di Pierluigi Ghiggini
5/1/2016 – Contrordine. L’ex assessore al Bilancio del Comune di Reggio Emilia, ha deciso di rendere «immediatamente pubblica» la propria posizione patrimoniale e di reddito. E ciò per togliere da «qualsiasi imbarazzo» il comune di Reggio Emilia «di cui sono stato consigliere per 7 anni e assessore per oltre 2 e a cui resto profondamente e sinceramente legato».
Lo si legge in una nota diffusa ieri sera dal commercialista reggiano, a correzione del comunicato inviato l’altra sera e pubblicato dai media dopo le rivelazioni sulla lettera dell’Anticorruzione in risposta alla segnalazione del capogruppo del 5 Stelle Ivan Cantamessi sulla mancata pubblicazione nel sito del Comune delle dichiarazioni di redditi dell’ex assessore. Una questione nota e che si agita da mesi.
Notari ha rivendicato la trasparenza del proprio operato, affermando che la lettera della Vigilanza Anac dà ragione a lui e aggiungendo che il Comune aveva in corso di pubblicazione la dichiarazione 2016 sui redditi 2015, regolarmente depositata entro il 13 dicembre. Nessuna menzione però dei redditi del 2014.
Ma nella giornata di ieri qualcosa è accaduto. Forse qualcuno ha valutato che il Comune, con una pubblicazione a metà, avrebbe potuto trovarsi in difficoltà con l’Anac, che ha chiesto entro trenta giorni tutta la documentazione sul caso Notari per eventuali sanzioni. Così l’interessato ha corretto il tiro, spiegando la scelta come risposta all’accanimento polemico». Un classico.
«Ritengo sia giunto il momento di porre alcuni punti fermi al dibattito, talvolta esageratamente polemico, che si è sviluppato circa la pubblicazione delle risultanze dei miei redditi e della mia consistenza patrimoniale – scrive Francesco Notari – Parto dalla constatazione, oggettiva, che la lettera di Anac al Comune conferma la coerenza e la fondatezza dei quesiti da me posti al tempo.
Se, infatti, per obbligare, d’ora in poi, gli assessori a pubblicare i propri redditi è stata necessaria una legge nuova e diversa, è evidente che prima essi fossero esclusi, in quanto non eletti – ripete – La correttezza di tale lettura, fatta propria da altri amministratori a livello nazionale, trova nella lettera di Anac e nell’intervento del Legislatore le prove decisive.
Sono state pienamente riconosciute le mie ragioni in quella che, nata come una questione giuridica a tutela della privacy, delle relazioni personali e di lavoro e soprattutto della sicurezza della mia famiglia, è diventata una battaglia di principio tesa ad affermare non solo un principio giuridico chiarissimo, ma soprattutto la differenza fra trasparenza e, invece, il soddisfare una curiosità morbosa, spesso fine a se stessa».
Ciò posto «e francamente stupito da tanto accanimento polemico e un forse eccessivo interesse nei confronti di un reddito conseguito onestamente da un professionista, non avendo nulla da nascondere e, ancor più non avendo nulla, di cui vergognarmi – conclude Notari . ho deciso di rendere immediatamente pubblica la mia situazione patrimoniale e reddituale: questo anche al fine di togliere da qualsiasi imbarazzo o difficoltà l’Istituzione, di cui sono stato consigliere per 7 anni e assessore per oltre 2 e a cui resto profondamente e sinceramente legato».