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Giubileo: aperta la Porta Santa della cattedrale di Reggio Emilia
La predica di Camisasca: “Non restate inerti, fate qualcosa per gli altri”

13/12/2015 – Anche a Reggio Emilia la chiesa ha aperto la Porta santa del Giubileo della Misericordia, inaugurato da papa Francesco prima a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, poi  l’8 dicembre con la celebrazione in San Pietro e oggi, domenica 13 dicembre, in San Giovanni in Lateerano, la chiesa “matrice” del Cristianesimo.

Il vescovo Massimo Camisasca, alle 16,15  ha ritualmente spalancato la porta centrale della cattedrale: hanno partecipato non meno di 2 mila 500 persone, secondo valutazioni de La Libertà on line, che hanno raggiunto la Cattedrale in processione dalla Basilica della Ghiara.

L'ingresso del vescovo in Cattedrale dopo l'apertura della Porta santa (Foto de La Libertà)

L’ingresso del vescovo in Cattedrale dopo l’apertura della Porta santa (Foto de La Libertà)

Un momento di grande suggestione, fra i più potenti in termini di significati simbolici e  spirituali che affondano le radici in tempi arcaici, come rappresentazione di un legame reale tra la dimensione umana e quella divina. L’apertura del “portale ” tra dimensioni diverse rimanda, secondo la tradizione, alla biblica scala di Giacobbe, alla “porta stretta”, alle porte solstiziali.

A Reggio Emilia il portale, da attraversare subito dopo aver varcato la Porta della Misericordia, è caratterizzato da 99 stelle   che riportano alla simbologia evangelica delle pecorelle smarrite.

L’inaugurazione dell’Anno giubilare è avvenuta nel pomeriggio con un’unica celebrazione presieduta dal vescovo: i riti preliminari e la lettura della bolla papale di indizione del Giubileo davanti alla basilica della Ghiara,  la processione sino alla Cattedrale cittadina, l’apertura della porta – che per oggi, come in tutte le Cattedrali – è l’entrata centrale – quindi la celebrazione eucaristica con la mmoria del Battesimo,il gesto delle offerte per la Caritas reggiano-guastallese (oggi, domenica è anche la Giornata per la Caritas diocesana) e la consegna del crocefisso della Misericordia ai rettori dei santuari o delle chiese del territorio diocesano che, durante l’Anno santo, avranno il titolo di “chiese della riconciliazione”. In tali chiese “i sacerdoti  si impegnano a dedicare tempo ed energie durante tutto l’anno o in alcuni periodi specifici per mettersi al servizio delle confessioni”.

IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Domenica 13 dicembre il clero, i diaconi, i religiosi, le religiose, le persone consacrate, i fedeli laici sono convocati nella Basilica della Ghiara. La Basilica sarà aperta dalle ore 15.

Alle 15.30, nella Basilica della Ghiara, inizierà la celebrazione di apertura del Giubileo con i riti di introduzione: canto dell’Inno del Giubileo, segno della croce e saluto, invito a benedire e lodare Dio, esortazione del Vescovo e orazione, proclamazione del Vangelo (Luca 15,1-7), lettura dell’inizio della Bolla di indizione del Giubileo straordinario.

Alle 15.45 partenza della  processione che, percorrendo la via Emilia, raggiungerà piazza Prampolini.

Alle 16.15 in Cattedrale il rito dell’apertura della Porta della Misericordia, che in questa giornata  sarà – come prevede il rito per tutte le chiese del mondo – il portone centrale.

Il primo a varcare la soglia sarà il Vescovo stesso recando alto il libro dei Vangeli fino all’altare; dietro di lui i sacerdoti che concelebrano, i diaconi che poi recheranno le offerte della carità, una sessantina di ospiti delle Case della Carità con relativi accompagnatori ( il Vescovo ha indicato le 14 Case della Carità, le 3 Mense del Povero e l’Hospice di Montericco come luoghi in cui ottenere l’indulgenza giubilare prestandovi servizio, analogamente a quanto disposto dal Papa per gli ospedali e le carceri).

Seguiranno le religiose e poi i fedeli tutti. Dopo l’ingresso in Cattedrale, il Vescovo presiederà l’Eucarestia, con tutto il clero diocesano concelebrante (in centro storico sono sospese tutte le Messe vespertine). La Messa sarà animata insieme dal Coro Diocesano e dalla Cappella Musicale della Cattedrale, con il repertorio dei canti arricchito dagli interventi di un ensemble di ottoni e dall’organo del Duomo.

