di Alessandra Guatteri*
9/5/2016 – Il bilancio 2015 di Iren registra perfettamente tutte le situazioni sulle quali ci stiamo battendo per avere chiarezza.
Iren si conferma una società quotata in borsa che distribuisce dividendi unicamente grazie alle nostre bollette. Soprattutto grazie alle bollette dell’acqua, in quanto il comparto idrico genera ben il 27% del risultato operativo di IREN (nel 2014 era il 23%).
Quindi oggi l’Assemblea dei Soci ha potuto deliberare l’erogazione di un dividendo di 70 milioni di euro (settanta milioni).
Oggi ho ricevuto la delega da una piccola azionista, quindi all’Assemblea dei soci IREN c’ero anche io.
Per prima cosa ho potuto subito notare che a parte il Sindaco Vecchi, nessuno dei Sindaci delle altre città ha voluto partecipare a un’Assemblea nella quale oltre ad approvare il bilancio, sul quale permangono molte ombre, eleggere il nuovo cda e il nuovo Presidente, si deliberavano modifiche dello Statuto che andranno a modificare pesantemente il futuro di IREN e il rapporto della multiutility con in territori che gli stessi Sindaci dovrebbero rappresentare. Questo fatto la dice lunga sulle modalità di gestione di un’azienda che continua a non capire se è pubblica o privata (forse non lo capiscono più neanche i Sindaci)
Le criticità che emergono dal bilancio consolidato 2015 di IREN sono state oggetto dei nostri interventi come Piccoli Azionisti, ma devo evidenziare che le risposte che abbiamo ottenuto non sono in alcun modo esaurienti rispetto a quelle che erano le questioni poste all’attenzione di Presidente, Amministratore Delegato e Consiglio di amministrazione.
– Un indebitamento finanziario netto che apparentemente cala del 5% ma che a ben guardare contiene 439 milioni di euro di crediti finanziari verso OLT che nel 2015 aumentano di 6 milioni di euro. La domanda è : Iren rivedrà mai questi soldi, considerato che tra l’altro nel 2015 la partecipazione in OLT viene salutata di 9 milioni di euro, passando da 29 a 18 milioni di euro? E si consideri che OLT rimane in piedi solo grazie al fondo di garanzia che paghiamo noi utenti con le bollette del gas.
– La situazione di Torino, ormai è evidente a tutti.: si tratta di una città nei confronti della quale IREN vanta crediti finanziari per circa 122 milioni di euro e crediti commerciali per circa 57 milioni di euro. È vero che nel corso dell’anno c’è stato un miglioramento , ma è vero anche che nel corso dell’anno i crediti commerciali scaduti sono magicamente diventati, grazie a un accordo di conto corrente, crediti finanziari, quindi migliorano la posizione finanziaria netta. Ci chiediamo quale la qualità di questi crediti e vorremmo sapere se la diminuzione del 35% del capitale circolante netto in favore di un miglioramento del l’indebitamento finanziario netto non avrà dei riflessi negativi sulla gestione.
Ci chiediamo anche se il nuovo Presidente di IREN , il Dr. Peveraro, scelto da Fassino, ex Assessore del Comune di Torino ed ex Vice presidente della Regione Piemonte, che tra l’altro era il Presidente del Collegio Sindacale fino all’anno scorso e che quindi ha vissuto e validato i bilanci nei quali emergeva l’esposizione di Torino, riuscirà ad operare con la dovuta distanza rispetto alle esigenze di una città che senza l’intervento di IREN probabilmente navigherebbe in cattivissime acque.
– Da ultimo, il discorso Iren Rinnovabili, società partecipata al 70% da Iren Ambiente , ma non consolidata, che continua ad avere un debito di 33 milioni di euro verso IREN e che invece di restituire quanto dovuto investe insieme al Comune di Reggio (uno dei principali azionisti di IREN) nel settore immobiliare attraverso la STU Reggiane.
Investimento che, abbiamo appreso dalla stampa viene realizzato su terreni e immobili che ancora non si sono potuti acquistare, in quanto appartenenti a una società (la Fantuzzi immobiliare) che conta 66 milioni di euro di debiti e che sta affrontando una complessa procedura di ristrutturazione finanziaria. Tanto complessa che l’acquisto potrebbe diventare un esproprio. Quindi che valore hanno i contratti preliminari per la cessiione degli spazi?
Da ultimo vorrei sottolineare che oggi, oltre ad approvare il voto maggiorato, si votava anche delegare al cda di aumenti di capitale fino a quasi 40 milioni di euro senza passare dall’Assemblea dei Soci.
A una mia domanda l’AD Bianco ha risposto che ancora non ci sono decisioni precise su come orientare questi aumenti di capitale, solo ambiti di riferimento. Anche questo è molto preoccupante.
Per concludere, è evidente che la chiarezza e la trasparenza su IREN sono ancora molto lontane dall’essere conquistate e con il voto maggiorato e l’aumento di capitale delegato approvati oggi saranno sempre più irraggiungibili.
*consigliera comunale 5 Stelle a Reggio Emilia
Alessandra Guatteri
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle
waterboy
11/05/2016 alle 12:29
Fantuzzi ha una concorrente, adesso anche la Guatteri analizza i bilanci. Non si può dire non abbia il dono della sintesi, se si fosse limitata alla prima frase che è illuminante: IREN distribuisce dividendi grazie alla nostre bollette” mentre la maggior parte di noi pensava che distribuisse dividendi grazie ad una parentela con Zio Paperone !
Fausto Poli
12/05/2016 alle 14:02
Sì ma questo e’ la prassii. Trattare per abbassare le bollette, quella e’ l’azione.