A Reggio il calcio femminile è diventato grande
In 19 mila alla finale europea, vinta dal Lyon

27/5/2016 – “Esiste anche il calcio femminile”. Eccome se esiste. Lo striscione esposto ieri nella curva sud del Mapei Stadium, più che un augurio, si è rivelato una premonizione. Con la finale di Champions League femminile (con l’Olympique Lyonnais che ha vinto il suo terzo titolo europeo superando ai rigori le tedesche dl Wolfsburg, al termine di un match avvicente e combattuto sino allo spasimo) Reggio Emilia ha aperto una pagina nuova: come volevano i vertici della Figc, la città del Tricolore ha funzionato da trampolino di lancio per il  calcio femminile verso l’empireo dei grandi sport in Italia. Da ieri è cambiato tutto.

 

Il passaggio delle frecce tricolori sullo stadio di Reggio Emilia

Il passaggio delle frecce tricolori sullo stadio di Reggio Emilia

Merito dell’organizzazione, dello sforzo profuso per realizzare una finale da urlo col contorno di manifestazioni, incontri e il passaggio delle Frecce Tricolori sullo stadio, ma soprattutto dei reggiani: si puntava ai 15 mila spettatori, invece ne sono arrivati 19 mila. Un successo oltre ogni previsione. Segno irreversibile che il calcio femminile il pubblico ce l’ha, e lo avrà sempre di più: alla faccia del neo allenatore del torino Mihajlovic secondo cui le donne non dovrebbero nemmeno parlare dicalcio.

Coppa Uefa femminile: la coreografia al Mapei Stadium di Reggio Emilia prima della finale Wolfsburg-Lione

Coppa Uefa femminile: la coreografia al Mapei Stadium di Reggio Emilia prima della finale Wolfsburg-Lione

Tutti stupefatti di fronte allo spettacolo del Mapei Stadium pieno: “Per favore, fate che vengano sempre loro”, cioè le calciatrici, dicono al bar. “Neppure con i big della serie A arriva così tanta gente”.

E Reggio, ora, è legittimata a candidarsi per altri eventi sportivi di calibro internazionale.

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LA CRONACA DELLA PARTITA

Il Lione ha conquistato la sua terza UEFA Women’s Champions League superando il Wolfsburg ai calci di rigore nella finale di Reggio Emilia.

Le campionesse di Francia passano in vantaggio dopo soli 12 minuti. L’ala Pauline Bremer se ne va sulla fascia destra e crossa al centro per Ada Hegerberg, che realizza da pochi passi. Il Lione, con Bremer e Amel Majri larghe nel 4-3-3, domina la prima frazione e a inizio ripresa Élise Bussaglia deve respingere sulla linea una conclusione dell’ex compagna di squadra nell’OL Wendie Renard.

Louisa Necib, alla sua ultima presenza nel Lione, va vicinissima al raddoppio con una conclusione dalla lunga distanza che sfiora il palo e, nonostante gli ingressi in campo di Ramona Bachmann e Tessa Wullaert, il Wolfsburg sembra non riuscire a rimontare come nella seconda finale vinta nel 2014.

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Ma a due minuti dalla fine, Alex Popp trova di testa il gol del pareggio sul cross di Isabel Kerschowsk, portando la partita ai tempi supplementari e poi ai calci di rigore.

Dal dischetto sono decisivi gli errori di Nilla Fischer e Élise Bussaglia, che regalano il successo alla squadra francese. Lotta Schelin, entrata a dieci minuti dal termine dei tempi regolamentari, Necib e Amandine Henry chiudono così la loro carriera nel club con la conquista della terza medaglia d’oro nella competizione.

La migliore in campo: Saki Kumagai (Lyon) 

Padrona del centrocampo, la nazionale giapponese scrive il proprio nome nella storia della competizione trasformando il rigore decisivo.

 

 

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