Al termine della solenne Messa, prima della benedizione, verranno annunciate le 18 chiese della riconciliazione sparse negli 11 Vicariati – dal Po al Cerreto, dal Secchia all’Enza – su cui si estende la nostra Diocesi e ai parroci di queste chiese il Vescovo consegnerà il crocifisso del Giubileo da porgere al bacio dei penitenti.

Altro segno visibile del Giubileo è la stola violacea che ogni presbitero indosserà fin dalla Ghiara, donata dal Vescovo per rammentare a ogni sacerdote la grazia e il compito di dedicare, in questo Anno santo, più preparazione e più tempo “per una dignitosa e fruttuosa celebrazione della Riconciliazione secondo il Rito della Penitenza, affinché sia veramente una celebrazione della misericordia di Dio e della conversione dell’uomo”.

Infine, secondo una decisione di Papa Francesco comunicata una settimana fa, il Vescovo potrà impartire la benedizione apostolica (di solito può esercitare questa facoltà solo altre tre volte all’anno: Natale, San Prospero e la Messa crismale), con l’indulgenza plenaria che potranno ottenere gli ammalati impediti a partecipare e coloro che li assistono, e che seguono la celebrazione da casa tramite la diretta radiotelevisiva.

 LA  PORTA DELLA MISERICORDIA A REGGIO EMILIA

Per questo Giubileo è stato appositamente preparato un portale da attraversare, una volta varcata la Porta della Misericordia, caratterizzato da 99 stelle; la simbologia rimanda a Gesù Buon Pastore che carica sulle sue spalle la pecorella smarrita (il riferimento è alla parabola che verrà proclamata all’inizio della celebrazione del 13 dicembre).

Solo per la celebrazione inaugurale di domenica tale portale, attraverso il quale passerà tutto il popolo, sarà sul portone centrale della Cattedrale.

A partire da lunedì 14 dicembre e fino a domenica 13 novembre 2016 – quando in tutte le Diocesi si chiuderà l’Anno Santo – il portale d’accesso alla Porta della Misericordia sarà dal portone di sinistra della nostra Cattedrale (quello dalla parte del Battistero).

L’OMELIA DEL VESCOVO CAMISASCA PER LA MESSA DI APERTURA DEL GIUBILEO

Cari fratelli e sorelle,

la Chiesa nella sua storia bimillenaria trae dal suo tesoro cose sempre nuove e nello stesso tempo antiche (cfr. Mt 13,52). Cerca le parole appropriate ad ogni tempo. In questa nostra epoca sentiamo un’urgenza profonda di rinascita, di rifondazione, di riscoperta del centro su cui costruire il nostro presente e il nostro futuro.

È ormai chiaro che stiamo vivendo un cambiamento profondo. Ma non possiamo illuderci di costruire il futuro dimenticando il passato. Nello stesso tempo dobbiamo assieme cercare ciò che è essenziale per vivere.

Per questa e per altre ragioni i papi del secolo passato e di questo hanno cercato in tutti i modi di mostrare le strade di questa nuova essenzialità. Giovanni Paolo II, indicandoci nella Trinità e nell’Incarnazione – con le sue tre encicliche trinitarie, tra cui la Dives in misericordia – le strade dell’uomo incontro a Dio. Benedetto XVI ha proseguito questa riflessione parlandoci dell’amore umano e dell’amore divino, della fede e della ragione. Papa Francesco, che ha intuito profondamente la necessità di questa riscoperta del cuore del cristianesimo, sta indicando coraggiosamente alla Chiesa le vie della sua uscita incontro all’uomo e incontro al suo Signore per far sì che la comunità ecclesiale ritrovi la propria vocazione in questo momento storico della vita degli uomini.

 Per questo ha voluto l’Anno Santo della misericordia: per rimettere al centro dell’attenzione il vero volto di Dio, che è misericordia, la sua azione misericordiosa verso gli uomini, che lo ha portato a mandare suo Figlio a farsi uomo per vivere tra noi, donandoci, attraverso la sua vita, passione, morte e resurrezione, tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ma anche per insegnarci cosa sia per noi la misericordia, come possiamo essere misericordiosi, secondo l’invito di Gesù: siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro che è nei cieli (cfr. Lc 6,36).

 Trovare misericordia ed essere misericordiosi. Questo è il cuore del Giubileo che oggi è iniziato con l’apertura della Porta Santa nella nostra Cattedrale e con l’indicazione delle chiese nelle quali ciascuno di noi potrà, attraverso la preghiera e la confessione, trovare il perdono dei propri peccati e in esso sperimentare ancora una volta l’azione misericordiosa di Dio.

