8/12/2015 – Il giornalista Fausto Biloslavo, che ha rivelato il caso del musulmano reggiano Luca Aleotti, indagato dalla procura di Bologna per terrorismo internazionale, è nel mirino di frange estremiste dell’Islam italiano per il solo fatto di aver pubbblicato i proclami postati su Facebook da Saif-Allah. la “spada di Allah”, nome col quale si fa chiamare lo stesso Aleotti.
Lo rivela Il Giornale diretto da Sallusti, su cui l’inviato di guerra Fausto Biloslavo scrive di terrorismo, geopolitica e questioni militari. “Alcune pagine di Facebook come Islam Italia e Cronache Islamiche hanno messo nel mirino proprio Biloslavo, per intimorirlo – scrive Il Giornale – I post sono tutt’ora online, a fianco di altri che promettono «castighi dolorosi» agli alleati arabi dell’occidente o che trovano giustificazioni nel «bruciare vivi gli apostati». Il blog Islam Italia ha condiviso la cover del giornalista triestino corredandola con la frase «questo giornalista scrive le sue storie contro i musulmani in Italia. I suoi seguaci sono ancora peggio». Il blog Cronache Islamiche invece, ha espresso solidarietà «al fratello Luca Aleotti», a loro dire calunniato da «vili parassiti che si fanno chiamare giornalisti, con particolare riferimento al Giornale di Sallusti»”
Le minacce, più o meno velate, ” tracciano uno scenario che non può essere sottovalutato”. Saranno state pure «di pancia» le reazioni redatte sui blog ,” ma lasciano emergere una propaganda attiva ben definita”. «Siamo di fronte a un mondo che fino a qualche tempo fa non conoscevamo», aggiunge Biloslavo: quello degli islamici di terza generazione, frequentatori di un web che diventa canale preferenziale per i reclutatori, come del resto sta accadendo in altre parti d’Europa (Francia, Belgio e Spagna in prima battuta). Non cani sciolti, come sa bene la Digos, ma giovani motivati che potrebbero non limitarsi a semplici esternazioni per passare all’atto pratico e all’integralismo”.
Gli inquirenti ora stanno monitorando i blog che hanno minacciato l’inviato del Giornale e anche altri social ritenuti sospetti: il timore è che essi celino rapporti con il mondo dell’Isis.
Sino all’altro ieri, Luca Aleotti lanciava su Facebook proclami minacciosi contro i kuffar, i “miscredenti”, con parole di sommo disprezzo per i musulmani che hanno condannato le stragi di Parigi. E’ arrivato a scrivere “Ma quando ammazzano Berlusconi?”. Però ieri mattina la sua pagina appariva completamente ripulita dai post compromettenti anche se “resisteva” la bandiera nera delle Brigate Al Nusra, l’organizzazione combattente siriana legata a doppio fioa ad Al Qaeda. Questa mattina invece la pagina fb della “spada di Allah” è proprio scomparsa.
Il reggiano è accusato di partecipare “all’organizzazione terroristica Jabhat Al Nusra” e in agosto ha subito una perquisizione domiciliare, ordinata dalla pm di Bologna Scandellari, nella casa dove vive con la madre, in cui la Digos ha sequestrato “materiale” non meglio specificato.
Aleotti è tuttora sottoposto a misure cautelari (divieto di dimora) per aver aggredito degli agenti che l’avevano recuperato dal canale che costenggia via del Chionso a Reggio, ma a proposito delle compromissioni con organizzazioni terroristiche e con Al Nusra respinge ogni accusa formulata nei suoi confronti, e afferma che “non è stata trovata alcuna prova contro di lui”. Il suo avvocato Nicola Gualdi ribadisce “la totale estraneità ai fatti contestati”. Resta l’indagine sulle ramificazioni italiane di Al Nusra, e restano i suoi contatti. Il fatto stesso di aver cancellato valanghe di posta dal profilo facebook, e poi la cancellazione della pagina, conferma che qualcuno lo ha consigliato di non esporsi ulteriormente.