27/5/2016 – “Non luogo a procedere”: è la sentenza con cui poco dopo le 13 il Gup di Reggio Emilia Angela Baraldi ha mandato assolto Giuseppe Pagliani dall’accusa di diffamazione, nel processo intentato per diffamazione dall’ex presidente della provincia Sonia Masini per le dichiarazioni dell’esponente azzurro sul Global Service, il più grande appalto poliennale della provincia di Reggio Emilia dal valore di 14 milioni di euro.
Pagliani dunque non diffamò la Masini, bensì svolse una legittima critica politica in veste di consigliere provinciale (e capogruppo) di opposizione a palazzo Allende.
Il processo si è concluso dopo tre anni. Dopo la sentenza Sonia Masini si è allontanata dall’aula scura in volto, e di fronte ai giornalisti non è riuscita a trattenersi:
“Prendo atto della sentenza, anche se la Procura archiviando la propria indagine sul Global Service ha stabilito che nell’appalto non fu commessa alcuna irregolarità. Oggi ai politici si può dire di tutto e di più. E se una parte della magistratura ritiene che non sia reato dire a una persona che ha ucciso la mamma, pazienza”.
Di tutt’altro tenore, com’è ovvio, le considerazioni di Pagliani che con questa sentenza esce completamente dal tunnel
di un anno orribile dal punto di vista giudiziario e politico, dominato dai 22 giorni di carcere patito ingiustamente nell’inchiesta Aemilia, linciato sui media e in consiglio comunale ma infine assolto con formula piena dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
“Si è chiuso un capitolo aperto da troppi anni: la querela di Sonia Masini è stato un tentativo di tapparmi la bocca, nella speranza che io tenessi un profilo più basso nell’attività politica- ha detto a caldo Pagliani, che aveva a fianco il suo socio di studio e avvocato difensore Gianluca Dallari – Così non è stato, e invece ho dato voce senza farmi intimidire alle aziende escluse, che denunciavano come il più grande appalto mai conferito dalla Provincia fosse viziato. Dopo aver ricevuto le documentazioni dal consorzio Marco Polo e dal Csa, costretti ad abbandonare la gara, cosa avrei dovuto fare? Sarebbe bastata una breve proroga dell’appalto per dare a tutti il modo di presentare un’offerta. Invece non è avvenuto, e l’ex presidente Masini non ha neppure risposto alle mie richieste di chiarimento”.
La sentenza costituisce un problema, meglio dire una sconfitta, anche per il procuratore capo Giorgio Grandinetti che nella vicenda si è esposto in prima persona: dopo aver archiviato il fascicolo sul Global Service alla vigilia della sentenza, ha tolto d’autorità l’accusa al pm Isabella Chiesi che aveva chiesto l’archiviazione per Pagliani, e nell’ultima udienza ha ribaltato la posizione della Procura, chiedendo il rinvio a giudizio per il capogruppo di Forza Italia. Ma oggi il pronunciamento del Gup, sulla stessa lunghezza d’onda del pm Chiesi, è stato inequivocabile.
Il Global Service relativo alla gestione di una quarantina di edifici di proprietà della Provincia, era stato vinto nel 2011 da una cordata Gesta-Manutencoop, l’unica ad aver presentato un’offerta. Gli altri concorrenti si erano ritirati dopo aver denunciato inutilmente disparità di trattamento, a partire dalle difficoltà incontrate nei sopralluoghi, sino a presentare una richiesta ufficiale di proroga della gara. Ma la proroga fu negata. In proposito, a margine del processo Sonia Masini ha detto che vi fu una lettera del vicepresidente della Provincia (Saccardi) in base alla quale la Giunta provinciale decise di affidarle una verifica se la commissione dell’appalto avesse valutato con la dovuta attenzione la richiesta di proroga: “Ma il tecnico preposto aveva già detto no – ha puntualizzato – perchè c’erano state delle sentenze su casi analoghi e lui temeva una condanna”.
E’ utile ricordare che -come rivelò all’epoca un’inchiesta del Giornale di Reggio – tra le imprese della cordata che si aggiudicò il Global Service figurava anche il consorzio Koinos legato alla Cna reggiana e che il direttore generale della Cna – che era stato anche direttore commerciale del Koinos – è il marito di Sonia Masini che, sconfitta in tribunale, ora cerca persino di passare per vittima.
(Pierluigi Ghiggini)
PAGLIANI: HO PAGATO INGIUSTAMENTE UN PERIODO DI MESCHINITA’ E ODIO POLITICO
“Oggi si conclude dopo 5 anni una vicenda giudiziaria iniziata nel 2011 con la querela di Sonia Masini ex presidente della Provincia nei miei confronti per le mie critiche relative al grande e rilevante appalto provinciale da oltre 14 milioni di euro denominato Global Service.
Le mie erano critiche politiche giustificate che si basavano sulle lamentele di alcune aziende partecipanti al bando di gara. La dott.ssa Chiesi, Pubblico ministero reggiano, aveva chiesto lei stessa il non luogo a procedere avendo esaminato attentamente le carte dell’indagine; poi alla scorsa udienza inspiegabilmente il Dott. Grandinetti, Procuratore Capo, aveva deciso di sovvertire la posizione della collega Chiesi. Oggi possiamo affermare che la ragione piena era della PM Chiesi che aveva ritenuto il mio comunicato come normale critica politica.
Quello della ex Presidente è stato un tentativo assurdo di porre il bavaglio al capogruppo dell’opposizione di centro destra; così non è stato, ed oggi il Tribunale di Reggio Emilia lo ha sancito in modo inequivocabile e definitivo.
Termina, con l’uscita dalla scena politica di Sonia Masini, anche un periodo in cui ho personalmente pagato ingiustamente il clima di meschinità ed odio politico.
Questa provincia si scorderà presto della ex Presidente e dei danni amministrativi che il PD, tramite Sonia Masini, ha causato al nostro territorio provinciale in 15 anni di gestione del potere prima come Vice Presidente e poi negli ultimi 10 anni come presidente della Provincia”. Giuseppe Pagliani capogruppo Forza Italia Reggio Emilia
Il gioco delle parti..
29/05/2016 alle 08:13
Fanno davvero pena.
La ‘cultura contadina’ era un’altra cosa.
Questi sono semplicemente GREZZI&GRETTI.