15/11/2015 – Un lungo corteo “avec Paris”, con Parigi, per gridare no al terrore e alla paura, una piazza Prampolini gremita da migliaia di persone: così oggi pomeriggio i reggiani hanno dato la loro risposta all’assalto dell’Isis ai Parigi, con un abbraccio simbolico ai “fratelli francesi” e con il doloroso ricordo dei 129 morti, quasi tutti ragazze e ragazzi, giovani e giovanissimi. Il corteo indetto dal Comune e dlla Provincia di Reggio Emilia si è mosso alle 15.30 da piazza Gioberti e, percorrendo la via Emilia, è arrivato in piazza Prampolini, sotto al Comune, dove hanno parlato il sindaco Luca Vecchi, il presidente della provincia Giammaria Manghi e il presidente della Regione Stefano Bonaccini , che ha scelto Reggio Emilia per esprimere la vicinanza degli emiliano romagnoli “ai parenti delle vittime e a tutti i nostri fratelli francesi.
” Siamo sgomenti e inorriditi per gli assassinii perpetrati ai danni di innocenti – ha detto il governatore regionale – Hanno colpito i nostri simboli del divertimento, perché vogliono alterare la nostra quotidianità. Noi, invece, dobbiamo continuare a vivere come abbiamo sempre fatto. Per reagire occorre reprimere, ma anche agire con lucidità e senza fare di tutta l’erba un fascio. L’Europa deve restare unita come non mai, sarà una guerra lunga e dura, ma ce la faremo. L’11 settembre ci ha insegnato che il coraggio degli esseri umani batterà la paura. Non rinunceremo mai a democrazia, libertà, pace, convivenza civile”.
In piazza numerosi altri sindaci reggiani, sindacati, associazioni, rappresentanti delle comunità e autorità religiose islamiche, la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. La manifestazione si è conclusa con un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Parigi.
Nel suo discorso, Il presidente della Provincia Giammaria Manghi, , ha parlato di una “piazza vera, autentica. Facciamoci un applauso, perché da questa piazza parte una dimostrazione vera di vicinanza al popolo francese in queste ore angosciose. L’altra sera, apprendendo quanto accaduto, ho provato un senso di angoscia che tuttora sento dentro di me. Questa è una nuova guerra? Se così fosse, di certo si tratta di un modo diverso di combatterla rispetto agli atri due conflitti del secolo scorso, ma rischia comunque di mettere a repentaglio la nostra serenità. Il tema è come reagiamo a tutto questo? L’attenzione alla sicurezza è un pilastro che non ci deve abbandonare”.
Ma “è fondamentale non chiudersi davanti a tutto questo, la speculazione è molto facile in queste ore. Solo essendo comunità vera diamo una risposta a ciò che ci accade intorno. I valori di libertà, uguaglianza e fraternità, nati in mezzo al sangue della Rivoluzione Francese, sono ancora alla base della nostra civilità e società. Per questo, oggi, insieme ai cittadini islamici che non si riconoscono nella follia perpetrata venerdì sera, dobbiamo andare avanti continuando a tenere alti i nostri valori”.
Il sindaco Luca Vecchi ha dichiarato che “la nostra risposta è dovuta e necessaria. Ieri abbiamo vestito simbolicamente con il tricolore francese i luoghi e i monumenti simbolo della nostra città, perhé anche i simboli hanno valore. Oggi il sentimento è di vicinanza e cordoglio ai familiari delle vittime e all’intero popolo francese. Non possiamo pensare che una religione possa legittimare odio, violenza e distruzione dell’uomo – ha aggiunto – A Parigi abbiamo vissuto il nostro 11 settembre, perché quanto accaduto è una cosa che ci riguarda tutti. E’ un attacco alla democrazia, ai nostri valori e al nostro stile di vita: il loro obiettivo è cambiare il nostro modo di vivere ma noi non glielo permetteremo. E’ chiaro che quanto accaduto a Parigi ci fa riflettere, dobbiamo tutti avere ben chiaro che davanti a noi c’è una stagione non breve in cui altri rischi di questo genere si potranno palesare. Tutti, italiani ed europei, dovremo essere uniti per vincere una volta ancora il terrorismo. Nessuno si salva da solo”.
L’INTERVENTO DI LUCA VECCHI
“L’attacco alla Francia è un attacco alla civiltà, alla democrazia, a quei valori su cui generazioni dopo generazioni abbiamo costruito le nostre comunità dal 1789 (anno della Rivoluzione francese, ndr). Quell’attacco è stato mosso dalla volontà di negare brutalmente il nostro modo di vivere, il nostro stare insieme, il nostro volere e riuscire a tenere insieme e a far dialogare diversità culturali e religiose. A questo fanatismo, che nulla ha a che fare con la religione e che nega quella civiltà di cui l’Europa è parte, serve opporsi, andando fino in fondo”.
