15/6/2016 – Sarà a Bologna il quartier generale del Cherenkov Telescope Array (Cta), infrastruttura di oltre cento telescopi in Cile e alle Canarie che costituirà il più potente osservatorio di raggi gamma cosmici, radiazioni ad altissima energia che senza il filtro dell’atmosfera creano problemi a satelliti e astronauti.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), che a Bologna ha tre importanti centri (Osservatorio astronomico, Istituto di astrofisica spaziale e fisica cosmica, Istituto di radio astronomia), ha vinto la competizione europea: unanime la decisione del Council del Cta, il 13 giugno a Monaco (Germania).
Lo fa sapere l’Università di Bologna, che metterà al lavoro, con l’Inaf, il suo Dipartimento di Fisica e Astronomia: circa 200 i loro ricercatori, tra i mille del progetto Cta, promosso da un consorzio di oltre trenta Paesi e raccomandato dall’European Strategic Forum for Research Infrastructures (Esfri). “Siamo orgogliosi”, commenta il ministro Stefania Giannini (Miur).
Nei primi anni ‘60 era stato il fisico italiano Giuseppe Cocconi, al Brookehaven National Laboratory negli Usa, il primo a ipotizzare che i raggi cosmici altamente energetici avessero origini extragalattiche, e che ai raggi cosmici carichi si accompagnasse l’emissione di raggi gamma; anche quest’ipotesi venne confermata e oggi i raggi gamma vengono utilizzati come tracciatori dell’accelerazione cosmica di particelle. Un suo articolo del 1959 sulle comunicazioni intergalattiche, scritto insieme a Philip Morrison, si rivelò fondamentale per la fondazione del progetto Seti.