DI PIERLUIGI GHIGGINI
9/3/2016 – E’ iniziata una scalata di Borsa al Gruppo Iren? Questa sera alla chiusura del mercato telematico di Milano qualcuno ha acquistato in un sol colpo 2 milioni 370 mila 979 azioni della multiutility Torino-Genova-Reggio Emilia, a conclusione di una giornata che ha registrato un elevato numero di scambi con un totale di 3 milioni 646mila 170 azioni Iren passate di mano. Il prezzo finale è di 1, 425 euro, -0,42% rispetto alla chiusura di ieri.
E’ il terzo giorno di forti movimenti sulle “Nubi di Magellano”: anche ieri alle 17,30 qualcuno aveva comprato un grosso pacchetto di 274 mila azioni, per un totale giornaliero di 1 milione 329 mila azioni scambiate. In sole 48 ore sono passate di mano ben 5 milioni di azioni.
Chi sta comprando Iren? La situazione sarà più chiara nei prossimi giorni. A prima vista non sembra un movimento speculativo qualsiasi. si può ipotizzare l’azione di investitori intenzionati a prendere posizione in vista dell’assemblea del 22 aprile, dove all’ordine del giorno saranno iscritte anche le modifiche allo statuto per introdurre il cosiddetto “voto maggiorato”: un escamotage che garantirà il controllo della società allo zoccolo duro degli azionisti pubblici anche quando venderanno azioni per fare cassa scendendo ben sotto il 50%. Una riforma che non piace affatto agli investitori istituzionali (fondi italiani ed esteri) che probabilmente gradirebbero essere interpellati.
Se le cose stanno così, qualcuno avrebbe pianificato un rastrellamento di azioni sul mercato per condizionare i comuni del patto (Genova, Torino e Reggio Emilia) per costringerli a un accordo, facendo balenare uno scontro in assemblea dagli esiti assai incerti.
Tra l’altro forti movimenti si registrano anche sul titolo A2A (multiutility Milano-Brescia) con oltre 9 milioni di titoli scambiati ieri e 6 milioni 68 mila 159 alla chiusura di stasera, con l’ultimo contratto d’acquisto per oltre 700 mila titoli. Forse qualcuno vuol spingere A2A e Iren a fondersi nella grande multiutility del Nord?
9/3/2016 – Il Comune di Parma rientra nel patto di sindacato di Iren con una quota azionaria inferiore al 2%. La decisione è stata assunta in sede politica, col sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi in veste di mediatore tra il collega di Parma Federico Pizzarotti e gli altri soci pubblici, e sarà deliberata in un’assemblea del sub-patto emiliano convocata per lunedì 14 marzo.
Pizzarotti avrebbe avuto un incontro con i sindaci reggiani del Pd, che lo avrebbero sottoposto a un mezzo processo per alcuni aspetti spiacevoli. Insomma, l’aria continua ad essere pesante. Non si sa quali contropartite siano state chieste al sindaco parmigiano a 5 Stelle. Nei giorni scorsi erano trapelate le richiesta di un accordo sui rifiuti reggiani nell’inceneritore di Uguzzolo e di un’intesa non meglio specificata sulla governance: in pratica la pretesa dei sub pattisti emiliani di mettere becco nelle nomine spettanti a Parma. In questo senso si era parlato della giubilazione di Lorenzo Bagnacani temuto non solo a Reggio ma anche a Torino perle sue posizioni non propriamente allineate ai voleri del Pd, ma è tutto ancora in alto mare. L’unica certezza, appunto, è il rientro di Parma nel sub patto emiliano alla vigilia dell’assemblea che – oltre ad approvare un bilancio 2015 del gruppo Iren caratterizzato da un debito aggregato forse più elevato delle attese – avrà all’ordine del giorno anche l’introduzione nello Statuto della clausola del voto maggiorato, in base alla quale per certe decisioni strategiche in assemblea (ad esempio la nomina e la revoca degli amministratori) il voto delle azioni detenute da più di 24 mesi varrà il doppio. In questo modo i soci pubblici, oggi poco sopra la soglia del 50%, vorrebbero garantirsi il pieno controllo della società anche in caso di vendita del 25% delle azioni in loro possesso.
Non possono escludersi tuttavia sorprese sul fronte degli investitori istituzionali, che hanno una pessima opinione del “voto maggiorato”: senza il loro accordo non sarebbe possibile approvare le modifiche allo Statuto in assemblea. Non mancano le avvisaglie di grandi manovre sul titolo Iren: proprio ieri sera alla chiusura della Borsa è passato di mano un pacchetto di 274 mila azioni. Qualcuno rastrella i titoli per mettere in difficoltà i soci pubblici? Lo vedremo nei prossimi giorni.