5/2/2016 – Il titolo Landi Renzo ha chiuso la giornata con un nuovo crollo a -20,41%: in sole 48 ore le azioni della società reggiana guidata da Stefano Landi hanno perso il 40%. Un’azione vale stasera 39 centesimi, un decimo del valore di emissione. A spingere il titolo nel baratro il rischio default del bond 2020, con la decisione del cda di proporre agli obbligazionisti lo slittamento di un anno delle scadenze con lo stacco nel 2016 di una cedola del 6,50% in due tranche. Ma non si può escludere l’inserimento di una manovra speculativa: a questi valori Landi Renzo diventa chiaramente contendibile, e comunque chi compra attende una ripresa della quotazione, scommettendo sul sì degli obbligazioni alle proposte di modifica del bond e anche sulla ripresa del prezzo del petrolio.
5/2/2016 – Continua a precipitare il titolo Landi Renzo (CLICCA QUI PER VEDERE LA QUOTAZIONE IN DIRETTA) dopo le deludenti cifre preliminari del 2015 e l’annuncio del cda di proporre agli obbligazionisti di spostare di un anno le scadenze del bond 2020 col pagamento nel 2016 di una cedola del 6,5% in due tranche.
Ieri aveva perso il 19,01 %, oggi alle 10 ha perso un ulteriore 9,59% a un valore di 0,443 euro con contrattazioni in asta di volatilità . Ancora peggio poco prima delle 13: -21,94% a 0,38 euro.
L’avvio della giornata a Piazza Affari è in genere segnato dall’incertezza e dalla volatilita’ sin dalle prime battute, nell’ultimo giorno di contrattazione dei diritti dell’aumento di capitale Saipem (-49,99%) e con i riflettori su Bpm e Banco Popolare, con le trattative per la fusione che sembrano piu’ difficoltose del previsto. Il Ftse Mib ha aperto in calo dello 0,4% per poi risalire subito a +0,15% mentre il Ftse All Share segna un +0,16%. Va meglio Parigi che sale dello 0,39%, Francoforte e Londra sono poco mosse (+0,08%). La giornata e’ segnata in avvio dal nuovo calo del prezzo del greggio, dall’euro che resta sostenuto ma sotto 1,12 sul dollaro e dall’attesa per i dati americani del pomeriggio.
E’ proprio il crollo dei prezzi petroliferi ad aver inguaiato LANDI RENZO, leader nel settore degli impianti auto metano. In questo contesto di mercatosi viene rilanciata la proposta al governo di una politica capace di coniugare ambiente e sostegno all’industria italiana, con la riduzione delle accise su metano e gpl e l’esenzione bollo per le auto ad alimentazione alternativa.
4/2/2016 – Giornata terribile per il titolo Landi Renzo, che alla chiusura del mercato ha perso il 19,01% del suo valore crollando a 49 centesimi. Il crollo dopo la diffusione delle stime preliminari sul 2015, che si è chiuso con un fatturato di 205 milioni e un indebitamento di 60 milioni. Dati che non mettono in condizioni l’azienda di Corte Tegge, leader nei sistemi metano auto, guidata dal presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia Stefano Landi, di rispettare alcune scadenze: di conseguenza Landi Renzo ha annunciato che proporrà agli obbligazionisti di modificare le caratteristiche del bond scadenza 2020. Variazione che, se accettata dall’assemblea, comporterà nel 2016 il pagamento di una cedola pari al 6,5% distribuita in due tranche.
“In considerazione di queste stime preliminari nonché della probabile evoluzione del dato relativo all’Ebitda (pari a 1,9 milioni al 30 settembre 2015), il consiglio di amministrazione ha deliberato di convocare l’assemblea degli obbligazionisti del prestito “LANDI RENZO 6,10% 2015-2020” (IT0005107237) per il 7 marzo in prima convocazione e, occorrendo, il giorno 8 marzo in seconda, allo scopo di proporre alcune modifiche al Regolamento del Prestito”. Questo il comunicato diffuso dall’azienda.
“Tale modifiche sono volte a contemperare l’esigenza, da un lato, di posticipare la data di riferimento per la prima rilevazione del rispetto dei parametri finanziari dal 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2016 anche in considerazione delle stime preliminari relative all’esercizio 2015 – continua la nota – e, dall’altro, ad introdurre un piano di rimborso “amortising” (a partire dal 30 giugno 2016 fino alla data di scadenza del 15 maggio 2020) in linea con le disponibilità finanziarie attese e una maggiorazione del tasso di interesse per il solo esercizio 2016 (pari allo 0,4% su base annua e quindi corrispondente ad un 0,2% su base semestrale)”.
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