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Grandi nomi del basket al trentesimo Premio Reverberi
Alla Grissin Bon due oscar con Polonara e Dalla Salda.

22/02/2016 – (Carlo Codazzi) – Il Premio Reverberi ha festeggiato il suo 30° anniversario con i fuochi artificiali.

Presso l’aula magna della nuova scuola primaria di Montecavolo la trentesima edizione del Premio più ambito da tutto il mondo cestistico nazionale, gli Oscar del Basket Italiano, ha visto sul palco personaggi che hanno scritto pagine davvero poderose della storia della palla a spicchi segnando un’epoca indimenticabile.

Dan Peterson (al centro) sul palco con Gian Matteo Sidoli e il Sindaco Andrea Tagliavini. Sullo sfondo una foto di Peterson con Dino Meneghin.

Dan Peterson (al centro) sul palco con Gian Matteo Sidoli e il Sindaco Andrea Tagliavini. Sullo sfondo una foto di Peterson con Dino Meneghin.

La prestigiosa kermesse, presentata da due conduttori altrettanto prestigiosi quali Lorenzo Dallari e Franco Montorro, ha fatto il botto quando hanno salito i gradini del palco coach Dan Peterson (il “nano ghiacciato”), il “cecchino” Antonello Riva e il “mitico” Ario Costa. Nomi che hanno riportato le lancette del tempo indietro di vari anni quando il basket nazionale ha vissuto un’epoca d’oro con un campionato ricco di campioni, “nostrani” e “stranieri”, e svariati trofei internazionali ad arricchire le bacheche dei nostri club. Un’epoca in cui anche la nostra nazionale ha vissuto momenti di gloria che si spera possano tornare presto a partire dalla prossima estate contrassegnata dall’appuntamento olimpico.

Oscar anche per la Pallacanestro Reggiana grazie ai “Premi Reverberi” conquistati da Achille Polonara e Alessandro Dalla Salda. Tanti applausi anche per loro dalla folta platea cui facevano parte altri protagonisti della società biancorossa, ovvero il Presidente Licia Ferrarini, coach Max Menetti, il Diesse Alessandro Frosini, la guardia Pietro Aradori, il Team Manager Filippo Barozzi e la Responsabile della comunicazione Gaia Spallanzani.

Dan Peterson ha esordito da autentico showman quale è sempre stato: “Amici sportivi e non sportivi buona serata a tutti!” ha detto il “nano ghiacciato” imitando l’attacco delle sue note telecronache di basket. Poi ha proseguito ricordando il suo approdo in Italia, a Bologna dove, nel giugno 1973, si aspettavano un coach americano di nome e con sorpresa si ritrovarono lui, il “piccolo” Dan Peterson. Il coach per eccellenza ha ricordato che uno degli addetti ai lavori che restò particolarmente perplesso dal suo ingaggio da parte della Virtus fu Gianfranco Civolani. “Mi ricordo ancora il titolo di Stadio – ha aggiunto Peterson -: Dan chi? Allora quando venni intervistato da Civolani per “I giganti del basket” gli dissi: Starò qui 3 anni e al terzo vincerò lo scudetto e me ne andrò. Accadde che vinsi il campionato proprio al 3° anno, ma restai. Civolani – ha spiegato divertito – si deve essere arrabbiato col sottoscritto perché non ho mantenuto la promessa di andarmene”.

Da sinistra Peterson, Sidoli e Civolani,

Da sinistra Peterson, Sidoli e Civolani,

Proprio Civolani è stato invitato a raggiungere Peterson sul palco per ricevere l’Oscar riservato al Giornalista:” ”. “E’ un premio prestigioso al quale tenevo e tengo in modo particolare – ha commentato il “Civ” -, anche perché in tanti anni ho ricevuto premi come dirigente sportivo, ma mai come giornalista. Per cui sono davvero felice di ricevere, io 80enne, da un altro 80enne come Dan Peterson, questo premio”. Poi, scusandosi per il fatto di dover lasciare anzitempo la manifestazione per pressanti impegni televisivi, non ha potuto esimersi dall’aggiungere un sincero complimento al “vecchio” amico: ”Dan è un uomo molto intelligente e colto. Ho letto il libro che ha scritto sulla sua vita e l’ho trovato bellissimo!”.

Gianfranco Civolani sul palco con Gian Matteo Sidoli.

Gianfranco Civolani sul palco con Gian Matteo Sidoli.

Inevitabile, da parte di Lorenzo Dallari, ricordare a Peterson la sua mitica zona 1-3-1 che il coach ha commentato così: “La 1-3-1 in realtà era un pressing di metà campo più che una difesa a zona che ho sempre cercato di evitare perché pensavo fosse un mio punto debole. Non mi sono mai ritenuto un allenatore da zona”. A dare il saluto all’ex coach dell’Olimpia e della Virtus un video con protagonista Dino Meneghin che ha inviato questo messaggio al coach: ”Dan tu per me sei come Sophia Loren: sei sempre il n.1!”.

