Reggio paradiso dei ladri
Sicurezza in pericolo, la città pretenda più risorse dal Ministero

di Fabio Boschi *

La notizia dei ladri georgiani che cantano “Italia Italia”, dopo essere stati rimessi in libertà a seguito dell’arresto perché sorpresi nel tentare un furto con scasso in abitazione, ha scoperchiato il vaso di Pandora di coloro che fanno sempre finta di non vedere.
Si è fatto finta di non vedere per molto tempo, come si è fatto finta di non vedere le statistiche pubblicate da “Il Sole 24 ore” nello scorso dicembre. L’elaborazione dei dati effettuata dal quotidiano economico ha rilevato, nella graduatoria della Qualità della vita settore Ordine Pubblico, la pessima posizione nazionale di Reggio Emilia, 90^ con un peggioramento rispetto all’anno precedente di 33 posizioni. Considerando che le province sono 110, l’anno prossimo non potrà certo replicarsi un peggioramento di tali proporzioni.
In altre epoche il ladro aveva paura, ora i soggetti dediti al saccheggio non si fermano davanti a nulla e grazie alla sensazione di impunità diffusa reagiscono alle forze dell’ordine. Una volta catturati poi dimostrano, canzonando il sistema giudiziario e gli stessi poliziotti presenti in udienza, di dileggiare tutti i cittadini corroborando a se stessi di essere nel paese del bengodi ove la si fa franca.
Si assiste da tempo al susseguirsi di proclami che cercano di occultare il diritto dei cittadini di vivere in sicurezza senza il timore di essere vittime di reati predatori, vera e propria piaga nella tranquillità delle famiglie.
Proclami che partono da una gestione della sicurezza miope e priva di sostanza, basata sul fare ammuina e non su interventi seri e concreti, cui necessiterebbe il Comparto sia relativamente alle tematiche della criminalità comune sia a quelle terroristiche.
In questi giorni è stato sbandierato l’invito del Ministro dell’Interno Alfano rivolto a tutti gli Agenti “a portare l’arma di ordinanza anche fuori dagli incarichi specifici e dall’orario di servizio, sollecitando alla vigilanza sempre”.
A quanto pare un altro proclama fuorviante l’opinione pubblica su cosa possa o non possa effettivamente fare una categoria per la sicurezza dei cittadini. Una categoria prostrata da un’età media elevatissima per le ben note, scellerate scelte degli anni passati ed alle quali si sta tentando di rimediare in modo del tutto insufficiente.
Forse si intende affrontare il problema della sicurezza con una sorta di volontariato “gratis et amore dei” senza neppure aver presente il tipo di armamento in dotazione individuale a Polizia e Carabinieri. Armamento che, per peso ed ingombro è tra i meno adatti ad essere portato con sufficiente discrezione fuori dal servizio e che, a causa del munizionamento da guerra che ci si ostina a far adoperare, in caso di effettivo utilizzo in ambiente urbano, rischierebbe di produrre effetti disastrosi per chi, suo malgrado, venisse a trovarsi nelle vicinanze. Con le conseguenze che già conosciamo per gli ultimi anelli della catena, da sempre i soli a pagare.
E’ ora che venga istituzionalmente posta la questione della rilevanza di Reggio Emilia a livello Ministeriale. Un territorio importantissimo dal punto di vista politico, sportivo e logistico (non dimentichiamo la Stazione Mediopadana, priva di presidio fisso della Polizia Ferroviaria) nonché sottoposto alle “attenzioni” della criminalità, ha la necessità di essere riconosciuto dal Ministero dell’Interno come realtà di primo piano affinché possano essere assegnate le risorse idonee a garantire migliori livelli di sicurezza per i cittadini.
*Segretario provinciale del Coisp (sindacato di polizia)

IL SINDACO MAMMI: RENDERE CERTE LE PENE, REVOCARE IL PERMESSO DI SOGGIORNO A CHI COMMETTE CRIMINI

di Alessio Mammi*

Nei mesi scorsi decine di migliaia di cittadini reggiani, oltre 1.600 solo a Scandiano, hanno sottoscritto una proposta di legge per migliorare la legittima difesa, inasprire le pene per chi commette reati a forte impatto sociale, come i furti, e soprattutto chiedere certezza della pena. Auspico che Governo e Parlamento ascoltino con attenzione questa forte volontà popolare e assumano provvedimenti in tempi brevi. I firmatari, tra cui il sottoscritto, non vogliono lo “Stato di polizia” ma uno Stato serio, credibile, di cui nessuno possa beffarsi.

Come è accaduto nei giorni scorsi a Reggio Emilia quando individui arrestati praticamente in flagranza di reato e poi rilasciati hanno cantato « Italia, Italia ». Un fatto inaccettabile. Le persone perbene desiderano vivere in un Paese in cui lo Stato svolga in modo efficiente una delle funzioni per cui è nato, garantire la sicurezza dei propri cittadini. In particolar modo dei più indifesi. Occorre inasprire le pene ma soprattutto renderle certe. Chi sbaglia deve pagare, non solo attraverso le sanzioni e la detenzione ma anche svolgendo lavori di utilità sociale verso la comunità che ha danneggiato con il proprio comportamento.

