19/6/2016 – Ieri mattina, nel settantesimo del sacrificio di don Umberto Pessina, ucciso la sera del 18 giugno 1946 da un commando di tre partigiani comunisti, lo storico Paolo Pisanò – autore col fratello Giorgio del celebre libro “Il triangolo della morte” – si è recato a San Martino Piccolo di Correggio e rendere omaggio al martire, che fu colpito a morte davanti alla canonica. E’ stata l’unica iniziativa non confessionale per commemorare don Pessina, ma curiosamente è stata ostacolata da improvvisati lavori di pulitura della lapide posta a ricordo del sacerdote ucciso, sopra il portone della canonica.
Quando Pisanò, accompagnato da Luca Tadolini e da una delegazione organizzata dal Centro Studi Italia (fra gli altri il capogruppo di Forza Italia a Reggio e in Provincia Giuseppe Pagliani) è arrivato a San Martino Piccolo, ha trovato un camioncino messo a sbarrare l’ingresso della canonica, con due operai sopra il camioncino intenti apparentemente a ritoccare le parole incise nella lapide.
Di conseguenza non è stato possibile il previsto momento di raccoglimento sul luogo preciso dell’omicidio, davanti al portone dove sono ancora visibili i fori dei proiettili.
I partecipanti hanno comunque ricordato don Pessina davanti alla cappella del sacello, e guidati dalla professoressa Fernanda Foroni presidente del circolo Frassati di Correggio hanno visitato la chiesa, dove erano in corso i preparativi per la messa da requiem in forma straordinaria celebrata ieri sera col rito in latino dal vicario foraneo don Carlo Castellini. A destra dell’altare campeggia un grande ritratto di don Pessina.
Quando la delegazione, dopo le foto di rito, è partita per Vetto (dove Paolo Pisanò ha ricordato l’eccidio del tenente medico Pietro Azzolini davanti alla croce alzata alla Volpara) è miracolosamente scomparso anche il camioncino.
Anche il restauro della lapide, sempre che fosse necessario, è un modo per ricordare don Pessina. Ma perché proprio ieri, nell’anniversario dell’uccisione? E perché casualmente proprio quando era prevista la commemorazione con Pisanò? Il lavoro non poteva essere fatto prima?
Alcuni dei partecipanti dubitano che non sia accaduto a caso e che qualcuno nella chiesa abbia voluto far sapere in un modo tipicamente clericale che la commemorazione laica di don Pessina non era gradita. Un’impressione suffragata dal fatto che, nonostante in sacrestia vi fossero delle persone che si sono guardate bene dal partecipare, non si è visto neanche un sacerdote. Neanche un prete per chiacchierar, come cantava Celentano. E’ accaduto tutto per caso? A pensar male si fa peccato, disse un grande politico cattolico, ma per spesso ci si indovina.
LE CELEBRAZIONI DI DOMENICA A SAN MARTINO PICCOLO
Domenica mattina 19 giugno alle 11 Messa solenne celebrata da monsignor Giuseppe Verucchi, vescovo emerito dell’arcidiocesi di Ravenna -Cervia, con preghiera davanti al sacello di don Pessina e nel sagrato dove fu ucciso.
Alle 17 Adorazione con l’esposizione del SS. Sacramento. Vespri e Benedizione Eucaristica officiati da monsignor Luigi Negri arcivescovo di Ferrara-Comacchio, abate di Pomposa e presidente del Comitato Amici di Rolando Rivi.
Al termine dell’incontro saranno proiettati alcuni filmati originali inediti della traslazione della salma di don Pessina e dell’inaugurazione del sacello.
IL SILENZIO DEL COMUNE E DEL PD
Neppure ieri, nel settantesimo, l’amministrazione comunale di Correggio ha trovato il coraggio di pronunciare almeno una parola. E’ vero che sul comune e sul sindaco Ilenia Malavasi è caduta la sentenza del giudice civile di Reggio Emilia, con la condanna dell’ente a pagare quasi undici milioni di euro alla Banca di San Felice sul Panaro a seguito del crac Encor. Ma almeno qualcosa sul sito del Comune si poteva scrivere. Lo stesso vale per il Pd locale e provinciale, che non ha diffuso neppure tre righe di comunicato. Il silenzio è assordante: un messaggio politico preciso, la stagione del Chi Sa Parli sembra morta e sepolta.
itala mastronardi
20/06/2016 alle 13:06
Vorrei ricordare (come se ce ne fosse bisogno) che per “quei signori ” i delitti dei “rossi” non sono mai esistiti, non esistono, non esisteranno MAI! Inoltre vorrei ricordare che sul VESCOVO SOCCHE che disse “basta ai delitti dei rossi” solo io ho fatto una doverosa lettera su “prima pagina” come memento nel 50° della morte ! Nessuno ha osato fare altrettanto per ricordarlo nella solenne celebrazione in cattedrale di S.E. il Cardinale Camillo Ruini ! Nessuno dei “papaveri” ha scritto nulla in ricordo! Noi ricordiamo Don Umberto Pessina , che il Vescovo Socche ando’ a baciare fra le lacrime quale martire di vigliacchi assassini ! Speriamo che il sacerdote Don Umberto Pessina sia , come per Rolando Rivi, presto dichiarato Beato! Che il sangue dei giusti non sia mai dimenticato ! Itala Mastronardi