15/10/2015 – “Ma quale incendio doloso… L’incendio si è provocato da solo”. La smentita di Antonio Olivo, 67 anni, costruttore edile, ex consigliere comunale del Pd e famoso menestrello della comunità cutrese di Reggio Emilia, è stata clamorosa all’udienza di ieri del processo Aemilia, al punto che l’ex consigliere ora rischia un’incriminazione per falsa testimonianza. Ma è stata un’udienza infarcita di non so, dei non ricordo e delle smentite, tanto che il presidente Caruso, visibilemnte seccato, ha annunciato che invierà gli atti di diverse testimonianze, e non solo quella di Olivo, alla Procura della Repubblica.
Il presidente è sbottato: “E’ la solita storia, e purtroppo accade in altri processi. Nel verbale redatto dai carabinieri risulta scritte delle cose, e in aula se ne sentono delle altre“.
A far indispettire i giudici – racconta Tiziano Soresina sulla Gazzetta di Reggio – ci ha pensato subito Olivo, che secondo la Dda aveva subito una ritorsione da Gaetano Blasco, che nel 2005 avrebbe incendiato il tetto in legno di una palazzina in costruzione in via Mascagni, a Reggio Emilia, perché l’ex consigliere non gli aveva dato del lavoro.
“Il pm Mescolini non fa in tempo a chiedere a Olivo se subì un incendio, che lui parte a razzo: “L’incendio si è provocato da solo, colpa della guaina”. Il presidente Caruso a quel punto lo incalza e salta fuori che Olivo è parente della moglie di Blasco. E’ evidente che l’imprenditore cutrese ha dei problemi, lo si capisce anche da un “non so” a proposito della relazione dei vigili del fuoco presentata all’assicurazione: “Ma non ho letto nel rapporto – dice – se la causa fosse o meno dolosa”.
Si è andati avanti con questo copione con altre testimonianze in aula, sino a negare l’evidenza dei fatti.
L’imprenditore cutrese Salvatore Palmo Rotondo, che secondo la Dda fu vittima di un’estorsione, ha negato di aver ricevuto minacce. Eppure in una telefonata ad Antonio Silipo aveva risposto: “Mi stai dicendo che mi vuoi sparare?”. Rotondo, davanti alla corte, minimizza: “Ma quelli erano toni amichevoli. Pensi che con Silipo sono andato a prendere il caffè finché non l’hanno arrestato”. Immaginate se i toni fossero stati ostili.
Replica il presidente Caruso: “Per lei sono rose e fiori, anche se nella telefonata dicono che vogliono ammazzarla… Se la telefonata avrà tenore diverso andrà sotto processo per falsa testimonianza”.
Anche l’artigiano Paolo Antonio Capone, che non aveva restituito un prestito di 500 euro, viene apostrofato pesantemente da Antonio Valerio, ma per lui quelle non erano minacce.
“Gran cornuto dove se? Scappi pezzo di merda? Mi sa che vado a scontare con tua moglie adesso…”: così nel 2001 Valerio telefonò a Capone. Il quale ieri in aula ha detto: “Non scappavo, ero in Puglia per la separazione… Ma quella non era una minaccia, solo una battuta volgare rivolta a mia moglie”. Così vanno le cose nel mondo piccolo di Reggio e di Cutro.
Fausto Poli l'Angelo
15/10/2016 alle 14:37
Penso che Olivo fosse la mente e il braccio visto che era il burattinaio in comune di Reggio Emilia calabra…
Rischia di essere un processo Aemilia lungo e penoso perché coinvolge sempre piu’ la parte imprenditoriale della citta’/provincia Reggiana.
Che pena, e dire che pure sul fronde di Forsa Italia, l’accordo Stato mafia esiste e impera.
Che bello se fosse un brutto sogno, invecie sembra quasi cappelletti connection. (conneciton deriva da Pizza connection, l’altra mafia camorristica che ha diramazioni pure a Reggio Emilia tramite le pizzerie.
Che schifo l’Emilia Romagna, come una forma di parmigiano reggiano, bella fuori,ma MARCIA DENTRO.
REGGIO EMILIA, FUCINA DI TALENTI MALAVITOSI.
SCUSATE MA NON RIESCO A TRATTENERE IL VOMITO COPIOSO.
FAUSTO POLI
Umberto G
16/10/2016 alle 02:03
Gli atti alla procura ???? Che brivido! …..
Gianluca Nicolini
18/10/2016 alle 09:59
Sig. Poli,
la diffido dal effettuare dichiarazioni penalmente perseguibili nei confronti del movimento politico Forza Italia che rappresento in questa provincia.
Un conto sono le critiche politiche (sempre lecite) un’altro sono le delegittimazioni e le calunnie prive di fondamento, scritte tanto per dar “aria ai denti”.
A processo non vi è alcun amministratore locale o ex amministratore di Forza Italia. Fine.
Gianluca Nicolini
cordinatore provinciale Forza Italia – Reggio Emilia