2/2/2016 – I soci lavoratori di Open.Co (la ex cooperativa Cormo di San Martino in Rio) preparano azioni eclatanti per difendere il loro posto di lavoro. Lo hanno deciso ieri nell’assemblea alla mensa Cir del paese, presente il sindaco Oreste Zurlini e la sindacalista Fillea-Cgil Irene Velotti, dopo la bocciatura e il ritiro del piano di ristrutturazione del polo serramentistico cooperativo. Visto che lo stabilimento è virtualmente chiuso, l’arma dello sciopero è inutilizzabile: si progetta un presidio permanente sotto la sede di Legacoop Emilia Ovest, a Reggio. “I soci e i lavoratori sono molto contrariati dall’atteggiamento di Legacoop. Ci avevano garantito che sarebbero stati al nostro fianco – afferma Velotti -In realtà non hanno fatto nulla, ogni impegno è stato disatteso e la Legacoop territoriale non ha neppure partecipato alla trattativa in Regione”. Potrebbe essere, quest’assenza, il segnale di un contrato tra i vertici della centrale cooperativa.
Intanto il consigliere regionale di Sel Yuri Torri ha presentato un’interrogazione alla Giunta a sostegno dei lavoratori ex Cormo. “Sarebbe più coerente con lo spirito che ha animato la cooperazione – afferma – lo studio e la presentazione di un piano realistico di salvataggio che tuteli tutti i lavoratori e tutti i territori coinvolti”.
“Nel progetto presentato in Regione, non c’è alcuna garanzia per lo stabilimento di San Martino in Rio – aggiunge Torri – Per questo ho ritenuto doveroso sollecitare la giunta regionale a prendere provvedimenti al fine di salvaguardare l’attività e i posti di lavoro della cooperativa”.
alfonso
02/02/2016 alle 21:20
ormai non c’è piu trippa per gatti. ci hanno mangiato sopra tutti. è i risultati sono sotto gli occhi di tutti. gli unici a rimetterci sn gli operai.
marco
03/02/2016 alle 11:14
Il dramma Legacoop è che ci sono poche idee e molto confuse. Per di più si dà retta a chi è specializzato ad affossare. Così si distrugge tutto, patrimoni, uomini e specializzazioni. Ritorneremo indietro di mezzo secolo, partendo di nuovo da un artigianato come al tempo della chiusura delle Reggiane ed ovviamente con miseria.
Pierluigi
03/02/2016 alle 11:49
Possibile che, col suo straordinario passato, la cooperazione non riesca più a camminare?