04/02/2017 – E’ arrivato il terzino sinistro che la Reggiana cercava. Pedrelli era il prescelto, ma le sue difficoltà a livello fisico hanno costretto la società a dirottarsi altrove, anche perché Giron e Panizzi non sembrano all’altezza delle aspettative, almeno in qualità di prime scelte, mentre sono perfetti come primi cambi in caso di assenza del titolare. Sergio Contessa è un giocatore che un po’ ricorda Daniele Mignanelli, per le caratteristiche in fase di spinta e in questo momento è forse l’unica cosa che manchi davvero alla Reggiana.
“Mi ha convinto il fatto che sia direttore che l’allenatore mi volessero qui – ha spiegato il nuovo fluidificante granata ieri in conferenza stampa – Sono andato via da Lecce per trovare un progetto che mi rendesse importanza e mi concedesse maggiore continuità. Questa rincorsa verso la B della Reggiana non sarà facile, ma speriamo che col mio aiuto si possa concretizzare”.
Ti hanno chiamato qui per vincere il campionato?
“Noi dovremo provarci, questo è scontato: è ovvio che con quei punti da recuperare sarà difficile fare programmi a lungo termine, dovremo quindi cercare di far risultato domenica dopo domenica, per rincorrere le squadre che sono sopra di noi”.
Quali sono le tue caratteristiche?
“La corsa, il cross di sinistro e la capacità di fornire assist per gli attaccanti. Mi hanno detto sempre nella mia carriera che la fase difensiva era uno dei miei punti deboli, ma credo sia relativo, visto che le squadre che sfruttano bene il possesso palla e sono ben organizzate, sopperiscono i difetti dei singoli, appunto grazie al collettivo”.
Potresti giocare anche a destra?
“Non ci ho mai giocato: la sinistra è la mia corsia preferenziale”.
Come sono andati i primi allenamenti con i nuovi compagni?
“Molto bene, conoscevo Sbaffo, ma anche gli altri ragazzi mi hanno inserito benissimo; basti pensare che mi hanno portato a mangiare i tortellini la prima sera che sono arrivato”.
Sbaffo lo avevi sentito prima del tuo arrivo a Reggio?
“Mi ha chiamato nella mattina in cui si è concretizzato il trasferimento, quando poi ho sentito l’ultima volta il direttore. “Ale” era molto contento del mio arrivo alla Reggiana”.
Ti sei pentito di non aver accettato prima la proposta dei granata?
“Sono cresciuto a 35 chilometri da Lecce, quindi la mia era una questione di appartenenza, oltre all’importanza della piazza. E’ stata una scelta di cuore: col senno di poi potrei dire di aver optato per la soluzione sbagliata, ma non me la sento di dirlo, visto che, alla fine, ho vissuto sei mesi positivi, che mi hanno aiutato a crescere”.
Reggio Emilia non è Lecce, l’ambiente è caldo, ma non così tanto: questo credi sia un punto di forza o di debolezza?
“Credo non ci siano grosse differenza fra Reggio e le piazze calde del sud. Il calcio è cambiato e anche in meridione non ci sono le piazze calde degli anni ’90. Credo sia un po’ più facile giocare qui senza eccessive pressioni, ma non faccio caso a questo”.
La concorrenza non ti spaventa?
“Fa parte del gioco, è un motivo in più per continuare a dare sempre il massimo. Ora devo dare tutto per ripagare la fiducia dell’allenatore che mi ha voluto”.
Come hai visto questa Reggiana, malgrado i punti che la distanziano dalla vetta?
“E’ una squadra molto competitiva, ma dobbiamo ragionare di partita in partita; fare considerazioni a lungo termine rischia di farci perdere concentrazione sull’obiettivo della domenica dopo”.
A proposito di domenica, la tua prima gara sarà il derby col Modena, meno sentito di quello col Parma ma…
“Di derby ne ho vissuti diversi in Campania e ogni derby è una partita speciale. Noi ci teniamo, ci tiene la gente e quindi daremo il massimo per portare a casa il risultato pieno”. (L.C. da La Voce di Reggio )