Servono inoltre più agenti sul territorio perché il blocco delle assunzioni degli anni scorsi ha notevolmente ridotto gli organici, che vanno adeguatamente e velocemente ricostituiti. Perché la vigilanza vera, poi le eventuali indagini, si fanno con le persone in carne ed ossa e spetta a professionisti che devono essere ben formati ed equipaggiati.

Voglio ringraziare le Forze dell’ordine per il lavoro quotidiano portato avanti a servizio del Paese, spesso in condizioni difficili.

Per i cittadini stranieri che commettono reati in Italia sarebbero inoltre auspicabili accordi bilaterali con i Paesi di provenienza affinché la pena possa essere scontata nei Paese d’origine.

Nei mesi scorsi decine di migliaia di cittadini reggiani, oltre 1.600 solo a Scandiano, hanno sottoscritto una proposta di legge per migliorare la legittima difesa, inasprire le pene per chi commette reati a forte impatto sociale, come i furti, e soprattutto chiedere certezza della pena. Auspico che Governo e Parlamento ascoltino con attenzione questa forte volontà popolare e assumano provvedimenti in tempi brevi. I firmatari, tra cui il sottoscritto, non vogliono lo “Stato di polizia” ma uno Stato serio, credibile, di cui nessuno possa beffarsi.

Come è accaduto nei giorni scorsi a Reggio Emilia quando individui arrestati praticamente in flagranza di reato e poi rilasciati hanno cantato « Italia, Italia ». Un fatto inaccettabile. Le persone perbene desiderano vivere in un Paese in cui lo Stato svolga in modo efficiente una delle funzioni per cui è nato, garantire la sicurezza dei propri cittadini. In particolar modo dei più indifesi. Occorre inasprire le pene ma soprattutto renderle certe. Chi sbaglia deve pagare, non solo attraverso le sanzioni e la detenzione ma anche svolgendo lavori di utilità sociale verso la comunità che ha danneggiato con il proprio comportamento.

Servono inoltre più agenti sul territorio perché il blocco delle assunzioni degli anni scorsi ha notevolmente ridotto gli organici, che vanno adeguatamente e velocemente ricostituiti. Perché la vigilanza vera, poi le eventuali indagini, si fanno con le persone in carne ed ossa e spetta a professionisti che devono essere ben formati ed equipaggiati.

Voglio ringraziare le Forze dell’ordine per il lavoro quotidiano portato avanti a servizio del Paese, spesso in condizioni difficili.

Per i cittadini stranieri che commettono reati in Italia sarebbero inoltre auspicabili accordi bilaterali con i Paesi di provenienza affinché la pena possa essere scontata nei Paese d’origine.

Nei mesi scorsi decine di migliaia di cittadini reggiani, oltre 1.600 solo a Scandiano, hanno sottoscritto una proposta di legge per migliorare la legittima difesa, inasprire le pene per chi commette reati a forte impatto sociale, come i furti, e soprattutto chiedere certezza della pena. Auspico che Governo e Parlamento ascoltino con attenzione questa forte volontà popolare e assumano provvedimenti in tempi brevi. I firmatari, tra cui il sottoscritto, non vogliono lo “Stato di polizia” ma uno Stato serio, credibile, di cui nessuno possa beffarsi.

Come è accaduto nei giorni scorsi a Reggio Emilia quando individui arrestati praticamente in flagranza di reato e poi rilasciati hanno cantato « Italia, Italia ». Un fatto inaccettabile. Le persone perbene desiderano vivere in un Paese in cui lo Stato svolga in modo efficiente una delle funzioni per cui è nato, garantire la sicurezza dei propri cittadini. In particolar modo dei più indifesi. Occorre inasprire le pene ma soprattutto renderle certe. Chi sbaglia deve pagare, non solo attraverso le sanzioni e la detenzione ma anche svolgendo lavori di utilità sociale verso la comunità che ha danneggiato con il proprio comportamento.

Servono inoltre più agenti sul territorio perché il blocco delle assunzioni degli anni scorsi ha notevolmente ridotto gli organici, che vanno adeguatamente e velocemente ricostituiti. Perché la vigilanza vera, poi le eventuali indagini, si fanno con le persone in carne ed ossa e spetta a professionisti che devono essere ben formati ed equipaggiati.

Voglio ringraziare le Forze dell’ordine per il lavoro quotidiano portato avanti a servizio del Paese, spesso in condizioni difficili.

Per i cittadini stranieri che commettono reati in Italia sarebbero inoltre auspicabili accordi bilaterali con i Paesi di provenienza affinché la pena possa essere scontata nei Paese d’origine”.

*sindaco di Scandiano

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