3/3/2016 – Il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, e i sindaci di Reggio Emilia e San Martino in Rio, Luca Vecchi ed Oreste Zurlini, hanni incontrato a Palazzo Allende i lavoratori della ex Cormo, la cooperativa di serramenti diventata Open.Co dopo la fusione con la modenese Coop Legno di Castelvetro, e oggi messa in liquidazione coatta. L’ex Cormo, pur essendo lo stabilimento più moderno ed efficiente, sembra destinato alla chiusura con il trasferimento o la vendita degli impianti.
A San Martino in Rio rischiano cosìdi saltare oltre 200 posti di lavori: la maggioranza dell’intero polo serramenti coop dell’Emilia-Romagna che oltre San Martino in Rio e Castelvetro comprende anche la Lavoranti in Legno di Ferrara.
L’impegno all’incontro era stato assunto da Manghi e Vecchi durante il presidio di protesta contro Legacoop da parte dei lavoratori ex-Cormo, durante il convegno sull’edilizia al centro Malaguzzi.
La bara e il manichino impiaccato davanti al centro Malaguzzi: la protesta dei soci lavoratori ex Cormo contro Legacoop
Ieri erano al tavolo di palazzo Allende anche rappresentanti della Fillea Cgil. Dopo aver ascoltato lavoratori e rappresentanti sindacali Manghi, Vecchi e Zurlini – oltre a condividere le preoccupazioni dei dipendenti ex Cormo – si sono impegnati a “richiedere un incontro urgente con Legacoop Emilia Ovest, prima della nuova riunione del Tavolo regionale che l’assessore alle Attività produttive Palma Costi dovrebbe convocare per metà marzo”.
“Ai vertici di Legacoop ribadiremo la necessità di riprendere la trattativa a livello regionale sulla base del verbale di intenti sottoscritto lo scorso 31 luglio a Bologna, che prevedeva l’impegno a elaborare un piano con l’obiettivo prioritario di garantire la continuità produttiva dei tre stabilimenti – hanno dichiarato il presidente della Provincia e i sindaci di Reggio Emilia e San Martino in Rio – Riaffermeremo inoltre, come istituzioni, che il nostro territorio non può assolutamente considerare come ineluttabile la chiusura di una serie di siti produttivi, che sono fondamentali per la tenuta non solo economica, ma anche sociale di tanti comuni.
L’eventuale chiusura dello stabilimento di San Martino in Rio, non solo non può essere accettata dai lavoratori, ma non può nemmeno essere retta da un territorio che in questi ultimi mesi ha dovuto affrontare e sta affrontando numerose e pesanti crisi occupazionali”.