18/11/2016 – “Sono un casaro dell’industria”. Così si è definito Fulvio Montipò, patron del gruppo Interpump, parlando alle centinaia di presenti alla tradizionale “Festa del casaro reggiano”, nel corso della quale la sezione provinciale del Consorzio del Parmigiano Reggiano gli ha conferito il “coltellino d’oro”.
Un esordio, quello di Montipò, che ha inteso sottolineare con immediatezza il valore del lavoro e della passione come chiave di ogni successo imprenditoriale e, insieme a questo, il profondo legame con la sua terra.
Parlando del riconoscimento ricevuto dal Consorzio, quel “coltellino d’oro” che premia reggiani illustri che si sono particolarmente distinti nella loro attività (e nell’albo d’oro vi sono, tra gli altri, Romano Prodi, Giorgio Forattini, Carlo Ancelotti, Zucchero, Ligabue, Mariella Burani, Ivana Monti, Andrea Griminelli, Iva Zanicchi, Max Menetti e altri ancora), Montipò ha infatti affermato: “Tutti i premi e tutti i riconoscimenti fanno molto piacere, perchè sono atti di stima e, al tempo stesso, accrescono le responsabilità e il desiderio di non deludere, ma questo mi è particolarmente caro perchè viene dalla mia terra”.
A proposito dei casari, Montipò ha sottolineato che “sono grandi artigiani dell’arte del fare, eredi di una straordinaria tradizione, protagonisti di un lavoro duro ma ripagato, perché tutto il mondo s’inchina davanti a ciò che sanno fare”.
Classe 1944, Montipò è senza dubbio tra gli imprenditori più apprezzati del nostro Paese. Nato da Baiso, figlio di emigranti, sin da giovanissimo si distinse per meriti e capacità e a soli 33 anni (dopo aver già ricoperto l’incarico di direttore del personale e poi di direttore generale della Bertolini macchine agricole), con in tasca l’equivalente di 1.250 euro fondò l’Interpump. Le sue intuizioni e una straordinaria passione per il lavoro hanno portato il Gruppo ai vertici mondiali nel settore dell’oleodinamica, forte di un fatturato di 895 milioni, stabilimenti in Italia, Germania, Usa, India e Cina, 5.000 dipendenti (la metà dei quali in Italia) e di un export che vale il 75% della produzione.
La premiazione di Montipò da parte del presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi, e del presidente della sezione reggiana, Graziano Salsi, è stata preceduta proprio da una suggestiva carrellata di immagini degli stabilimenti del Gruppo Interpump: una sequenza che bene ha reso l’idea di una presenza diffusa in tanti luoghi del mondo e a proposito della quale Montipò ha detto che “ci sentiamo ancora piccoli”.
Nel corso della “festa del casaro reggiano” – alla quale sono intervenute numerose autorità reggiani – sono stati premiati con medaglia d’oro tre “casari benemeriti”: Pellegrino Casini (Caseificio F.lli Rossi di Rio Saliceto), Alfeo Grasselli (Caseificio sociale Gruppo Tirelli di Guastalla) e Mario Ruffini (Latteria sociale “Collina” di Toano).
Il premio per la migliore sinergia realizzata tra allevatori e casaro è andato alla Latteria sociale del Fornacione di Felina (presidente Nardo Ferrarini, casaro Danilo Rossi) e alla Latteria sociale Paverazzi di Bibbiano (presidente Pietro Bonilauri, casaro Nunzio Ibatici), mentre il riconoscimento per il mantenimento di questa sinergia è stato assegnato alla Latteria Tullia di Rolo (presidente Virgilio Trevisi, casaro Valerio Gatti) e al Caseificio sociale di Gavasseto (presidente Mauro Rossi, casaro Silvano Mercati).
Per la prima volta è stato premiato anche il “Caseificio 2.0”, ovvero quello che nel 2015 si è maggiormente distinto per attività di incoming, presenza sui social e vendite on line: il premio è stato assegnato alla Latteria sociale “La Grande” di Castelnovo Sotto, presieduta da Renato Alberici.
Premi speciali, inoltre, per realtà reggiane che si sono particolarmente distinte per attività di alto profilo nel segmento della sanità e dei servizi alla persona: il riconoscimento è stato conferito al al CORE di Reggio Emilia (a ritirarlo il direttore generale dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, Daniela Messori), e all’ANFASS di Guastalla, presieduta da Paolo Gozzi.