11/5/2016 – Oggi in Tribunale a Reggio Emilia è accaduto qualcosa di molto insolito. E’ andata in scena l’udienza, che doveva essere conclusiva, del processo per diffamazione intentato dall’ex presidente della provincia Sonia Masini nei confronti di Giuseppe Pagliani per le sue critiche sull’appalto da 14 milioni di euro del Global Service.
Nell’udienza del 30 marzo, il pm Isabella Chiesi aveva chiesto al Gup l’archiviazione del procedimento. Questa mattina invece si è presentato in aula personalmente il procuratore capo Giorgio Grandinetti, che ha smentito clamorosamente il suo pm e ha chiesto invece il rinvio a giudizio di Pagliani.
Richiesta che ha lasciato tutti di sorpresa, tanto più che la Procura ha indagato per quattro anni su tale appalto.
“Devo dire che, in tanti anni di procedimenti penali, non mi era mai capitato di vedere la Procura smentire se stessa in 40 giorni – ha commentato dopo l’udienza l’avvocato Pagliani, capogruppo di Forza Italia in comune a Reggio e in provincia – Ricordo infatti che alla scorsa udienza, in modo molto attento, il pubblico ministero Dott.ssa Chiesi aveva richiesto l’archiviazione; oggi invece, su iniziativa personale del procuratore Grandinetti la valutazione è cambiata completamente per motivi che, peraltro, lo stesso procuratore capo non ha spiegato o motivato”.
Resta il fatto – ha aggiunto Pagliani – che la mia critica all’operato della sig.ra Masini è nata a seguito di segnalazioni pervenute per iscritto ai consiglieri di opposizione da aziende che avevano partecipato alla fase iniziale del Global Service ed avevo il dovere di sollevare il caso pubblicamente; del resto la Procura stessa di Reggio Emilia ha ritenuto opportuno svolgere indagini sulla vicenda, indagini durate oltre 4 anni, essendo iniziate nel 2011 e concluse solo qualche giorno fa.”
Nell’udienza di oggi il difensore Gianluca Dallari, difensore di Pagliani , “ha ampiamente sottolineato la piena legittimità della condotta di Pagliani” su una vicenda rispetto alla quale – aggiunge il consigliere – l’ ex presidente sonia Masini non ha mai fornito le dovute risposte alle mie interpellanze ed interrogazioni”.
L’udienza conclusiva sarà celebrata il 27 maggio.
Va ricordato che l’appalto del Global Service (ormai prossimo alla scadenza) fu vinto da una cordata Gesta-Manutencoop, unica ad aver presentato un’offerta dopo che tutti i concorrenti si erano ritirati soprattutto per gli ostacoli incontrati nei sopralluoghi degli edifici, e aver visto respinta una richiesta di rinvio della scadenza dei termini per l’offerta..
L’aspetto politicamente più sconcertante dell’appalto è che alla cordata partecipava il consorzio Koinos legato a doppio filo alla Cna di Reggio Emilia, il cui direttore generale Bezzi era ed è il marito di Sonia Masini, all’epoca capo dell’amministrazione che assegnò l’appalto.
Umberto G
11/05/2016 alle 19:22
IO STO DALLA PARTE DEL PROCURATORE CAPO! (dott. Colangelo )
Fausto Poli
17/05/2016 alle 14:09
Ma per favore, non si imbroglino le carte. Se Pagliani e’ stato rinviato a giudizio e’ eprche’ ne ha elementi per trarre questa conclusione. Non siamo al Bar dello Sport !!
Pierluigi
17/05/2016 alle 17:08
Caro Poli, ancora una volta Lei parla di quello che non sa. Sono stato io per primo (non Pagliani) a sollevare la scandalosa vicenda del Global Service con un’inchiesta sul Giornale di Reggio. Ho anche rivolto pubblicamente dieci domande a Sonia Masini, alle quali non ha mai risposto. Ne so certamente più degli altri, anche se stranamente nel corso delle indagini la Procura non ha mai ritenuto di dovermi ascoltare, e posso assicurarLe che con le sue mozioni e i suoi interventi Pagliani ha detto né più né meno la verità. In ogni caso, ancora una volta assistiamo all’uso della clava giudiziaria contro gli oppositori politici. Ghiggini
cloe
11/05/2016 alle 21:14
Forse un’indagine andrebbe fatta nei cassetti della procura. Scommetto che vi sono ancora decine di esposti che potrebbero chiarire tutto il sistema Pd. E poi non noto molta differenza tra chi si vanta di non essersi recato a certe processioni, e chi si è affrettato per stringersi alla corte di quell’altro mister democrazia del colonnello Gheddafi.