Peterson ha salutato dopo che Dallari ha ricordato che il coach ha vinto il “Premio Reverberi” nel 1988, 1 anno dopo Dino Meneghin. Premio che il coach non si presentò a ritirare perché non sapeva di averlo vinto. Fu Gian Matteo Sidoli a consegnarglielo 3 anni fa.

Tra le due finaliste dei play off scudetto 2015, Banco Sardegna Sassari e Grissin Bon Reggio Emilia, stavolta ha prevalso la Grissin Bon nel conto degli oscar ritirati: 2-1 per i biancorossi.

Al Banco Sardegna, sponsor del club di Sassari, è stato assegnato il “Premio Speciale per la stagione 2014/2015” consegnato dall’ex arbitro Fabio Facchini (Premio Reverberi 1999) nelle mani del direttore generale del Banco di Sardegna Giuseppe Cuccurese per il contributo dato alla pallacanestro e per la stagione agonistica conclusa con il “triplete” che ha portato in Sardegna lo Scudetto, la Supercoppa Italiana e la Coppa Italia. Tanti applausi sinceri dal pubblico di fede biancorossa a Cuccarese che ha ringraziato dichiarando altrettanto sportivamente: “Ci volevano 2 scudetti l’anno scorso, ma purtroppo poteva vincere soltanto una squadra”.

Alessandro Dalla Salda con il Sindaco di Quattro Castella.

Alessandro Dalla Salda con il Sindaco di Quattro Castella.

Ovazione per i due Oscar vinti da uomini della Grissin Bon. Alessandro Dalla Salda, amministratore delegato della Pallacanestro Reggiana, ha ritirato dalle mani del sindaco Tagliavini il “Premio come Personaggio dell’anno”. L’a.d. ha messo un po’ di pepe alla serata lanciando “frecciatine” rispondendo ad una domanda sul problema Palasport: “Non è solo un problema della Pallacanestro Reggiana – il suo affondo -, ma è un problema del Comune e di noi cittadini reggiani che, ormai alle soglie dei 200.000 abitanti, non abbiamo un contenitore per eventi sportivi e di spettacolo con standard di sicurezza adeguati. Si tratta di un problema “spaziale” – ha aggiunto con un pizzico di “veleno” – e non è corretto, ma strumentale affermare che è un problema del nostro club. Quando, nel 2007, ho accompagnato al PalaBigi Dan Peterson in auto per una manifestazione giovanile di basket il coach, vedendo le strade che stavamo percorrendo, mi ha chiesto: “Dove stiamo andando?”. Gli risposi che andavamo al palasport al che lui disse: “Ma non sarà mica quel vecchio palazzetto dove venivo a giocare con le squadre che ho allenato tantissimi anni fa? Non è possibile!”. I nostri avversari che vengono a incontrarci a Reggio non credono ai loro occhi quando vedono in quale impianto siamo costretti a giocare. E’ anche una questione d’immagine e questo ci deve preoccupare. Con un altro palasport anche il nostro progetto avrebbe prodotto risultati più importanti e avrebbe altre prospettive – ha attaccato ancora -. Ora, come in passato, la nostra società si avvale solo delle risorse immesse dal patron, il dott Landi. Nello sport si sa che raramente i risultati arrivano in proporzione alle risorse impegnate dai proprietari”.

Achille Polonara sul palco con Stefano Bonaccini, Presidente della Regione.

Achille Polonara sul palco con Stefano Bonaccini, Presidente della Regione.

Dopo il pepe di Dalla Salda il dolce del “Premio Miglior Giocatore”, il secondo oscar vinto dalla Grissin Bon. Un emozionato Achille Polonara ha ringraziato per il Premio non nascondendo il sogno olimpico: “Giocare il Preolimpico in casa (a Torino ndr) speriamo ci porti fortuna, io per il momento non ho preso impegni per quest’estate. Vedremo, speriamo che vada tutto bene sul parquet e che il ct mi convochi tra i 12”. Espresso un desiderio anche per quanto riguarda la Grissin Bon.

“Speriamo di ripetere, anzi di arrivare più avanti rispetto all’anno scorso”. Polonara è stato premiato dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini che si è affrettato a precisare che la Regione ha approvato un finanziamento destinato al Comune di Reggio Emilia per il restyling del PalaBigi. Per Polonara anche il videomessaggio dalla Germania di Nicolò Melli, giocatore reggiano in forza al Bamberg, Premio Reverberi nel 2013.

La premiazione di Achille Polonara.

La premiazione di Achille Polonara.

