di Pierluigi Ghiggini
31/12/2016 – Regalo di fine anno del gruppo Iren ai suoi 6 mila dipendenti: la multiutility con sede legale a Reggio Emilia ha disdettato gli oltre 200 contratti aziendali integrativi in essere nelle aziende, nelle sedi e nelle controllate del gruppo. con un programma di eliminazione che inizierà fra pochi giorni, l’8 gennaio per concludersi il 31 dicembre 2017. Piazza pulita su tutte le normative che riguardano salario aggiuntivo, rimborsi, mense, Cral, welfare aziendale etc.
Mano a mano che cesseranno i vari accordi o parti di essi, secondo un programma fissato nella lettera di disdetta inviata ieri alle organizzazioni sindacali, saranno applicate esclusivamente le norme del contratto nazionale di lavoro. Per i dipendenti tutto questo significa una perdita nell’ordine di centinaia di euro al mese. Ancora peggio per i nuovi assunti dal primo gennaio, che firmeranno dei contratti individuali.
Nondimeno il gruppo assicura di voler arrivare a una “soluzione equilibrata” per armonizzare i trattamenti integrativi di tutta la costellazioni di sedi, aziende e controllate: si calcola che gli accordi aziendali in essere siano 200.
Ma è chiara la volontà di forzare la mano ai sindacati, che sino ad oggi non hanno raggiunto un’intesa sull’intra materia. L’azienda ha urgenza di procedere con l’armonizzazione e per ragioni di costi non solo vuole disboscare gli integrativi, ma anche limare i trattamenti migliori: l’armonizzazione evidentemente sarà al ribasso. E la scelta è di andare allo scontro con i sindacati e i lavoratori, con una forzatura senza precedenti delle relazioni sindacali. Non sono molti i casi a livello nazionale, di disdette di queste proporzioni.
Le amministrazioni Pd e grilline che attraverso il patto di sindacato controllano Iren (Reggio, Torino, Genova, Piacenza e anche Parma) vengono automaticamente trascinate in un scontro con i lavoratori – in definitiva la loro stessa base politica, almeno per il Pd. Ma resta da chiarire se i sindaci siano stati avvertiti della disdetta, o se la apprendono dai media. Era informato o no il sindaco Luca Vecchi, cheè il coordinatore del patto?
Il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, coordinatore del patto di sindacato Iren
LA LETTERA DI RECESSO DAI CONTRATTI: I DETTAGLI
Con una lettera in data di ieri 30 gennaio 2016, inviata ai sindacati nazionali e territoriali oltre che alle Rsu aziendali e firmata dal responsabile Personale, organizzazione e sistemi informativi dottor Antonio Andreotti, il gruppo Iren ha comunicato il recesso dagli accordi sindacali aziendali dal 1974 a oggi “nonchè dai trattamenti collettivi aziendali in essere”.
Di conseguenza a partire dall’8 gennaio “si estingueranno” accordi integrativi e trattamenti relativamente a orari di lavoro, flessibilità, modalità di fruizione ferie e permessi, semi-festività, permessi retribuiti e lavoro straordinario,
Il 31 marzo cesseranno gli accordi aziendali su percorsi di carriera e mutamento di mansioni, trattamenti economico-finanziari per tasferta e/o trasferimenti di sede per 50 chilometri al giorno; il 30 giugno quelli relativi all’organizzazione del lavoro “inclusi il sistema dei turni e della reperibilità”.
Il 31 dicembre 2017 andranno in soffitta gli accordi ingrativi relativi al welfare aziendale, sanità integrativa, assicurazione infortuni extra professionali, importi corrisposti a singoli o a Cral,(che saranno sfrattati dai locali attualmente occupati) nonchè a “indennità, premi aziendali, prestazioni, rimborsi vari (ad esempio rimborso spese patente), trattamento maggiori prestazioni direttivi e quadri e trattamenti economici aggiuntivi in generale, anche per “trasferte e trasferimenti oltre 50 chilometri al giorno e per la ristorazione (mense, ticket, ristoranti convenzionati e contributo a carico dipendenti)”.