Con queste parole il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, è intervenuto oggi pomeriggio in piazza Prampolini. “Le religioni – ha proseguito il sindaco Vecchi – non sono nate e non sono mai state strumenti di odio, di terrore, di distruzione e paura. Chi interpreta le religioni in questo modo, le stravolge a fini che nulla hanno a che fare con le religioni stesse. Fini che vogliono negare la civiltà e la democrazia.
“A questa situazione dobbiamo rispondere. Dobbiamo reagire continuando a vivere come abbiamo sempre vissuto: così si è sforzata di reagire l’Europa durante l’ultimo conflitto mondiale, e in questo modo riaffermiamo nella realtà dei nostri comportamenti i valori che altri vogliono cancellare con l’odio.
“Poi dobbiamo reagire distinguendo: non facciamo di tutta l’erba un fascio, dobbiamo distinguere chi, appartenendo ad altre culture e comunità, condivide i valori di pace, democrazia e libertà, da chi porta il terrore.
“La nostra risposta – ha proseguito il sindaco – deve essere nel segno dell’unità. L’Italia conosce bene queste situazioni, perché l’Italia democratica ha vissuto in un passato non lontano da noi la strategia della tensione portata dal terrorismo interno. Rispondemmo, e sconfiggemmo quel terrorismo, quella strategia della paura, con l’unità della nazione. Non è inseguendo un 3% in più di sperati consensi, in una maniera dunque tutta volta all’interesse di una parte, che si dà una risposta seria ed efficace alla soluzione di un problema così drammatico e internazionale.
“L’unità che dobbiamo perseguire oggi, oltre che nazionale, è internazionale, dei popoli democratici – ha concluso il sindaco di Reggio Emilia – Come avvenne nell’Europa della seconda guerra mondiale, i popoli democratici devono trovare il coraggio unitario, vero strumento che sconfigge la paura e quindi il terrore. Più di settanta anni fa, in Italia, in queste nostre terre, qualcuno decise che si doveva resistere alla tirannide, alla barbarie, e quella Resistenza ci ha ridato dignità e valori che ci consentono anche in questo momento di parlare e agire liberamente. Non lo abbiamo dimenticato. Perciò oggi diciamo che se ci sarà bisogno di resistere, noi resisteremo”.
L’INTERVENTO DI GIAMMARIA MANGHI
“Ho appreso delle stragi uscendo da teatro e come voi sto vivendo questo ore con grande inquietudine e angoscia per qualcosa che, come ha magistralmente sintetizzato ancora una volta Papa Francesco, non è umano – ha aggiunto il presidente Manghi – Siamo di fronte a una nuova guerra forse, certo a un conflitto diverso, combattuto con altri stili e altri modi rispetto al passato, e il tema è come reagire: innanzitutto rimanendo uniti, come comunità provinciale, nazionale e internazionale; tenendo alto il livello di guardia e prestando grande attenzione alla sicurezza, come anche in questa provincia si sta facendo; soprattutto non chiudendoci, ma essendo comunità vera e facendo sì che i principi di libertà, uguaglianza e fraternità restino al centro del nostro agire”.
Infine, riferendosi alla partecipazione della comunità islamica alla manifestazione di Reggio Emilia – “a quel bambino che ha sfilato insieme a noi con un cartello molto esplicito che diceva “Siamo mussulmani, non siamo né terroristi né bastardi” – il presidente Manghi ha parlato di “una testimonianza civile di vera condivisione importante: una disgiunzione inequivocabile nei comportamenti è fondamentale da parte di un popolo che deve camminare con noi perché l’integrazione si fa insieme”.
La manifestazione si è chiusa con un minuto di silenzio per le vittime degli attentati di Parigi.
15/11/2015 – Rafforzati tutti i turni e i passaggi in prossimità degli obiettivi sensibili, vale a dire zone, ambienti e strutture che potrebbero finire nel mirino dei terroristi. Questa la decisione, in un contesto di “attenzione massima” ,assunta nella riunione urgente del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, convocato dal prefetto di Reggio Emilia Raffaele Ruberto, su disposizione del ministero degli Interni dopo l’inferno di Parigi. Alla riunione erano presenti i vertici politici (sindaci etc.) e delle forze dell’ordine. “Abbiamo innalzato ulteriormente i nostro livelli di controllo – ha detto Ruberto ai cronisti – Abbiamo rafforzato i turni e i passaggi in prossimità degli obiettivi sensibili individuati”.
A proposito della manifestazione indetta dal comune di Reggio Emilia e dalla Provincia per oggi pomeriggio, domenica 15, Ruberto si è augurato che aderisca anche la comunità islamica: deve emergere chiaro che contro il terrorismo c’è un fronte comune. Da ogni cittadino che risiede a Reggio deve esserci totale collaborazione”.
