di Pierluigi Ghiggini
15/12/2016 – La ex-Cormo di San Martino in Rio, o almeno una parte di essa, va in affitto. L’annuncio ieri pomeriggio al “tavolo di crisi” riunito in Regione a Bologna con l’assessore Palma Costi, il liquidatore di Open.Co (la cooperativa nata dalla fusione tra Cormo e Coop Legno di Castelvetro) Domenico Livio Trombone, professionista legato a doppio filo a Pd e coop, il presidente regionale di Legacoop Monti, quello di Reggio-Parma Andrea Volta e Modena-Ferrara Verasani, oltre ai sindacati e alle rappresentanze aziendali dei lavoratori.
In mattinata, dopo mesi di sostanziale immobilismo, sono apparsi gli avvisi di gara a pagamento relativi all’affitto del ramo d’azienda per quattro anni di Castelvetro e, appunto, di San Martino in Rio. Alla riunione Trombone ha parlato di “tentativo di locazione degli immobili”, tuttavia gli annunci sono chiari: la gara riguarda proprio gli interi rami d’azienda, compresi impianti e beni mobili. Le offerte dovranno pervenire entro quindici giorni da ieri 14 giugno.
Una linea di produzionedella exCormo di San Martino in Rio: ma lo stabilimento è fermo da oltre un anno
Per la ex Cormo, in particolare, si precisa che l’affitto riguarda il godimento degli immobili (di proprietà del fondo Namira) e «beni mobili, marchi, impianti, brevetti, contratti in corso, rapporti di lavoro subordinato, permessi e licenze, con esclusione di debiti e crediti e delle partecipazioni detenute dalla Società».
Il canone a base della gara dovrà essere pari o superiore a 10 mila 834 euro al mese più Iva, il che fa pensare che la gara riguardi solo una parte dello stabilimento, con «il trasferimento di almeno 36 dipendenti, con effetto immediato ovvero nell’arco di dodici mesi dalla stipula». Previsto inoltre l’impegno all’acquisto della componente mobiliare «da formalizzarsi contestualmente all’affitto, a un prezzo pari o superiore a euro 800 mila».
Il tutto con una postilla significativa: se «non dovessero pervenire offerte valide migliorative» il liquidatore è autorizzato dal ministero dello Sviluppo economico ha stipulare direttamente il contratto d’affitto di ramo d’azienda con la società Saba srl di Fidenza, vale a dire l’azienda Parma Porte che si era fatta avanti già in giugno per rilevare una parte della ex Cormo.
In sostanza, se qualcuno non offrirà di più, è già deciso il subentro della Saba alle condizioni base della gara.
Una condizione analoga vale anche per Castelvetro, dove l’affitto del ramo d’azienda è di 15 mila euro al mese con l’obbligo di acquisto della componente mobiliare per 400 mila euro: nel caso non arrivasero entro 15 giorni delle offerte migliorative, il liquidatore stipulerà il contratto con la Cores Italia, la nuova cooperativa costituita in working by out tra 105 ex dipendenti Open.cop (ramo Coop Legno). In sostanza, a San Silvestro in un modo o nell’altro si arriverà a una soluzione.
Ma è una vera soluzione? I sindacati hanno lasciato il tavolo regionale con un ampio margine di insoddisfazione: «Qualcosa si muove, ed è un fatto positivo – afferma il segretario Fillea-Cgil di Reggio Emilia, Rudi Zaniboni – Ma restano ancora troppe incertezze. Siamo insoddisfatti anche per l’atteggiamento di Legacoop soprattutto su San Martino in Rio. Perché? La Saba di Fidenza rileverà solo il ramo porte, con una quarantina di dipendenti su oltre 200 ex Cormo, e per questo avevamo chiesto un impegno vincolante anche per il ramo serramenti, vera chiave di volta dello stabilimento di San Martino. Ma le assicurazioni da noi richieste non sono arrivate. Senza considerare che tra l’avviso di gara e la stipula dei contratti possono accadere molte cose, mentre i lavoratori e le loro famiglie – che possono contare solo sulla cassa integrazione erogata dall’Inps – ora più che mai chiedono certezze».
LA LIQUIDAZIONE HA PARTORITO IL TOPOLINO
«Quella di oggi è una tappa importante nel percorso della procedura di liquidazione coatta amministrativa, che consente di condurre la Open.co, e mi auguro presto anche la Lavoranti in Legno di Ferrara, a una soluzione imprenditoriale che consenta di riprendere e rilanciare l’attività degli stabilimenti tutelando la maggior occupazione possibile». Lo ha dichiarato ieri sera l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi, a conclusione del “tavolo”sulla crisi Open.co.
In realtà l’assessore fa buon viso a cattivo gioco perché dopo oltre un anno di liquidazione coatta, si è arrivati in zona Cesarini agli avvisi di gara, e le soluzioni prospettate sono la classica montagna che ha partorito il topolino.
Funerale della Open.Co, ex Cormo di San Martino in Rio, nel corso di un convegno coop al centro Malaguzzi
A San Martino, il cui stabilimento è un vero gioiello e la qualità del prodotto è ai massimi livelli del settore, verrebbe riassorbito meno del 20% dei soci lavoratori, mentre a Castelvetro nessuno si nasconde la complessità di un’avventura pur coraggiosa e da un certo punto di vista esaltante, di worker buy out.
E intanto va in soffitta il progetto di una società per la commercializzazione di porte e serramenti.
«La Regione – assicura comunque Palma Costi – continuerà a seguire la vertenza con particolare attenzione verso coloro che rimarranno esclusi da una prima occupazione».
Domani venerdì, assemblea dei lavoratori a San Martino in Rio.