11/1/2017 – Il parroco di Bagnolo in Piano don Daniele Gianotti, nato a calerno 60 anni fa, è stato eletto vescovo di Crema in Lombardia da Papa Francesco. La lettera di nomina è arrivata il 27 dicembre, ma è rimasta riservata sino a oggi, quando l’annuncio è stato dato in contemporanea alla 12 dalla Santa Sede e dal vescovo di Reggio Massimo Camisasca (che ha riunito giornalisti e rappresentanti della chiesa reggiana nella sala conferenze del Museo Diocesano) oltre che con un concerto a festa delle campane del Duomo.
Si conferma così la propensione di papa Francesco per scegliere i nuovi vescovi alla “base” della Chiesa. Tuttavia don Daniele Gianotti non è un “parroco di campagna”: già parroco a Calerno, missionario in Rwanda, delegato del vescovo per la formazione permanente dei sacerdoti, insegnante, è un teologo diplomato in studi patristici e col dottorato in teologia conseguito nel 2010. Studioso, insomma, e al tempo stesso molto attivo nel cuore della Chiesa reggiana. Ordinato nel 1982, è un seguace di Charles de Foucauld ed è tra gli animatori del Familiaris Consortium fondato da Don Margini.
Molto emozionato, don Gianotti ha ricevuto molti applausi dai presenti nella sala del Museo Diocesano. E quando ha preso la parola, l’annuncio del vescovo Camisasca, sì è commosso più volte sino alla lacrime in particolare quando ha rivolto il proprio pensiero ai genitori (il padre è deceduto) e alla “sua” unità pastorale di Bagnolo, nella quale era stato nominato poco più di un anno fa,
A consacrarlo vescovo sarà lo stesso Camisasca su delega del Santo Padre, in una celebrazione solenne il 19 marzo in Duomo a Reggio Emilia.
L’ANNUNCIO DEL VESCOVO MASSIMO CAMISASCA
Cari fratelli e sorelle,
il Santo Padre Francesco oggi fa un grande dono alla nostra Chiesa e, nello stesso tempo, ci chiede un sacrificio. Il grande dono è rappresentato dall’elevazione all’episcopato di uno dei nostri sacerdoti, il sacrificio consiste proprio nel fatto che egli si allontanerà necessariamente da noi, lasciandoci così il compito e la responsabilità di sostituirlo nei diversi uffici che sostiene.
Si tratta di don Daniele Gianotti, che il papa ha oggi eletto vescovo di Crema, in Lombardia.
Ripercorrere alcuni tratti importanti della sua vita significa per noi in questo momento anche e soprattutto scoprire i doni che Dio vuole egli dedichi ora alla sua nuova Chiesa.
Ordinato nel 1982, dopo avere studiato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia e il diploma in Scienze patristiche, è stato prefetto dello Studio Teologico Interdiocesano dall’1985 al 1999, animatore della Scuola Diocesana di Musica e Liturgia e direttore dell’Ufficio liturgico diocesano, vicario episcopale per la pastorale, poi per la Progettazione e la formazione pastorale e per la Cultura, segretario del Consiglio presbiterale, delegato vescovile per la formazione permanente del clero, animatore della missione diocesana di Kibungo in Rwanda e, durante il mio episcopato, delegato vescovile per il consiglio presbiterale e pastorale e parroco nell’Unità pastorale di Bagnolo in Piano. Docente presso lo Studio Teologico Interdiocesano dal 1985 e, dal 1997, allo Studio Teologico Accademico Bolognese. Nel 2010 ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la Facoltà di Teologia dell’Emilia Romagna.
Si comprende così quali sono le esperienze che hanno maturato in don Gianotti il profilo della sua vita sacerdotale che è stata presentata al Santo Padre per la nomina a vescovo.
Sono certo che la sua presenza nella conferenza episcopale lombarda sarà feconda anche per le Chiese a noi così vicine per storia e tradizione.
La diocesi di Crema, nata a metà del ‘500, gode di una storia molto importante ed è stata la patria di sacerdoti che hanno segnato la storia recente della Chiesa. Tra i suoi vescovi più recenti vorrei ricordare mons. Carlo Manziana, dell’Oratorio di Brescia, animatore del Centro di Azione Liturgica, mons. Tresoldi e mons. Paravisi, con cui ho collaborato da vicino a Milano e a Bergamo.
Caro don Daniele, in questo momento ci stringiamo attorno a te per manifestarti il nostro affetto, la nostra amicizia e, soprattutto la nostra gratitudine per la testimonianza sacerdotale e umana che tu hai vissuto in mezzo a noi. Si apre una stagione nuova della tua vita. Tante cose cambieranno, ma in tutto questo più luminosa sarà la luce di ciò che non cambia e che costituisce il fondamento di una vita vissuta in dialogo con Dio, nel quale solo è possibile riconoscere l’unità della nostra esistenza. Ti promettiamo la nostra preghiera e, a nome di tutta la nostra Chiesa, ti auguro di vivere quell’abbandono alla volontà di Dio che è la sola fonte della nostra pace. «Dare, dare tutto ciò che abbiamo – scriveva Charles de Foucauld – tutto ciò che ci viene chiesto, senza porre ai nostri doni altri limiti che quelli imposti dall’obbedienza a Dio e ai suoi rappresentanti legittimi. Tutto noi abbiamo ricevuto gratuitamente… Diamo tutto senza misurare… Compiamo tutti i nostri doveri, tutto quello che sappiamo che il Nostro Signore vuole da noi, e poi, per il resto, abbandoniamoci».
+ Massimo Camisasca