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Smog, l’allarme di Ganapini: “A Reggio respiriamo aria cancerogena. Pensiamo ai nostri figli”

di Pierluigi Ghiggini
4/1/2016 – «E’ il momento di dire: ragazzi, svegliamoci e pensiamo al futuro dei nostri figli». Walter Ganapini, esperto ambientale di fama nazionale, già assessore all’emergenza rifiuti in Campania, membro onorario del Comitato scientifico dell’ Agenzia europea dell’ambiente, lancia l’allarme sullo situazione di Reggio Emilia e della Pianura Padana: «L’aria che respiriamo è tra le peggiori del pianeta. Tre anni fa lo Iarc di Lione ha inserito l’aria della Pianura Padana tra i cancerogeni ufficialmente riconosciuti. Cos’altro deve accadere per intervenire?».

Walter Ganapini

Walter Ganapini

Ganapini, come considera la situazione dell’inquinamento atmosferico a Reggio Emilia e nella Pianura Padana?
Io non mi sono mai sentito allarmista, però oggi mi sento in dovere di esserlo.
Perché?
Le fotografie dal satellite che mostrano la cappa di smog su tutta la Pianura Padana sono semplicemente spaventose. Non sono da meno i rilevamenti sull’intensità dell’inquinamento. Anche qui vengono in soccorso le foto satellitari, ma se qualcuno volesse sostenere che in questi anni qualcosa è cambiato, dovrebbe prima leggere gli ultimi  rapporti di Ispra: registrano un numero esorbitanti di sforamenti delle Pm10, nel 2014 e anche nella prima parte del 2015 in Emilia (province di Parma,di Reggio e in parte di Modena), in Lombardia, in Veneto e a Torino.

Foto da satellite: in rosso le aree suropee più inquinate. Spicca la pianura Padana

Foto da satellite: in rosso le aree suropee più inquinate. Spicca la pianura Padana

Sono gli ultimi dati disponibili. Da 15 anni sappiamo che la Pianura Padana è una delle quattro zone dove si respira l’aria peggiore del mondo.  Cosa si aspetta a intervenire? Che la situazione sfugga a ogni possibilità di recupero? E chi dice che non siamo già a quel limite? L’opinione pubblica mondiale non sa che di recente ai poli sono state registrate temperature anche di 30 gradi superiori alle medie secolari. Cos’altro deve accadere per far aprire gli occhi a noi tutti?
Restiamo in Emilia, Ganapini: cosa può fare da sola una città, e cosa possiamo fare come persone, nel nostro piccolo?
Non se ne viene fuori se non si assume in tutta la potenza  il messaggio morale, non teologico della Laudato Si. Come ha detto papa Francesco, dobbiamo  ascoltare l’urlo di sofferenza della Terra. E  anche quello di milioni di persone che si ammalano e muoiono a causa dell’inquinamento fuori controllo.

In rosso le aree del mondo con l'aria peggiore

In rosso le aree del mondo con l’aria peggiore

Può citare qualche dato?
Tre anni fa lo Iarc di Lione, istituto riconosciuto come un’autorità mondiale, ha inserito l’aria padana tra i cancerogeni ufficialmente riconosciuti. Ma nessuno ha reagito, non è avvenuto nulla.
Ciò significa che respirare l’aria dell’Emilia può provocare il cancro?
Chiunque lo affermi dice solo la verità. Ed è vero soprattutto per il parametro delle polveri fini o sottili, su cui si è concentrata la ricerca negli ultimi due decenni. Sono particelle  che arrivano direttamente agli alveoli polmonari: parliamo soprattutto delle Pm 2,5 che hanno effetti devastanti sui polmoni e entrano direttamente nel sangue.
Ma quando lo Iarc ha rivelato i suoi studi, l’Italia ha reagito col decreto Sblocca Italia lanciando un nuovo programma di strade e  di nuovi inceneritori nella Pianura Padana. Abbiamo costruito quello di Parma, quello di Torino e se ne prevedono altri.  Quello  delle emissioni addizionali, anche se rispettose dei limiti di legge, è diventato un tema caldissimo che non dovrebbe essere delegato a poveri comitati o ai cittadini particolarmente sensibili, ma dovrebbe impegnare tutti noi.

