16/6/2016 – “Non siamo fannulloni“. Gli autisti reggiani di Seta replicano a muso duro al direttore dell’azienda di trasporto pubblico Roberto Badalotti sulle assenze dei dipendenti. Trenta giorni di assenze nei bacini di Reggio, Modena e Piacenza del tutto legittime ma, secondo il dirigente, eccessive e da ridurre per poter armonizzare i contratti dei tre territori. Badalotti parla anche di 2 mila 85 giorni di permessi retribuiti in un anno, che costano all’azienda circa 300 mila euro, pari allo 0,28 % del bilancio aziendale. Troppi, secondo Badalotti, che chiede ai lavori “un po’ di sacrificio” per armonizzare i contratti aziendali stipulati nei tre bacini di Reggio, Modena e Piacenza. Seta sembra voler calvalcare l’onda del decreto “anti furbetti” nelle pubbliche amministrazioni, per procedere a controlli più stretti sulle assenze per malattia, infortunio e altri motivi.
Gli autisti reggiani però non ci stanno e segnalano che, “a causa dell’organico sottodimensionato, si sono anzi sacrificati a lavorare più del dovuto”. E annunciano battaglia al prossimo incontro con l’azienda, già fissato per il 21 giugno. Il livello di assenteismo, insomma, sarebbe l’effetto dell’organizzazione del lavoro e del troppo stress cui sono sottoposto gli autisti.
“Siamo pronti ad un confronto, ma vogliamo che si parli nel merito. Prima di parlare di produttività bisogna discutere anche delle condizioni dei lavoratori – dichiarano i segretari della Filt Cgil e Faisa Cisal, Marco Righi e Vincenzo Miglino -. In primo luogo mediamente le giornate di assenza nel bacino reggiano per attività sindacale sono meno di 300, neanche il 15% di quelle contestate dall’azienda, peraltro suddivise tra sei sigle di categoria“.
Inoltre, “le assenze sono tutte giustificate per assistere dei disabili (con la legge 104), per donare il sangue o per permessi sindacali previsti dalla legge – continuano -. Non stiamo abusando di niente e se proprio si vuole fare un conto esatto sui permessi si utilizzi il contatore previsto dal contratto nazionale, come chiediamo da tempo“.
Il rovescio della medaglia è appunto il “super lavoro” a cui sarebbero costretti gli autisti per coprire le carenze dell’organico, stimate in almeno 25 unita”. Tra ferie maturate e non godute e riposi aggiuntivi non effettuati, ogni lavoratore ha una media di 30 giornate libere arretrate all’anno. Inoltre, ogni autista di Seta, da settembre a giugno per ricoprire i picchi della stagione scolastica, ha accettato la “flessibilità” e ha effettuato gli gli straordinari richiesti.
“Tutti noi – dice Miglino- abbiamo tirato la cinghia e dato il massimo della produttività per fornire un servizio ai cittadini. Le dichiarazioni dell’azienda mettono solo zizzania tra i lavoratori“.
Altro punto evidenziato dai sindacati è quello del premio di risultato, di cui Seta ha annunciato un aumento. “Sarebbe bene farlo, invece di annunciarlo solamente – chiosano – è da febbraio che lo aspettiamo e intanto, anche se in casi sporadici, alcuni neo assunti in azienda hanno deciso di rinunciare al lavoro perché con 1.040 euro al mese non ce la fanno“.
Ultimo nodo che non può attendere è per i sindacati quello delle cosiddette “clausole sociali“, che garantiscono la salvaguardia dell’occupazione nei casi in cui le gare assegnino il servizio a un altro gestore: “Un problema da affrontare, visto che il prossimo anno andranno a gara i tre bacini del trasporto pubblico”.
“Stupore” per le dichiarazioni di Badalotti viene espresso anche dalle segreterie regionali di Filt-Cisl, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fisa-Cisal. In un comunicato congiunto strattonano il direttore Badalotti, accusandolo dl “crociate mediatiche”:”Sa bene che non abbiamo neppure iniziato la discussione sull’armonizzazione contrattuale e che, a nostro avviso, i temi da affrontare sarebbero ben altri, a partire dalla definizione di un piano industriale di cui oggi conosciamo solo le linee guida o la volontà vera di partecipare alle gare del Trasporto pubblico locale”.
Ma – aggiungono – vorremmo rassicurare il direttore generale Roberto Badalotti, noi non ci sottraiamo a nessuna discussione, e lo abbiamo ampiamente dimostrato con la firma dell’accordo transitorio sui neo assunti. Vorremmo inoltre ricordare che il tema della riduzione dei permessi sindacali è già ricompreso e quantificato nel rinnovo contrattuale appena sottoscritto, e per quanto riguarda le assenze di varia natura fa testo la legge e non la contrattazione con le parti sociali. Ci auguriamo che l’azienda dimostri la volontà di affrontare l’armonizzazione contrattuale, riconducendo la discussione nei luoghi deputati e non strillando “crociate mediatiche” sulle pagine dei giornali”.