Tutto questo – assicura la lettera di Iren – sarebbe finalizzato a “stimolare un costruttivo confronto tra le Parti e con l’intento di dare un nuovo impulso al negoziato” sulla cosiddetta armonizzazione degli accordi economico-normativi esistenti nel gruppo; negoziato che invece “non procede con tempi compatibili col percorso ipotizzato congiuntamente con le Segreterie generali di categoria”.
Nel frattempo “in assenza di nuove intese” alle scadenze indicate “troveranno applicazione nei confronti del personale dipendente esclusivamente le previsioni di legge e del contratto nazionale di lavoro di riferimento o specifici trattamenti definititi dall’azienda che troveranno altresì applicazione per tutti gli assunti dopo il 31 dicembre 2062“. In pratica chi entra in azienda da domani dovrà firmare un contratto individuale.
Il gruppo Iren “conferma comunque nuovamente la piena disponibilità a proseguire il confronto sulle suddette materie con le delegazioni che vorrette individuare, auspicando di potere condividere soluzioni equilibrate in tempi utili”.
IL COMUNICATO DI IREN AI MEDIA
Il gruppo Iren ha diffuso un comunicato-zuccherino col quale si annuncia che “entra nel vivo il processo di integrazione e armonizzazione”. La notizia del “recesso dafli accordi esistenti” è affondata nella ventesima riga, con la precisazione che ciò avviene dopo tredici mesi di trattative senza esito, dopo che da due mesi non sono possibili incontri unitari.
Ecco il testo completo del comunicato.
“A partire dal 9 gennaio 2017 entra nel vivo il processo di integrazione e armonizzazione per i dipendenti del Gruppo Iren. Un insieme di iniziative che risponde alla necessità di assicurare equità interna, semplificazione della gestione e una più corretta allocazione delle risorse nell’ambito di un Gruppo che – essendo nato da operazioni di aggregazione di diverse aziende, ognuna con la propria storia – conta al proprio interno oltre 200 accordi integrativi aziendali, con le conseguenti difficoltà gestionali e disparità di trattamento a parità di prestazione.
Tra i diversi obiettivi, è prevista l’armonizzazione dell’orario lavorativo per tipologia di attività, l’adozione di trattamenti economici e normativi omogenei tra i diversi territori, il rafforzamento di strumenti di welfare per i dipendenti e un maggior collegamento tra retribuzione aggiuntiva e risultati aziendali.
Quanto sopra rientra all’interno del più ampio percorso di semplificazione ed efficientamento gestionale del Gruppo, i cui obiettivi sono espressi nel Piano Industriale.
Per raggiungere i risultati attesi e poter attuare un’armonizzazione dei trattamenti economico-normativi a livello di Gruppo, Iren – dopo oltre 13 mesi di trattative in materia con le Organizzazioni Sindacali, e nell’impossibilità di effettuare incontri unitari in materia negli ultimi due mesi – si è però vista costretta a esercitare il recesso dagli accordi esistenti.
Nel ribadire ampia disponibilità a proseguire il confronto con le Organizzazioni Sindacali, con l’auspicio che l’esercizio del recesso possa fornire nuovo impulso alla trattativa al fine di raggiungere un accordo su tutti i temi, Iren ha scelto peraltro di posticipare l’efficacia del recesso sulle tematiche di maggiore complessità a partire dal 1 gennaio 2018.
Con la sola eccezione dell’entrata in vigore, a partire dal 9 gennaio 2017, dell’armonizzazione della normativa collegata all’orario di lavoro, la Società e le Organizzazioni Sindacali avranno quindi tempo 12 mesi al fine di trovare un accordo di armonizzazione su tutti gli accordi integrativi aziendali.
Resta ovviamente fermo il rispetto dei CCNL di riferimento”.
L’obiettivo è quello di contemperare le esigenze del Gruppo e quelle del proprio personale – il cui coinvolgimento è essenziale – per realizzare pienamente gli obiettivi del Piano Industriale, presupposto fondamentale per la crescita sostenibile dell’azienda e delle sue persone sui singoli territori di riferimento.