La cappa di smog sulla Pianura Padana. Foto da satellite

La cappa di smog sulla Pianura Padana. Foto da satellite

Torno a ripetere, può citare qualche dato?
L’ultima scoperta è di due mesi fa, e sul piano scientifico è esplosiva. Una ricerca pubblicata su Nature ha rivelato come dall’esame post mortem di centinaia di cervelli di malati di Alzheimer, sia emersa una concentrazione di particelle metalliche inimmaginabile sino a ieri.
E non più tardi di dieci giorni fa è uscita una ricerca italiana coordinata dall’Università di Torino: dagli esami su 1.200 bambini di diverse aree urbane italiani, sono stati riscontrati danni genetici. Ecco un’altra cosa che non avremmo mai voluto vedere.
Torniamo alla domanda chiave: cosa si può fare, qui e subito?
Avremmo bisogno di un ministro dell’ambiente che si riunisse spesso con i governatori dell’area padana e valutasse in corso d’opera la situazione, i cambiamenti e i provvedimenti necessari. E naturalmente bisogna rivedere tutte le politiche sulla scala locale.
In proposito, cosa pensa dei provvedimenti di blocco del traffico?
Non servono a nulla. Un palliativo per ottenere un miglioramento di qualche punto percentuale solo per un giorno.
Secondo l’ultimo rapporto dell’ agenzia europea dell’ambiente, nel 2014 le fonti di Pm 2,5 sono state per il 56 % le abitazioni, il riscaldamento domestico, le istituzioni e i servizi. Per il 13% i trasporti su strada e solo per il 2% quelli non stradali. Il 7% delle Pm 2,5 deriva dall’energia a uso dell’industria, il 10% dai processi industriali e produttivi, il 5% dall’agricoltura. Aggiungiamo pure  che tra le prime venti città al mondo per incidenza delle biciclette, neppure una è italiana. No, mi spiace, non siamo più i primi delle classe, se mai lo siamo stati. E per la prima volta il tema è: ragazzi, svegliamoci e pensiamo al futuro dei nostri figli.

REGGIO EMILIA E’ NEL CUORE DEL DISASTRO

Se la Pianura Padana ha l’aria cancerogena, una delle peggiori in Europa e al Mondo, Reggio Emilia si trova nel cuore di questo disastro ambientale. E’ chiaro che da sola Reggio non può risolvere la situazione, ma può fare molto, anche spingendo con forza verso provvedimenti nazionali ed europei capaci di far risalire la china.
Ganapini, cosa si deve fare a Reggio Emilia?
E’ chiaro che la nostra sorte non può essere slegata a quella delle altre città, dei milioni e milioni di persone che tra Emilia, Lombardia, Piemonte e Veneto respirano la nostra stessa aria e hanno problemi analoghi ai nostri. Servono provvedimenti nazionali, è chiare. Tuttavia non mancano buone pratiche realizzabili in tempi brevi.
Quali?
Bisogna uscire dall’economia dei combustibili fossili anche in Pianura Padana. Fermare i sondaggi petroliferi, le trivellazioni e il fracking che secondo studi usciti in questi mesi negli Usa e in Olanda, sono causa potenziale di eventi sismici sino a 2,5 gradi della scala Richter.E sostituire con un percorso progressivo le energie rinnovabili a i combustibili fossili. In emilia ada esempio non è stata ancora realizzata la wind factory, eppure già nel 2002 era prevista la trasformazione per piattaforme petrolifere dismesse, sono 62 nell’Adriatico tra Cattolica e Rimini, in campi marini per la produzione di energia eolica. L’obiettivo, insomma, è “decarbonizzare” il Paese, continuare a investire sul solare termico, il fotovoltaico, e la produzione di energia da biomasse.
Tutto bene, ma se a Reggio il responsabile principale dell’inquinamento è il riscaldamento, questi provvedimenti generali rischiano di avere un effetto limitato…
Bisogna puntare con decisione sull’efficientamento energetico degli edifici. anche perché il metano, che sembrava la panacea, oggi è nel mirino attento dell’Organizzazione mondiale della sanità per gli ossidi d’azoto e i danni correlati al sistema respiratorio. Una soluzione è il teleriscaldamento, però rivedendo le politiche tariffarie.
E poi ?
Bisogna fermare il consumo di suolo agricolo non con provvedimenti episodici, ma impostazioni strutturali. Ciò  è fondamentale per una città come Reggio ad elevata pressione da inquinamento. E bisogna cominciare con la forestazione di pianura, creando aree boschive filtro intorno alla città. Boschi planiziali, cortine vegetative massicce che possono crescere rapidamente, come dimostrano le esperienze di altri Paesi,  e possono anche fornire combustibile solido per la produzione di calore.
E oltre ai boschi e alle foreste urbane?
Intervenire sulla qualità del riscaldamento, incrementare i trasporti pubblici potenziando e rinnovando le flotte, promuovere ulteriormente l’uso della bicicletta, incentivare al massimo l’auto elettrica (potevamo essere leader, invece siamo rimasti indietro),  chiudere le sorgenti principali di inquinamento, come gli inceneritori.
Ma oggi esistono inceneritori moderni che riducono drasticamente le emissioni inquinanti… 
Bisogna avere ben chiaro che questi impianti, a causa delle enormi quantità di rifiuti trattate, producono quantità di inquinanti altrettanto colossali, anche se restano dei limiti di legge. I microgrammi diventano facilmente tonnellate, ed è un lusso che non possiamo permetterci. E’ la ragione per cui bisogna generalizzare la raccolta  porta a porta di frazioni di rifiuto recuperabili, seguita dalla stabilizzazione biologico-meccanica (Tmb) del rifiuto urbano residuo.
Quello che lei propone, però, ha dei costi non indifferenti…
Lei crede? Ogni euro investito per ridurre l’inquinamento può generare anche 5 euro di risparmi: non lo dico io, ma studi qualificati. Certo, sarebbe necessario ridurre drasticamente l’Iva, come in Francia, sulle opere di miglioria delle case costruite anche da pochi anni, con incentivi all’efficienza energetica per quello costruite prima del 1990. Ma i poteri locali potrebbe negoziare con le banche, e lo si fa già a Modena, un accesso al credito più facile per i proprietari che si fanno carico degli interventi di manutenzione dei loro edifici.

