5/10/2016 – “Lei usa toni da fascista, viene da un ambiente di fascisti”. “E io la querelo”. E’ finita in bufera la conferenza dei Capigruppo di Sala del Tricolore, con il consigliere di Forza Italia Nicolas Caccavo che ha formalizzato la richiesta di dimissioni della presidente del consiglio comunale Emanuela Caselli per violazione di una serie di articoli del regolamento dei lavori consiliari. Pietra dello scandalo, l’assessore Tutino, che in piena riunione ha sbroccato dando del fascista a Caccavo.
Emanuela Caselli
In sostanza Caccavo accusa la Caselli di disparità di trattamento dei gruppi di opposizione rispetto alla maggioranza (nell’ultima seduta, in un momento particolarmente concitato, ha negato la parola al grillino Vaccari), di non far osservare l’articolo 15 sullo spazio riservato ai consiglieri, di non far votare i verbali delle sedute precedenti.
Nicolas Caccavo
Le scintille sono cominciate su una delibera, su cui c’è maretta da tempo, relativa ai permessi auto dei consiglieri per il centro storico. L’assessore Tutino, intervenuto alla capigruppo per spiegare il taglio ai permessi, a un certo punto ha apostrofato Caccavo: “Io non mi vanterei di sollevare il problema dei permessi “.
Il consigliere azzurro ha reagito alzando la voce, e Tutino – in linea con la tradizione leninista cavriaghina – l’ha messa sul duro militante: “Lei usa toni da fascista, ma non mi fa paura, lei viene da un ambiente di fascisti”. Immediata la reazione di Caccavo: “Io la querelo per quello che ha detto, ci sono i testimoni”.
L’assessore Mirko Tutino
Ma il consigliere azzurro ha chiamato in causa anche la presidente Caselli, rimproverandole di non aver richiamato Tutino, com’era suo dovere. E lei, per contro, ha replicato richiamando Caccavo per violazione del regolamento (aver alzato la voce, appunto).
A quel punto Caccavo ha sciorinato una serie di articoli violati in consiglio dalla presidente. Subito dopo la richiesta delle dimissioni.
E’ il punto di rottura tra le opposizioni e Caselli, accusata da tempo di non essere super partes e anzi di favorire la maggioranza con le sue interpretazioni del regolamento.
Della querela a Tutino, comunque, non si farà niente: Caccavo ha annunciato a fine riunione che lascerà perdere perché “non si fa politica a colpi di querele”. Però, ha aggiunto “mi sarei aspettato delle scuse”.