Mario Guidetti - tavolo Hemingway
31/12/2016 alle 11:56
stracciano i contratti contratti aziendali ma…salvaguardano i propri benefit che, ricordiamo essere…
REMUNERAZIONI E BENEFIT PER I DIRIGENTI DI UNA AZIENDA A
CONTROLLO PUBBLICO:
“le regole di un mercato che a noi non piace”
Caro direttore,
mentre il Governo Renzi si riprometteva (ma non ha avuto il tempo di farlo) di fissare un tetto
di 250mila euro per i compensi dei dirigenti delle aziende pubbliche o a controllo pubblico,
mentre il sindaco di Scandiano, Alessio Mammi, coordinatore del subpatto reggiano e
coordinatore in pectore del patto emiliano, interviene dopo le polemiche relative alla notizia
che, nel quadriennio 2015-2018, all’attuale amministratore Massimiliano Bianco e ad altri
sette manager di Iren verranno erogati circa 1,6 milioni, mentre il nuovo ad risulta aver
percepito nel 2015, 454.300 euro, 25.000 in piu’ rispetto alla retribuzione 2014 del suo
predecessore De Sanctis (fonti di stampa)… ci si “dimentica” (?!) di parlare degli aggiuntivi
“trattamenti non monetari per i Dirigenti con Responsabilità strategiche” (un eufemismo per
definire gli altri benefit, e che benefit, a loro riservati).
Per Iren, una SpA Multiutility a controllo pubblico, nella “Relazione sulla remunerazione”, alla
voce “Benefit non monetari di …….”, leggiamo:
I soci di maggioranza, ergo i Sindaci (che non godono di tali privilegi, così come gran parte di
tali privilegi non li hanno i parlamentari), come da “copione già scritto” ed in nome delle
regole di “un mercato che a noi non piace”, hanno votato a favore.
Il sottoscritto, microazionista per scelta ideologica di tale società a controllo pubblico,
nell’Assemblea dei soci, così si è espresso: “Non per furore iconoclasta ma per rispetto a
Platone, Aristotele e padre Aldo Bergamaschi, voglio rendere onore ai tanti giovani e non più
giovani (donne e uomini) che, pur di lavorare affrontano i disagi di un trasferimento o mobilità
quotidiana; lo fanno per uno stipendio e senza benefit accessori.” Ho sollevato obiezioni
sull’auto ad uso promiscuo (aggiungendo che, salvo smentita, è certo che questa non sia
una utilitaria), sul tipo di abitazione (sic!?) certo che questi non
sia un monolocale, sull’assicurazione extraprofessionale, sull’assistenza sanitaria integrativa
al nucleo familiare e sul rimborso delle spese sostenute per istruzione propria o di famigliari a
carico….
Coloro che hanno fatto quella azienda con “le mani e le artriti”, coloro che dopo l’orario di
lavoro si ritrovavano a discutere di opere da realizzare per portare i servizi anche nelle zone
più disagiate, ricompensati solo dall’essere chiamati col termine più bello del glossario
italiano, “compagni” (cum panem – mangiare lo stesso pane), dal cielo di Giove, là dove
Dante colloca i Giusti, ci osservano sconsolati….
“Avi che c’è volete fa (che ci volete fare) acsè in al regòli del merchee (così sono le regole
del ). Voi l’avevate detto: “Quando la politica è debole, perde di credibilità ed allora
prevalgono le “scellerate” regole della finanza e degli oligarchi”. Non vi abbiamo ascoltato,
perdonateci”
Per coloro che godono di simili “benefit non monetari” sarà sicuramente un .
Noi “ci accontentiamo” di un .
Amaramente
Mario Guidetti – portavoce del tavolo Ernest Hemingway
pensionato42
31/12/2016 alle 15:51
IREN/ENIA ormai è una macchina da soldi che non guarda in faccia nessuno.
dipendenti trattati male, consumatori spennati con bollette carissime.
perché : per la quotazione in borsa e i compensi milionari degli amministratori delegati.
Ma il sindaco Vecchi PD e il grillino Pizzarotti sindaco di Parma cosa fanno ?
fanno finta di non vedere e non sentire…..
Giovanni
31/12/2016 alle 17:39
La magistratura che fa????????????????????????????