(Dalla Voce di Reggio Emilia)

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8 risposte a Smog, l’allarme di Ganapini: “A Reggio respiriamo aria cancerogena. Pensiamo ai nostri figli”

  1. Paolo benducci Rispondi

    06/01/2017 alle 11:31

    È giusto quello che dice GANAPINI ,ma dovrebbero essere i sindaci a
    chiamare in causa il ministro dell’ambiente e prendere provvedimenti in
    tempi brevi,non vedo perché quello che fanno in altri paesi non possa
    essere fatto qui da noi.Aspettiamo di morire tutti di cancro?

  2. leone Rispondi

    07/01/2017 alle 21:27

    Mi scusi nn sono informato a fondo sull’argomento ma lei sicuramente Si vorrei sapere se questo coincide con dati su malattie cancerogene nello stesso luogo e meno al sud. Perché a memoria mi sembra che al sud siano messi peggio di noi al nord. Grazie

  3. marco girotto Rispondi

    20/10/2017 alle 00:37

    leone lei ha il cervello al nord e vede marcio al sud. ma il cervello mi sembra ovviamente pieno di pm e polvere sottile…

  4. maria Rispondi

    08/01/2018 alle 13:48

    In teoria la cosa migliore sarebbe darsela a gambe. L’Italia è avvelenata ovunque. Le ecomafie hanno seppellito di tutto e continuano a bruciare di tutto. Non è più terra di speranza. Non serve discuterne, sarebbe necessario invitare i giovani a fuggire altrove.

  5. nuvolari Rispondi

    08/01/2018 alle 19:06

    Nuvolari

    Reggio Emilia è la più inquinata della pianura Padana, perchè qui l’amministrazione è da 70 anni in mano alle stesse persone, con miopia per quanto riguarda le strade. Guardate come è messa R.E. per il traffico veicolare!!: una cittadina come R.E., in pianura tra l’altro, dovrebbe avere una viabilità scorrevole!!, invece e tutto un impottigliamento. I lavori, sono stati fatti male e a tempi diversi, senza una pianificazione a lungo termine.
    Qui, chi vuole inquinare lo fa senza problemi, tanto non c’è nessuno che controlla e che è capace di controllare. Vedesi, quel ragazzo che è morto pochi giorni fa, che andò a finire in un canale a Fabbrico, non è morto per l’incidente, tanto che usci dall’auto da solo, ma per lacqua inquinata di quel canale!! e nessuno a detto nulla. Cosa ci fosse e forse c’è ancora in quel canale?!!

  6. Elena Rispondi

    10/01/2018 alle 17:56

    Ma possibile ch enessuno parli delle scie chimiche?
    È palese e sotto agli occhi di tutti.
    C è un trattato dove è scritto chiaramente che l italia è stata venduta. Nell aria c è uranio bario ed è palese che noi valiamo piu da malati che da sani.
    Se non si guarda il problema dall alto della sua interezza, non si trova la volontà di risolvere alla radice. Delegare a chi non ha fatto nulla in tutti questi anni, sperando trovi una soluzione è assurdo. Per inostri figli siamo noi che dobbiamo alzare la testa e dire basta.

  7. pippo Rispondi

    03/05/2018 alle 17:41

    Tutti a chiacchierare e poi tengono il riscaldamento a 20 gradi sei mesi all’anno e vanno a lavoro in macchina tutti i santi giorni… Ma di cosa stiamo parlando? Finché i bravi “Reggiani per esempio” non cambieranno abitudini qualsiasi altra considerazione è solo fuffa,

  8. Carlo Pellacani Rispondi

    01/12/2018 alle 18:51

    Dal problema abbiamo parlato oggi, 1 dicembre, a Modena, nel corso di un convegno promosso dal Club per l’UNESCO di quella città. Modena condivide con Reggio Emilia questo preoccupante primato, e occorre fare qualcosa di risolutivo in tempi rapidi, perché altrimenti non ci sarà più tempo…
    Cosa deve succedere per smuovere chi deve prendere le decisioni?

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