Poi è stato il turno dell’amministratore delegato di Beko Italia, Federico Mangiacotti, ritirare il “Premio Speciale per il Contributo al basket”. A seguire “Premio Miglior Arbitro” per Alessandro Martolini, figlio d’arte (il padre Maurizio vinse il Reverberi nel 1987) consegnato da Margherita e Gabriella Reverberi e dal presidente del Comitato Italiano Arbitri Enrico Prandi.

Ancora un pizzico di Dinamo Sassari nel “Premio Miglior Allenatore” consegnato a coach Paolo Moretti dal patron del club sardo, Stefano Sardara.

Dopo i premi vinti dalla società Costa Masnaga (Lecco),protagonista del “Premio Fip” per l’attività svolta a sostegno dell’Unicef, e dalla famiglia sampolese Margini, cui è andato il “Premio Piccinini” consegnato nelle mani di Vittorio Margini, per il lavoro fatto nella Sampolese Basket è giunto il momento più toccante dell’evento con la consegna del “Premio Basket e Solidarietà” al dottor Giampiero Porzio, medico oncologo abruzzese, che con il progetto “Against the Pain” forma i medici oncologi nella cura del dolore utilizzando gli schemi del basket con l’aiuto degli ex giocatori Roberto Brunamonti e Claudio Bonaccorsi.

Antonello Riva riceve il premio con i bambini che mostrano la maglia della nazionale con il numero di punti da lui segnati in azzurro.

Antonello Riva riceve il premio con i bambini che mostrano la maglia della nazionale con il numero di punti da lui segnati in azzurro.

Gran finale riservato a due grandi del basket italiano degli anni Ottanta, Ario Costa che ha vinto il “Premio alla carriera” e Antonello Riva che ha conquistato il “Premio Champion”. Il direttore generale della Champion, Sauro Mambrini, ha consegnato a Riva una speciale maglia della nazionale italiana di basket con il numero 3.785 corrispondente ai punti segnati in azzurro da “Nembo Kid” (il noto soprannome di Antonello ndr). Siparietto per Costa che ha commentato una foto proiettata sullo schermo che mostrava Mike Dantoni guardarlo con fare infuriato sul parquet dopo la finale scudetto persa dall’Olimpia Milano contro la Scavolini Pesaro dello stesso Costa: “Fu una grande battaglia tra noi e Milano – il commento dell’ex lungo della Scavolini – che sfatò il mito che “le squadre delle metropoli erano migliori di quelle delle cittadine di provincia. In quell’occasione – ha scherzato – rivolsi un complimento a Mike che la prese molto bene”. E giù una risata. Un amarcord simpatico anche per “Nembo Kid” Riva: “Quando incontravo squadre con Peterson in panchina – il remember dell’ex bomber di Cantù e Milano – e lui mostrava il numero 3 con le dita della mano io andavo in crisi perché quel segno significava il passaggio dei suoi alla zona 1-3-1 e non capivo più nulla da quel momento in poi”.L’ex cecchino della nazionale ha ricordato di aver vinto il “Premio Reververi” per il miglior giocatore nel 1988, premio che ha sempre considerato molto speciale. Ha, infine, concluso così: “E’ bellissimo essere qui e rivivere tanti ricordi con amici come Ario Costa. Dan Peterson mi ha detto quando mi ha visto stasera: “Cosa fai qui? Non c’è il tuo nome nell’elenco dei premiati”. Ho pensato per un attimo: “Dallari non mi avrà mica combinato uno scherzetto?”. Fortunatamente per “Nembo Kid” lo scherzo era del mitico coach Dan.

Ario Costa, col microfono al centro, Premio alla carriera.

Ario Costa, col microfono al centro, Premio alla carriera.

Unica assente tra i premiati la vincitrice del “Premio Miglior Giocatrice”, Francesca Dotto che ha rinunciato a presenziare perché impegnata in un collegiale con la nazionale azzurra di basket.

L’edizione 2016 degli Oscar del Basket italiano si era aperta con una rievocazione in video dei momenti più salienti di una manifestazione che dal 1986 ad oggi si è imposta come la più importante del settore. Sul grande schermo sono apparsi i volti e le gesta dei più grandi campioni di sempre, da Walter Magnifico, il primo giocatore a vincere il titolo, ad altri indimenticabili eroi della palla a spicchi come Mike Mitchell, Dado Lombardi, Meo Sacchetti, Gianluca Basile, Pino Brumatti, Dino Meneghin, Sandro Gamba e tanti altri.

Tutti gli Oscar del Basket 2015.

Tutti gli Oscar del Basket 2015.

Non ha fatto mancare il suo saluto il presidente nazionale del Coni, Giovanni Malagò, che ha inviato agli organizzatori le sue parole di ringraziamento per la manifestazione. Anche il ct della nazionale italiana Ettore Messina (Premio Reverberi nel 1998) ha fatto pervenire un videosaluto da Toronto.

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