di Carlo Codazzi – Lo shock per la sconfitta nel derby tanto atteso è duro da smaltire in casa granata. E’ difficile trovare le parole giuste nel post Parma con la tifoseria precipitata, dopo il grande entusiasmo precedente il match, nella depressione più nera. Daniele Pedrelli ha provato a giustificare la prova negativa della Reggiana e il fatto che il terzino scuola Inter sia stato uno dei pochi granata a fornire una prestazione dignitosa non l’ha consolato: “Ci dispiace moltissimo perchè volevamo fare bene – ha detto sconfortato Daniele -. Sono stato il migliore della Reggiana? Personalmente sono contento perché non giocavo per gli interi 90’ da parecchio tempo e sono reduce da un periodo molto brutto (causa infortunio di lungo corso ndr) .
Tutto questo non attutisce il dispiacere per la sconfitta. Nel primo tempo non siamo partiti male e facevamo il nostro gioco, ma subito l’uno-due del Parma è diventato difficile raddrizzare la partita – ha constatato amaro -. Nel secondo tempo abbiamo provato in tutti i modi a rimediare, ma senza riuscirci. Se è stata la tensione a tradirci? Penso che la presenza di 18.000 spettatori ci abbia caricato perché un pubblico così numeroso non l’ho mai visto in una partita di Lega Pro. Un pubblico così doveva darci più forza – ha spiegato non troppo convinto -. Il fatto che si parlasse del derby fin da luglio ci doveva dare forza – ha ribadito – e ha fatto capire a tutti noi che si trattava di una gara molto importante per la piazza”. Daniele non si è dato pace per le distrazioni difensive che hanno spianato la strada alla vittoria dei “cugini”: “Potevamo evitare di prendere i 2 gol perché in entrambe le circostanze siamo stati disattenti”. Dopo la batosta dietro l’angolo si materializza la sfida al Bassano che venerdì sarà di scena al “Città del Tricolore”. La prima gara del girone di ritorno è un crocevia che la Regia non può fallire dopo il ko nel derby: “Venerdì è vicino e dovremo ricaricare le pile in fretta dopo questa brutta battuta d’arresto – ha convenuto -“. Il terzino ha poi rivolto un appello alla tifoseria: “Ai tifosi dico che ci dispiace, ma ci devono dare una mano ugualmente. Sappiamo di aver perso una gara importantissima, ma purtroppo è andata così e dobbiamo guardare avanti. Non so trovare altre parole”.
Nella vittoria del Parma nel derby che è stata anche la prima battuta d’arresto casalinga della stagione per la Reggiana c’è lo zampino del tecnico del Parma, Roberto D’Aversa. “Vincente il nostro modulo? Il modulo aiuta, ma conta l’atteggiamento – ha spiegato il mister crociato -. Ho pensato che per il derby la soluzione tattica migliore fosse quella che prevedeva l’utilizzo di Baraje e il risultato ci ha dato ragione. Il nostro primo tempo è stato ottimo perché siamo stati compatti e cattivi rimanendo sereni e determinati in fase difensiva. Poi, nella ripresa siamo calati e arretrati anche perché alcuni dei miei rientravano da infortuni. La nostra vittoria è meritata”. Il tecnico ha poi dato ulteriori spiegazioni tattiche: “A limitare Nolè ci doveva pensare il nostro play Corapi. Noi con la difesa a 3? No. Il modulo iniziale era un 4-3-3 che diventava 4-4-2 in fase difensiva portando più dentro Benassi. Ci siamo difesi cercando di sfruttare le doti di Baraje facendolo accentrare per limitare le giocate dei difensori centrali e del play avversari, inoltre, abbiamo cercato di utilizzare in fase di appoggio Benassi e di sfruttare maggiormente Nunzella per la fase avanzata. Sul gol del vantaggio siamo stati bravi ad attirare gli avversari sulla destra per poi, col giro palla, andare dall’altra parte”. Riguardo l’aggressione al pullman D’Aversa si è espresso così: “In 25 anni di carriera non mi era mai capitato di vivere un episodio simile – ha attaccato -. Nemmeno quando ho giocato dei derby nel sud. Non voglio gettare fango sulla Reggiana e sulla sua tifoseria perché i cretini sono dappertutto, ma quanto accaduto rappresenta una pagina spiacevole della storia del calcio”.
Bertrandy Baraje ha raccontato così il suo gol: “Ho chiamato la palla a Corapi che me l’ha data un pò dietro, Rozzio ha recuperato, ma sono rientrato e ho calciato sul primo palo perché ho visto che Perilli aspettava il tiro sul secondo. Cosa ho pensato durante l’aggressione al pullman? Ero seduto dalla parte opposta rispetto a quella colpita dalle sassate e non sono stato toccato. Comunque, nel mio paese c’è di peggio e sono abituato a vedere cose così sin da piccolo. Il calcio è bello anche per questo – ha aggiunto a sorpresa – . Il gol alla Reggiana non è stato il mio più bello, ma il più importante”.