La Cna all’attacco dei mercatini
“Altro che hobbisti, è concorrenza sleale”
Chiesta la modifica della normativa

11/16/2016–  La Cna di Reggio Emilia all’attacco dei “mercatini” che proliferano dovunque: per Cna Commercio sarebbe concorrenza sleale mascherata sotto le denominazioni più varie. L’associazione di via Maiella, quindi, chiede aipartiti e alla Regione di modificare le normative in vigore, ritenute troppo permissive

“Un fenomeno  che si sta sempre più aggravando è l’organizzazione in molti Comuni di “mercatini” che assumono via via denominazioni diverse, richiamando il riuso, il vintage, gli hobbisti, le attività dell’ingegno – sottolinea il presidente di CNA Commercio, Dino – forte è la nostra preoccupazione in quanto spesso, di ingegnoso, c’è solo la modalità di soggetti privati per fare concorrenza alle imprese regolari. Da una nostra indagine risultano oltre 300 le giornate promosse in tutta la provincia, quasi come avere un outlet o un grande centro commerciale in più in provincia: una situazione oggettivamente non più tollerabile”. La CNA reggiana parla esplicitamente di nuova forma di abusivismo commerciale, e annuncia  “un nuovo fronte di azione contro l’illegalità e la concorrenza sleale per la difesa delle imprese vere, siano commercianti (ambulanti o con sede fissa) o artigiani, e per la tutela di cittadini e consumatori”.

“E non è solo una questione di concorrenza sleale: chi pratica queste attività non dà nessuna garanzia sulla sicurezza e sulla qualità della merce esposta e venduta sulle bancarelle – continua Spallanzani – per queste ragioni abbiamo inviato a tutti i sindaci della provincia un dossier che consente di avere una lettura chiara e su scala più ampia del fenomeno dei mercatini e forme “collaterali” di commercio su aree pubbliche, che ormai costituiscono una vera minaccia per il sistema commerciale territoriale”.

Secondo l’Associazione, occorre andare oltre la legge regionale 4 del Maggio 2013 sulla disciplina dei mercatini degli hobbisti. “Dietro alle norme in tema di riuso, una giungla di finti artigiani e commercianti, mascherandosi da hobbisti, di fatto nascondono attività di vera e propria produzione e commercio evadendo in questo modo tasse e contributi a cui invece sono assoggettate le attività regolari – sostiene Spallanzani –  Non si sta parlando ovviamente dell’articolo usato venduto da bambini e famiglie per i quali si vuole sostenere il riuso: si tratta in tanti casi di un vero e proprio commercio abusivo, quasi un mercato alternativo dove viene venduta merce di ogni tipo, dall’abbigliamento alla bigiotteria, al giocattolo, che viene acquistata in stock per l’occasione da persone ben lontane dal vero hobbista. Infatti, spesso salta all’occhio come sulle bancarelle non ci siano affatto cose usate. Questa forma di “commercio” pone anche interrogativi sulla provenienza della merce”.

“Come Associazione stiamo ponendo con forza alla Regione la necessità di modificare la normativa – conclude il presidente di CNA Commercio – ma molto dipende anche dalle singole amministrazioni comunali a cui chiediamo rigore nel concedere aree per lo svolgimento dei “mercatini”, rigore nei controlli delle attività, rigore nel concedere autorizzazioni solo ai soggetti titolari di partita iva. Per questo proponiamo un protocollo d’intesa con indicazioni concrete, come l’istituzione di registri per le presenze degli espositori privati, utile sia per prevenire fenomeni di abuso ma anche per individuare e recuperare evasione di tasse e contributi”.

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