Archivi

Casalgrande, caso di tubercolosi alle scuole elementari

14/12/2016 – Un caso di tubercolosi polmonare a bassa contagiosità è stato segnalato alla scuola elementare di Casalgrande.  L’alunno, dimesso dall’ospedale in buone condizioni di salute, sta effettuando la terapia antibiotica specifica e i controlli previsti. Lo rende noto la Direzione dell’Ausl di Reggio Emilia. Il servizio sanitario ha già attivato le procedure previste per individuare i bambini e le persone rimaste a stretto contatto col malato, per gli accertamenti sanitari del caso (test di infezione latente) e le comunicazioni alle famiglie coinvolte.

“La tubercolosi è una malattia infettiva che può trasmettersi da persona a persona per via respiratoria – scrive l’Ausl – La trasmissione necessita di un contatto stretto e molto prolungato con il malato, in uno spazio chiuso e confinato. La contagiosità è bassa e la trasmissione del germe non avviene con facilità: l’infezione non si contrae attraverso contatti all’aria aperta e in luoghi aerati; il contagio non avviene attraverso indumenti, oggetti personali o facendo uso di piatti o posate. Le manifestazioni della malattia sono rappresentate da tosse di lunga durata resistente alle comuni terapie, febbricola persistente, malessere generale, stanchezza, dimagrimento, brividi e sudorazione notturna. Oggi la tubercolosi è curabile con l’assunzione di una terapia antibiotica adeguata: quando i farmaci vengono assunti in modo corretto e per un periodo di tempo idoneo, il malato va incontro a guarigione.

Quando si verifica un caso di tubercolosi, il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica si attiva per identificare i contatti considerati a rischio secondo le indicazioni nazionali e regionali. A tali soggetti vengono proposti i test per identificare l’infezione tubercolare latente, una condizione non contagiosa e asintomatica, che precede lo stato di malattia. Il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica ha già attivato le procedure previste per l’individuazione dei contatti, lo svolgimento degli accertamenti sanitari necessari e la comunicazione alle famiglie coinvolte.”

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *