalle ombreggiature di una vecchia aerofotogrammetria. E’ certamente la scoperta più interessante e anche inaspettata di questi primi giorni della seconda campagna internazionale di scavi a
Taneto di Gattatico (l’antica Tannetum romana), che andrà avanti sino al 10 settembre. Campagna  progettata e diretta sul campo dallo studioso reggiano Paolo Storchi e alla quale partecipa una equipe di studenti e archeologi della Sapienza di Roma e della Syddansk Universitet di Odensa. La direzione scientifica è di Luisa Migliorati della Sapienza e J. Carlsen di Odense, con la sorveglianza della Soprintendenza Archeologica di Bologna.
Il “campo” si è aperto sotto i migliori auspici: già lunedì scorso, primo giorno di scavi, Storchi ha portato alla luce la prima tomba romana a soli cinquanta centimetri di profondità, con il teschio e lo scheletro di un uomo adulto. A un paio di metri di distanza, poi,  è emersa una seconda tomba tanto da far ipotizzare l’esistenza di un sepolcreto.

Lo scavo della tomba, si ritiene di tarda epoca romana, rinvenuta nel campo della Bertana a Taneto.

Lo scavo della tomba, si ritiene di tarda epoca romana, rinvenuta nel campo della Bertana a Taneto.

Ma è bene precisare che per ora si i tratta di ipotesi da verificare puntualmente in sede di esame dei reperti e soprattutto con successive campagne di scavo (questa in corso terminerà il 10 settembre).

Particolare del teschio di Taneto

Particolare del teschio di Taneto

I chiodi potrebbero essere quanto resta di casse in legno, oppure segni di martirizzazione. Ma è assai più probabile un loro significato apotropaico di protezione rituale del defunto, e ciò confermerebbe la piena appartenenza delle sepolture all’epoca romana.

Lo scavo al Castellazzo di Corte Rainusso

Lo scavo al Castellazzo di Corte Rainusso

Sono numerose, infatti, nell’area capitolina le tombe di epoca imperiale (I-II secolo dopo Cristo) in cui i chiodi facevano parte dei corredi funerari, insieme a piccoli vasi, a lucerne per rischiarare la via dell’aldilà e alla tradizionale moneta per pagare Caronte (come usa ancora oggi in diverse parti d’Italia).
Interrogato in proposito, Storchi è chiaramente soddisfatto, ma molto cauto e rinvia alle successive indagini sui nuovi reparti scavati a Taneto. Un fatto, tuttavia è certo: le tombe sono reali, non una semplice ipotesi di studio. Comunque una scoperta soprendente perchè non si ha alcuna testimonianza scritta su un cimitero nell’area della Bertana. D’altra parte – sottolinea l’archeologo – in altre situazioni, come a Palermo, si è accertato che l’anfiteatro caduto in disuso fu riutilizzato in vari modi, anche come “città dei morti”.

L'equipe italo danese che scava a Taneto di Gattatico

L’equipe italo danese che scava a Taneto di Gattatico

Lo scavo continua alla ricerca di strati strutturali dell’anfiteatro di Taneto, ma già il ritrovamento delle sepolture è bastato a galvanizzare l’equipe di otto italiani e quattro danesi, assistiti dai volontari del Gruppo storico archeologico della val d’Enza, al lavoro in ben cinque punti diversi di scavo, sotto un sole cocente e con la fatica moltiplicata dalla siccità che ha inaridito il terreno e rende difficoltoso anche il più piccolo scavo.
L’intervento più impegnativo è al Castellazzo, nel cuore della stupenda Corte Rainusso, dove secondo le carte del Settecento sorgeva una fortificazione con ben otto torri.

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E’ stato riaperto lo scavo della prima torre condotto negli anni Cinquanta, e contemporaneamente si procede a sondaggi per individuare i resti di altre strutture. L’obiettivo è arrivare a una datazione certa della fortificazione (non si sa ancora se di tarda epoca romana o altomedievale) attraverso l’analisi dei reperti venuti alla luce, e possibilmente a ritrovare il pavimento della torre.

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Ma le sorprese non sono finite: il programma di scavi comprende anche sondaggi per individuare il villaggio gallico che secondo Polibio e Tito Livio aveva preceduto la città di Tannetum. Contemporaneamente si cercano tracce anche dello stesso insediamento romano, sulla cui effettiva posizione è nota la contesa tra Gattatico e Sant’Ilario.
Ebbene, nello scavo in corso in un’area chiusa tra la linea ferroviaria, il ponte stradale di Sant’Ilario e la tangenziale di Taneto, in un punto in cui la campagna della Val d’Enza è affollata di svincoli, arterie e sopravrappassi come se fosse Los Angeles, in questi giorni vengono rinvenuti numerosi frammenti di ceramica depurata, di cui almeno tre sono del tutto simili a ceramiche del terzo secolo avanti Cristo, vale a dire in piena invasione celtica della Pianura Padana, ritrovate nella città di Spina.
Notevoli, anche se tutti da studiare, i diversi strati carboniosi emersi nello stesso sito, forse ombre delle strutture e della vita quotidiana di un antico villaggio.

Quanto emerge della torre del Castellazzo

Quanto emerge della torre del Castellazzo

Infine, al di qua della ferrovia davanti alla stazione di Sant’Ilario, vengono  alla luce degli acciottolati ritenuti di grande interesse. Sono i resti di una strada romana? Forse, ma è solo un’ipotesi da suffragare interrogando ancora la terra. Rilevante il fatto che alla fine dell’Ottocento il grande Gaetano Chierici scavò proprio in quell’area un’antica strada est-ovest, parallela ai binari della Milano-Bologna. L’acciottolato venuto alla luce potrebbe essere – ma non è detto – un cardo nord-sud che si incrociava con la strada del Chierici. Forse la città romana era proprio lì.

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Insomma, la carne al fuoco a Taneto è davvero tanta: «Al momento i risultati sono soddisfacenti – afferma Paolo Storchi – anche se sono del tutto preliminari: serviranno mesi di studi per arrivare a formulare ipotesi compiute. Intanto dobbiamo registrare l’entusiasmo che coinvolge l’intera equipe di scavo e gli stessi cittadini di Sant’Ilario e Gattatico che ogni giorno vengono a decine a chiedere informazioni e a visitare il sito. Questo per noi è già un bel risultato».

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2 risposte a Scavi archeologici a Taneto: scoperte due tombe romane, tracce del villaggio gallico

  1. carlo Rispondi

    31/08/2017 alle 13:13

    Bravo Ghiggini per aver evidenziato con cura il lavoro pregevole che il giovane archeologo reggiano Paolo Storchi sta facendo. Ho potuto constatare di persona il successo di tale iniziativa ed il duro lavoro degli archeologi. Avremo come FarSR ospite il dott. Paolo Storchi in un Caffè del Giovedì del prossimo autunno.
    Carlo Baldi

    • Paolo Storchi Rispondi

      19/09/2017 alle 15:18

      Grazie di cuore del sostegno, Carlo! Tuo e di FarSR!
      Sarò molto felice di tenere la conferenza sull’antica Regium e, più avanti, se vorrete, illustrerò gli importanti risultati della campagna di scavo Tannetum 2017 che senza il vostro aiuto non si sarebbe potuta realizzare!

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