18/11/2015 – Un reggiano si è trovato venerdì sera nell’inferno di Parigi: era nella curva sud dello Stade de France di Saint-Denis per assistere all’amichevole Francia-Germania, mentre all’esterno tre terroristi islamici si facevano esplodere, e ha percorso venti chilometri a piedi per raggiungere il suo albergo.
È Alessandro Mussini, 59 anni, un personaggio piuttosto noto a Reggio Emilia: grande appassionato e conoscitore di sport (grazie anche alla sua memoria prodigiosa) non perde mai i grandi appuntamenti calcistici internazionali.
Ecco il racconto di Mussini a Reggio Report.
“Ero allo stadio di Saint Denis, nel settore Y della curva Sud, dietro alla porta della Germania nel rimo tempo, quando al sedicesimo minuto, vale a dire alle 21,17 abbiamo avvertito un primo forte boato. Nessuno si è reso veramente conto di cosa era accaduto, ma dopo sei-sette minuti ecco altri due scoppi ravvicinati di grande intensità. a distanza di trenta secondi uno dall’altro.
A quel punto tra i giocatori, impauriti dalle immagini viste in tv nell’intervallo, è chiaramente subentrato il panico, però sono rientrati in campo e la partita è durata regolarmente sin alla fine con oltre quattro minuti di recupero.
Quando sono uscito i servizi pubblici erano presi d’assalto, ma non sapevo ancora cosa fosse accaduto, così mi sono incamminato a piedi per rqggiungere l’hotel Bordeaux dove alloggiavo, a venti chilometri di distanza. Alla
Gare dell’Est ho visto tutto bloccato e ho visto in tv le immagini di Rtf 1 con la scritta “Attaque à Paris“: a quel punto ho capito tutto, e il pensiero mi è subito corso ai boati sentiti allo stadio. Sopra di me – aggiunge Mussini – volteggiavano gli elicotteri e mano a mano che andavo avanti c’era polizia dappertutto, sirene e ambulanze che sfrecciavano di continuo, le strade transennate con i nastri”.
Ma anche a Parigi qualcuno nella tragedia ha trovato il modo di approfittare della situazione: “A un barrage (posto di blocco) sono entrato in un supermercato aperto per comprare le sigarette e lì ho subito un vero furto: ho pagato nove euro per un pacchetto di Marlboro”.