1/6/2016 – Con l’orario estivo è in arrivo un robusto taglio ai treni delle ferrovie locali: lo denuncia Federconsumatori di Reggio Emilia, secondo cui la Regione Emilia-Romagna, committente del servizio, “ritiene che finito il periodo scolastico sulle proprie linee ferroviari molti treni siano superflui”.
L’elenco delle riduzioni è eloquente: dal 12 giugno all’11 settembre saranno soppressi dodici treni nelle tratte ferroviarie del territorio reggiano:
– Sulla linea Ciano-Reggio Emilia sei corse in meno che produrranno nel primo pomeriggio un riduzione dell’offerta che porterà intervalli di 2 ore ogni treno nelle due direzioni.
– Vengono anche soppresse due corse sulla Sassuolo-Reggio Emilia nella fascia oraria 17/19 “sicuramente appetite dagli utenti – sottolinea Federconsumatori – e senza apparente attinenza con la frequentazione scolastica”.
– Quattro treni soppressi anche sulla linea Guastalla-Reggio Emilia che “oltre ad un inizio ritardato del servizio, andranno a produrre nel primo pomeriggio un “buco” di 2 ore nelle due direzioni”. questo taglio, fra l’altro, è particolarmente preoccupante perché va a incidere in una fascia oraria di punta nei collegamenti tra il centro di Reggio Emilia centrale e la stazione dell’alta velocità.
Federconsumatori Reggio Emilia ritiene che “la scarsa affidabilità del servizio su queste linee renda necessario procedere con estrema cautela con ulteriori riduzioni, per il rischio di ingenerare ulteriore sfiducia sui potenziali utenti del trasporto pubblico”. In sostanza ci si interroga se la Regione, al di là dei proclami, di fatto non consideri residuale il trasporto ferroviario locale, che invece ha grandi potenzialità. Ma è chiaro che se non si offre un servizio adeguato per qualità e soprattutto per frequenze, la clientela scappa ed è costretta a utilizzare altri mezzi.
” In diverse dichiarazioni l’assessore Donini aveva ribadito l’obiettivo di voler potenziare il servizio attraverso nuovi treni e l’elettrificazione delle linee”. Ma, accusa l’associazione di via Bismantova, “nei fatti vengono compiute scelte che vanno in direzione opposta, come la riduzione del servizio o il rinvio della consegna di nuovi treni”.
“Come associazione ci chiediamo anche come sia possibile, in un ottica di sviluppo futuro, oltre che di promesse concrete fatte ai cittadini e alle cittadine pochi mesi prima, mettere interi comuni in condizione di non poter avere dei servizi pubblici per il trasporto, ma di dover ricorrere per forza al mezzo privato.
I pendolari forse non lavorano d’estate? E’ possibile che intere fasce orarie lascino scoperti paesi e comuni? Tali fatti e comportamenti devono fare riflettere sia gli amministratori locali che i cittadini”.