di Dario Caselli
20/6/2016 – Dopo il primo turno avevamo scritto che secondo i numeri, il Pd aveva vinto. I numeri dei ballottaggi dicono invece che ha perso in maniera piuttosto netta: su 25 comuni capoluogo, ne governava una ventina e ne ha persi 13, conquistandone due nuovi, Caserta e Varese: particolarmente importante il secondo, perchè ora il Pd governa tutti i capoluoghi di provincia della Lombardia.
Questo ci dice che, mentre la Lega Veneta di Zaia controlla veramente il Veneto, la Lega Lombarda di Salvini, controlla solo la regione Lombardia. Se la narrazione di Renzi arranca, quella di Salvini è senza fiato. La destra salviniana porta a casa Novara e Savona, ma perde appunto la sua culla, Varese.
Il centro destra vince numerosi ballottaggi, ma spesso grazie a candidati civici e comunque non leghisti. L’opposizione a Renzi vince con le donne, oltre a Roma e Torino, a Brindisi, Savona, Villacidro, Carbonia, è un buon segnale ed è un’onda destinata a continuare. I Cinque Stelle vanno al ballottaggio in 20 comuni e ne vincono 19, il che prova che l’elettorato di destra e quello di sinistra li votano, mentre il loro nei ballottaggi è più fluido e non confluisce automaticamente su nessun candidato, con l’eccezione dei civici. Il che rende evidente che Renzi rischierebbe solo se andasse al ballottaggio coi Cinque Stelle.
Il Pd è suonato, ma rimane in piedi, il centro-destra è tenuto in piedi dagli elettori, ma non esiste, non ha programmi comuni, nè una leadership forte. I Grillini sono di fronte alla prova del fuoco: se governano discretamente e non rubano, possono aspirare al governo nazionale. Certo, dovendo fare delle scelte non potranno continuare ad essere il partito pigliatutto. Di Maio dichiara molto, ma a Napoli e in Campania è andato male, mentre Di Battista trionfa a Roma e questo peserà sul futuro.
Renzi si consola con Milano, tiene in Emilia, con qualche scricchiolio nei grossi comuni non capoluogo, per il resto perde omogeneamente in tutto il Paese, anche se conquista Caserta, la capitale dei Casalesi: cosentiniani e verdiniani, sono serviti a qualcosa, ma non è roba di cui menare vanto.
Vince il sempreverde Mastella a Benevento, mentre D’Alema perde a Gallipoli la sfida con il candidato renziano: il suo fedelissimo, Fasano, si fa rimontare sul filo di lana.
marco
20/06/2016 alle 15:15
La vera novità è la ribellione dei giovani e col successo dei grillini si apre un nuovo periodo di fiducia e di entusiasmo. Il problema sarà la ” grande armata” contro , che un tempo era di destra, ora è di tutti : sx e dx