Nel primo trimestre crescita moderata degli ordini, metà degli imprenditori prevede un miglioramento
L’indagine congiunturale di Unindustria Reggio

 25/5/2015 – Il 2016 si è aperto con un consolidamento della tendenza positiva su produzione e ordini, nonostante gli elementi di debolezza e fragilità dello scenario internazionale. E’ il quadro delineato dall’indagine congiunturale trimestrale di Unindustria Reggio Emilia.

Mauro Severi

Mauro Severi

Rispetto alla rilevazione precedente “è in aumento il numero di imprese che dichiarano un miglioramento tendenziale nei livelli produttivi e negli ordinativi. A spingere questa dinamica è soprattutto il recupero degli scambi commerciali verso l’estero”.

Ma, avverte Unindustria “siamo ancora in una fase di passaggio. Ci confrontiamo con livelli ancora al di sotto di quelli pre-crisi, e i segnali economici positivi che stanno emergendo devono stabilizzarsi per poter sostenere la ripresa anche nei prossimi mesi”.

Nel primo trimestre 2016 la produzione ha fatto registrare un incremento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’ andamento è il frutto di dinamiche diverse tra i paesi: si è accentuata la debolezza negli emergenti, mentre si è avuto un miglioramento nel complesso delle economie avanzate, dove il ritmo di espansione risulta però ancora fiacco.

In moderato aumento anche i ricavi nel primo trimestre 2016: l’andamento del fatturato complessivo ha registrato una crescita dell’1,2% rispetto allo stesso trimestre del 2015.

Le vendite sui mercati esteri hanno registrato una crescita del 2,3% rispetto al quarto trimestre 2015. Di segno negativo invece le vendite sul mercato interno (-3,1%).

L’andamento complessivo degli ordinativi acquisiti evidenzia una crescita, pur se contenuta (+1,2%), mentre gli ordini esteri hanno registrato una variazione positiva ma di minore entità (+0,8%).

La spinta della domanda estera, che da sempre sostiene l’attività delle imprese reggiane ha quindi risentito della debolezza dei mercati extraeuropei.

Per quanto attiene al mercato del lavoro “non si registrano variazioni di rilievo sul livelli occupazionali nelle imprese del campione”.

2015

2016

II trim.

III trim.

IV trim.

I trim.

Produzione industriale

1,3

2,2

-4,0

0,7

Fatturato

2,7

1,5

-2,0

1,2

Fatturato interno

2,5

-0,1

1,2

-3,1

Fatturato estero

3,6

4,8

-1,5

2,3

Occupazione

1,6

1,8

-0,3

0,0

Ordini complessivi

1,4

4,6

3,1

1,6

Ordini esteri

2,3

5,5

0,7

0,8

 Le aspettative delle imprese per i prossimi mesi sembrano orientate al permanere di una situazione di ulteriore, seppur moderato, recupero, in particolare sul mercato estero.

Il 47,4% delle imprese intervistate prevede un moderato miglioramento nella produzione rispetto ai bassi livelli attuali, a fronte del 36,6% che si attende uno scenario stabile, mentre solo il 16% mantiene una visione negativa anche per i prossimi mesi.

La dinamica del portafoglio ordini è orientata a nuovo, lieve recupero.

Il saldo delle risposte è infatti positivo (+25,6), con il 43,9% delle imprese del campione che ha ordini previsti in crescita rispetto alla rilevazione precedente, a fronte del 37,7% che registra ordinativi stabili e del 18,3% in riduzione.

Sono gli ordinativi esteri a far meglio sperare con un saldo delle risposte che si mantiene positivo (+41,3).

Le indicazioni che emergono in riferimento al sistema manifatturiero reggiano sono coerenti con una dinamica positiva del PIL e confermano i segnali di crescita rilevati dai principali istituti economici – afferma il Presidente di Unindustria Reggio Emilia, Mauro SeveriSono ancora molte però le incognite per poter parlare di ripresa stabile e duratura.

A livello internazionale il fronte politico continua a generare turbolenze: il referendum sulla Brexit e le tensioni per la gestione dei flussi migratori offuscano l’orizzonte decisionale. L’espansione americana mostra segni di accelerazione proprio nel manifatturiero. La locomotiva cinese ha perso slancio ma non è ferma, qualche progresso si osserva in Russia e Brasile. Questi risultati andrebbero consolidati da un’azione internazionale coordinata che utilizzi tutte le leve disponibili, cosa che mi rendo conto non è così semplice”.

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