10/5/2016 – Diventa un giallo la morte del critico d’arte Alberto Agazzani, trovato senza vita con un cappio al collo nell’appartamento di via Farini a Reggio Emilia, dove abitava, la mattina del 17 novembre scorso.
La Procura della Repubblica non è convinta sino in fondo del suicidio: il sostituto procuratore della Repubblica Maria Rita Pantani ha aperto un nuovo fascicolo per “istigazione al suicidio” e ha ordinato la riesumazione delle cenere alla ricerca di tracce “particolari” , ad esempio di sostanze tossiche.
Lo scrive Mike Scullin sul Carlino Reggio di oggi. L’ipotesi, sia pure assai remota, è che Agazzani abbia assunto una o più sostanze in grado di alterargli la percezione della realtà. Il fatto è che, come avevano notato alcuni amici, in precedenza non aveva dato segni di volersi togliere la vita, nonostante le difficili condizioni di salute e il lungo periodo di riabilitazione seguìto al del terribile incidente occorsogli in scooter la sera del 20 luglio 2015 alla rotonda di via Settembrini.
Una consulente di medicina legale, nominata dalla pm Pantani, avrebbe accertato che il davanzale in legno su cui sarebbe precipitato il corpo di Agazzani non presenterebbe rotture o alterazioni tali da far pensare a un impatto violento. Invece, nel corso di un test in cui è stato fatto cadere un oggetto dello stesso peso di Agazzani, circa novanta chili, il legno sarebbe rimasto danneggiato in qualche modo. Inoltre prima della cremazione sarebbero stati rilevati dei segni sotto le ascelle, mentre la camicia del critico, quando è stato trovato moro, appariva appena stirata.
La nuova inchiesta si sovrappone a quella, di cui è titolare sempre Pantani, sull’eredità (fra cui centinaia di opere d’arte, alcune delle quali di elevato valore) e i due testamenti lasciati dal critico d’arte.
Il feretro di Alberto Agazzani al cimitero Coviolo, col suo inseparabile cappello, un cuore di roselline bianche e il suo ritratto col gatto Camillo
Dall’ultimo risulta che l’erede universale sarebbe l’amico Marco Lusetti, ex vicesindaco di Guastalla, In quello precedente Agazzani aveva nominato erede Carlo Malvolti. Ma secondo la consulenza grafologica ordinata dalla Procura la scrittura dell’ultimo testamento risulterebbe falsificata o ritoccata in alcune parti. Di conseguenza i quadri sono stati sequestrati e Marco Lusetti è finito sotto inchiesta. Questi ha sempre protestato la propria trasparenza, affermando fra l’altro che quando è saltato fuori l’ultimo testamento la questione è stata discussa in una riunione degli amici di Alberto Agazzani. Il quale continua a far parlare di sè anche dall’aldilà, come certamente sognava da vivo.
Non capisco proprio..
10/05/2016 alle 18:19
Continuo a non capire come, in questo caso, non si sia immediatamente fatta una adeguata autopsia e tantomeno a chiudere casa x non inquinare eventuali prove sul luogo di ritrovamento del cadavere di Alberto.
Spero solo che si arrivi (anche se ora più faticosamente) alla verità.
Pazzesco.
🙁