2/12/2015 – Un appello al ministero della Giustizia e al Governo “perché vengano assunte le decisioni necessarie e stanziate le risorse per lo svolgimento del processo di ‘Ndrangheta ‘Aemilia’, a Reggio Emilia”: lo hanno sottoscritto Cgil, Cisl, Uil, Libera, Legambiente, Aser e Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, in vista dell’incontro del vertice di giovedì pomeriggio a Roma. “Questa società e questa terra, così duramente aggredite dall’attività messa in atto dal sodalizio criminale, non possono vedere allontanarsi il luogo di svolgimento del processo”, si legge nell’appello.
Se non si troverà una soluzione rapidamente, le udienze saranno tenute nell’aula bunker di Firenze. La Giunta regionale ha portato una schiarita nella vicenda decidendo di coprire le spese per la realizzazione e la gestione di una tensostruttura da montare nel cortile di Palazzo di Giustizia e capace di ospitare le centinaia di imputati, avvocati e testimoni del maxiprocesso contro il clan Grande Aracri . Tuttavia il preventivo, circa 350 mila euro, potrebbe non coprire tutte le spese. Da qui la riunione di domani con i vertici del ministero, il presidente del Tribunale di Reggio (che ha scritto una lettera sollevando il caso), la Regione e le istituzioni reggiane.
Intanto anche la Cna provinciale, dopo il presidente di Legacoop Emilia Ovest Andrea Volta, ha aderito all’appello lanciato da Enrico Bini alle forze economiche perchè contribuiscano alle spese per scongiurare così il trasferimento del processo a Firenze.
“Siamo pienamente d’accordo con i vertici di Legacoop Emilia Ovest sulla necessità di unirci con le istituzioni e tutte le forze economiche e associative della provincia per permettere lo svolgimento del processo Aemilia a Reggio – ha dichiarato il direttore della Cna Fabio Bezzi – La nostra città vanta un passato storico e imprenditoriale ricco di valori e tradizione legati al “saper fare” nel pieno rispetto delle regole. Auspichiamo che nella riunione di giovedì il Ministero si pronunci a favore della fattibilità del processo a Reggio”.
E aggiunge “Non vogliamo il processo a Firenze perché non vogliamo rimuovere ciò che è successo o far finta che si tratti di una realtà lontana. Abbiamo il diritto e la voglia di conoscere tutta la verità su questa triste vicenda”.
“Dopo lo choc iniziale – ha aggiunto Bezzi – per un’inchiesta che ha segnato un vero punto di rottura nella nostra comunità, è arrivato il momento di muoverci verso un unico obiettivo: scoprire i colpevoli e prendere i provvedimenti necessari affinché paghi chi ha sbagliato, causando gravi danni alla nostra economia e a tutta la collettività”
Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice Pd Leana Pignedoli: ” Reggio, l’Emilia, hanno il “diritto” di ospitare queste udienze per contrastare anche sul piano sostanziale l’insediamento di stampo mafioso che ha tentato di minare nelle fondamenta un sistema di alto civismo consolidatosi negli anni nelle nostre terre. I costi stimati sono certamente alti, vanno valutati tutti, quelli immediati e quelli futuri, ma non ci si può limitare ad una valutazione di carattere finanziario quando si affronta una questione etica di tale importanza e dimensione”.