24/1/2017 – Con una nota chiaramente polemica nei confronti dei vertici di Unieco, che oggi hanno ottenuto dal tribunale di Reggio Emilia l’ammissione al concordato “in bianco” e la nomina dei commissari Maurizio Bergomi e Bruno Bartoli, il presidente di Legacoop Reggio Andrea Volta ha rilanciato il progetto di una nuova cooperativa unica delle costruzioni reggiani, che dovrebbe raccogliere i resti confluiti in Sicrea (che è una società dicapitali, non una cooperativa), i cocci della drammatica liquidazione di Coopsette e, appunto, le attività di Unieco destinatre a sopravvivere al piano di cessione del debito e del patrimonio (se mai andrà in porto”).
“Crediamo sia giunto il momento di fare un po’ di chiarezza sugli avvenimenti recenti che riguardano un’azienda che sta molto a cuore a tutto il movimentato cooperativo – scrive Andrea Costa –
A metà dicembre si è conclusa la revisione ordinaria di cui Legacoop ha la responsabilità. In accordo con il gruppo dirigente di Unieco, si è deciso di avanzare la richiesta di liquidazione coatta amministrativa al Ministero per lo Sviluppo Economico. In quel momento le condizioni non permettevano scelte diverse.
Nelle settimane seguenti, la situazione è cambiata – aggiunge Volta – Il 3 gennaio, il Cda di Mps ha formalizzato la sua disponibilità a verificare la proposta avanzata dal fondo Oxy. Come più volte richiamato, l’azione di Demostene, società che interviene in casi di questo tipo, è stata determinante (con la partecipazione al piano di cessione per 5 milioni, ndr.) Abbiamo fatto queste scelte in coerenza con i nostri doveri, nell’esercizio dei nostri diritti e nel rispetto dell’autonomia del gruppo dirigente.
La nostra organizzazione di rappresentanza non va intesa come una struttura chiusa e rigida, ma come l’insieme delle cooperative associate, al cui interno si discute, ci si confronta e che individua tra i suoi compiti anche quello di mettere in campo proposte utili a uscire dall’angolo”.
A questo punto l’annuncio, ed la prima volta che Volta e Legacoop ne parlano pubblicamente (fatta eccezione per un’anticipazione di Luca Bosi): “È per questo che stiamo lavorando ad un progetto che prevede un’unica società di costruzioni, nella forma cooperativa, per il nostro territorio. Siamo consapevoli che solo attraverso una riorganizzazione strategica di ampio respiro, che dia concrete possibilità di sviluppo sul mercato nazionale come su quello internazionale, potremo attrarre quelle risorse necessarie per un vero rilancio.
Quando il progetto sarà pronto andremo a proporlo ai gruppi dirigenti di tutte le aziende di costruzioni nostre associate, consapevoli che non è scontata un’adesione da parte di questi ultimi“.
E qui i toni del presidente Legacoop prendono improvvisamente un tono grave: “Ognuno deve scegliere la propria strada, prendendosi le proprie responsabilità, sapendo che il punto finale di decisione è stato, è e sarà sempre nelle mani della cooperativa; senza mai dimenticare che un dirigente cooperativo deve prima di tutto garantire la mutualità che, nel caso di cooperative di lavoratori, si esprime con la tenuta al più alto livello possibile del posto di lavoro e la garanzia del risparmio”. Come dire: Cinzia Viani attenta, non si gioca con i posti di lavoro e col prestito sociale. Forse Legacoop doveva accorgersene prima, ben prima del crac della Muratori Reggiolo, quando chi metteva sull’avviso di un debito insostenibile veniva additato quale nemico della cooperazione.