16/6/2016 – L’economia civile di mercato, che non esclude nessuno ma in cambio chiede a tutti di fare qualcosa per la società, è la strada per il futuro del mondo. Il professor Stefano Zamagni ha letteralmente conquistato la platea dell’Ucid di Reggio Emilia (imprenditori cattolici) che all’hotel Astoria di Reggio ha organizzato l’incontro “Fare insieme. Ecologia integrale ed economia civile nell’enciclica Laudato Si” il Vescovo Massimo Camisasca,il presidente nazionale di Federmeccanica Fabio Storchi, patron di Comer Industries, e Stefano Zamagni coordinati dal presidente Ucid Luigi Grasselli.
“Questa crisi – ha esordito monsignor Camisasca – ha spento nel cuore di molti uomini la speranza del poter fare insieme, affermando in molti campi un forte individualismo. Occorre invece una condivisione di progetti e di obiettivi, perché un’economia che pensa soltanto al profitto non è una un’economia che fa bene all’uomo”.
Pronta la risposta di Fabio Storchi: “Nel nostro territorio c’è una solidarietà fortissima, che ha dato vista a un sistema di imprese familiari da cui è scaturito un capitalismo originale, dove è fortissima la responsabilità di tipo individuale”. E mentre il Papa, al recente incontro con gli imprenditori, ha ricordato che l’impresa rappresenta un bene di interesse comune perché persegue interessi comuni e quindi gli imprenditori e i dirigenti sono chiamati a creare un’economia che sia a misura di uomo, Storchi ha evidenziato che “il rischio di instabilità che caratterizza questa quarta rivoluzione industriale si può contenere soltanto se saremo in grado di costruire nuove relazioni industriali e sociali, con uno spirito di collaborazione che oggi manca, per redistribuire sacrifici e vantaggi. Si avverte un forte bisogno di cambiamento – ha aggiunto Storchi – che metta la persona al centro di uno sviluppo sostenibile, supportata da forme inedite di welfare e nuove forme di collaborazione, per creare l’economia della partecipazione in grado di generare una sorta di sussidiarietà circolare di cui la nascita dell’ospedale oncologico CoRe, e ancora prima il progetto di Calatrava, sono esempi concreti”.
“Una sfida da cogliere – ha replicato l’economista Zamagni – per affrontare i nodi dell’economia di mercato che è civile quando include tutti e incivile quando progredisce escludendo quote di popolazione”. Con il no al welfare che si degrada in assistenzialismo (San Francesco diceva “L’elemosina aiuta a sopravvivere, ma non a vivere”) Zamagni ha insistito sulla necessità di creare nuovi settori di attività che offrano lavoro per tutti. “Ma per fare questo – spiega Zamagni – occorre cambiare i paradigmi organizzativi delle imprese e rimettere la persona al centro, così come occorre ripensare l’attuale modello di welfare, paternalistico e assistenzialistico che ha deresponsabilizzato i cittadini, per favorire la transizione verso una nuova forma di welfare generativo, in cui la persona che si trova nel bisogno viene posta nella condizione di aiutare a sua volta gli altri”.
L’economia civile di mercato, che deve mirare al “bene comune” nel quale ci sia posto per tutti, non può non basarsi sulla biodiversità. Ma soprattutto si può realizzare con una riforma profonda dell’intero sistema fiscale che oggi colpisce maggiormente il reddito da lavoro e d’impresa, piuttosto che il reddito da speculazione finanziaria, che è per definizione parassitaria”.