26/2/2016 – “Oggi la Cormo muore e i lavoratori soci perdono soldi e occupazione. Ma è bene ricordare che Demos Salardi, che è stato per molti anni presidente della cooperativa di San Martino in Rio, nel 2007 denunciava un reddito di 200 mila euro l’anno”.
La cifra è senza dubbio cospicua per un cooperatore e stride ancora di più oggi, di fronte al tracollo dell’azienda e al piano –denunciato dai lavoratori questa mattina con una clamorosa protesta davanti al centro Malaguzzi in occasione del convegno Legacoop sull’edilizia – di trasferire gli impianti a Castelvetro e a Ferrara.
Il dato è relativo all’ultima dichiarazione dei redditi disponibile di Demos Salardi che è stato consigliere comunale Ds e Pd a Reggio Emilia col sindaco Delrio e ancora prima, ed è stato diffuso oggi dal Movimento 5 Stelle, ricordando che il governo non ha ancora risposto a una interrogazione di Maria Edera Spadoni, sulla Cormo, presentata nel luglio 2015.
” Non solo, la parlamentare M5S reggiana ha fatto un intervento in Aula relativamente a questo caso – si legge in una nota dei 5 Stelle – A tal proposito anche Gianluca Sassi, consigliere M5S per la Regione Emilia Romagna, ha presentato un’ interrogazione per chiedere alla Giunta guidata da Stefano Bonaccini cosa intendesse fare per risolvere tale situazione. La Regione ha avviato un tavolo di lavoro con la Cormo, ma Legacoop non ha rispettato gli accordi”.
E aggiungono: “La Regione per Saeco ha trovato “la quadra”, cosa non accaduta con Legacoop. Secondo Sassi, la Regione, a differenza che per il caso Saeco, è stata silente: diverso interlocutore e diverse “strategie”, due pesi e due misure.Non una parola dunque, non una azione per difendere centinaia di lavoratori” .
Così come “non sentiamo neanche una parola dall’ex presidente della cooperativa Cormo Demos Salardi che potrebbe dare alcune risposte ai lavoratori e confrontarsi con loro. Lui che, da grande cooperatore , nel 2007 denunciava un 740 da oltre 200.000 euro l’anno”. Per la precisione la somma è di 226 mila euro, con un’imposta lorda di 90 mila.
Conclusione: “Lo spirito sociale della cooperazione è stato tradito in questi anni e questi sono i risultati. Cementificazioni selvagge, infiltrazioni mafiose, cooperative in crisi o che falliscono e lasciano sul lastrico centinaia di persone e famiglie. I colpevoli però rientrano sempre nella categoria: gli introvabili”.