Il santo Padre ha insistito molto su questa connessione tra trovare misericordia ed essere misericordiosi. La virtù della misericordia in noi non può essere altro che il riflesso, la conseguenza, di una misericordia ricevuta, di un perdono gratuitamente e immeritatamente gustato. Come il figliol prodigo che nell’abbraccio del Padre non soltanto ritrova il perdono del male compiuto, ma riscopre di colpo la propria dignità di uomo e le strade per il futuro. La voglia di vivere, di lavorare, di ricominciare ad amare (cfr. Lc 15, 11-32).

Non perdiamo l’occasione che ci è data di riscoprire questo punto iniziale e totale della vita cristiana: il perdono di Dio che ci rifà nuovi, che ci ridà la coscienza intera della nostra dignità battesimale e che ci manda verso gli uomini e le donne perché anch’essi possano scoprire la realtà misericordiosa del Padre che dà senso, forza e colore all’esistenza.

Ci vengono qui in aiuto le opere di misericordia corporali e spirituali. Ciascuno di noi, ogni giorno, si interroghi su di esse. Non come ci si interroga davanti a un dovere, che può lasciare in noi l’amarezza di non averlo compiuto, ma come ci si interroga davanti a un mondo nuovo che sta fiorendo e che Dio ci chiama ad alimentare e a curare.

Soltanto la misericordia inaugura la vera giustizia, cioè un mondo in cui sia riconosciuto il posto di Dio e così anche quello di ogni uomo e di ogni donna. Siamo invitati a percorrere una strada di vera conversione: dall’avidità, dall’ira, dalla superbia, alla povertà, alla mitezza, all’umiltà. Non è possibile vivere questo passaggio senza contemplare e partecipare della croce di Cristo. Solo da essa, infatti, può derivare all’uomo uno sguardo pacificato e misericordioso. Solo nella croce giustizia e misericordia, verità e carità, si incontrano e si esaltano a vicenda. «La passione di Gesù riunisce e concilia misteriosamente questi due aspetti di Dio, senza i quali Dio non sarebbe Dio: la sua infinita santità e la sua misericordia […]. La misericordia di Dio ci assicura che quando noi siamo impuri, mentitori, orgogliosi, la potenza dello Spirito Santo è capace di superare tutto e di renderci nuovamente possibile l’ingresso vicino al Padre» (J. Daniélou, Giovanni Battista. Testimone dell’Agnello, Morcelliana, Brescia 1965, 135, 164).

 Quando riconosciamo di essere sollevati dalla nostra polvere per l’azione di Dio misericordioso, nasce in noi una vera attenzione agli altri. Quando guardiamo commossi ciò che Dio ha fatto per noi, avendo pietà della nostra miseria, nasce nella nostra coscienza la domanda rispetto ai bisogni dei nostri fratelli uomini.

 Interroghiamoci allora. Abbiamo dato da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete? Quante possibilità ci sono oggi di scoprire il volto di Dio, la persona di Cristo, nell’affamato e nell’assetato, nel profugo, in colui che non ha casa, che è carcerato, nel malato o in chi è solo! Ma quanto bisogno c’è anche di sostegno allo spirito degli uomini! Non è, questa, una forma di spiritualismo, ma considerazione concreta della complessità della persona umana, fatta di corpo, mente e anima. Le sofferenze dell’animo e dello spirito sono molte volte più atroci di quelle del corpo. Assieme dunque ad ospitare, dare da mangiare e da bere, visitare…, dobbiamo ricordare l’importanza di consigliare, confortare, perdonare, correggere. Quante persone hanno bisogno anche semplicemente di essere ascoltate, di essere prese per mano e aiutate a trovare le strade della verità e della vita!

 Non restiamo inerti di fronte alla grazia che, attraverso l’iniziativa del Papa, può cambiare il volto della nostra terra! Rendiamoci partecipi della sete di Cristo, della sete che lui ha di noi e, attraverso di noi, di tutti gli uomini, della sete che noi abbiamo di lui, forse sepolta sotto un muro di dimenticanza e di distrazione.

 In questo giorno solenne chiedo per tutti noi e per ogni uomo e ogni donna della nostra amata diocesi, questa grazia di una nuova nascita. Possa Maria santissima, Madre della Misericordia, aprire i nostri cuori e renderli simili al suo.

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