Oggi, dicevamo, la manifestazione pubblica organizzata da Comune e Provincia di Reggio “di solidarietà e di fratellanza con il popolo francese e contro il terrorismo”, con l’intervento del Presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini.
Il ritrovo è alle 15,30 in Piazza Gioberti davanti a Palazzo Allende: il corteo da lì si muoverà lungo la via Emilia in direzione Piazza del Monte, per poi concludersi in Piazza Prampolini dove parleranno il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il presidente della Provincia Giammaria Manghi e il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
“Comune e Provincia di Reggio Emilia invitano a partecipare alla manifestazione sindacati, associazioni, partiti politici, cittadini che si riconoscono nei valori universali di libertà, eguaglianza e fratellanza, nella Costituzione italiana, in un’idea di Unione Europa come luogo di diritti civili, dignità della persona, pace, sicurezza e rifiuto di qualsiasi forma di violenza.
In queste ore in Francia il simbolo della pace che contiene all’interno il profilo della torre Eiffel è diventato l’immagine alla quale si richiamano tutti coloro i quali condannano quanto accaduto ieri a Parigi. L’invito è quello di presentarsi alla manifestazione con questo simbolo”. Hanno già aderito,Cgil, Cisl e Uil e, tra le forze politiche, il Pd.
IL RETTORE INCONTRA GLI STUDENTI FRANCESI
Domani mattina lunedì 16 novembre alle ore 9.00 il Rettore di Unimore, professor Andrisano, incontrerà una rappresentanza degli studenti francesi presenti a Modena e Reggio Emilia per studio o progetti di mobilità Erasmus, e farà anche il punto sui nostri studenti attualmente soggiornanti in Atenei parigini nell’ambito di progetti di mobilità Erasmus. L’incontro si svolgerà nella Sala Rossa del Palazzo del Rettorato (via Università 4 – I piano) a Modena.
“CONDANNA FORTE SENZA MEZZI TERMINI” DALLA COMUNITA’ ISLAMICA
“A nome della Comunità Islamica di Reggio Emilia,
Vorrei esprimere una condanna forte senza mezzi termini per i gravissimi atti terroristici avvenuti in Francia che sono crimini contro l’umanità, e invitare tutti ad unirsi per affrontare qualsiasi atteggiamento estremista che minaccia la sicurezza e la buona convivenza tra tutti i componenti della nostra società civile.
L’islam è …estraneo a qualsiasi forma di estremismo,è la religione della pace , e i veri musulmani sono anche loro vittime di questi atti criminali.
Chi commette atti criminali o ha atteggiamenti estremisti è da definire criminale e basta, la criminalità non ha religione.
Avvertiamo tutti che le generalizzazioni e le strumentalizzazioni sono controproducenti e offensivi per i milioni di musulmani che sono europei a tutti gli effetti.
L’Europa la vogliamo difendere insieme con i valori umani della fratellanza umana e della solidarietà tra tutti.
Esprimiamo le nostre profonde condoglianze ai famigliari delle vittime innocenti e e il sincero dolore per tutta la Francia”.
Bouchraa Abdellah, CASA DELLA CULTURA
CGIL CISL e UIL: No alla paura, no all’odio, no al terrorismo
“Una notte di terrore, quella vissuta dai cittadini di Parigi, a soli 10 mesi dalla strage di Charlie Hebdo. Per Cgil Cisl e Uil appare sempre più inderogabile un’azione decisa e solidale per contrastare questo dilagare dell’odio. Un’azione che non può essere solo militare o di retorica solidarietà. Questa volta la violenza omicida ha colpito la quotidianità della vita dei cittadini francesi, così come colpisce sistematicamente, e non episodicamente, la quotidianità di quelle centinaia di migliaia di persone che con un esodo epocale scappano dalla violenza e dalla guerra.
E’ necessaria un’azione politica internazionale che attraverso la diplomazia trovi una soluzione alle guerre in essere e crei le condizioni perché in quei Paesi i cittadini possano vivere in pace, con la consapevolezza che la pace si costruisce giorno per giorno, attraverso scelte di giustizia sociale e di solidarietà concreta.
Il mondo del lavoro, da sempre protagonista nella difesa della democrazia, della tolleranza, della giustizia sociale, non può restare indifferente e continuerà a combattere per isolare e sconfiggere il terrorismo dicendo NO ad una cultura della paura, NO a chi strumentalizza questi episodi così gravi per fomentare odio e divisioni.
Sulla base di questi valori invitiamo tutti i lavoratori e i pensionati ad aderire e a partecipare alla manifestazione di domenica promossa dalla Provincia e dal Comune di Reggio Emilia, con raduno alle ore 15.30 davanti alla sede della Provincia in Piazza Gioberti, corteo lungo la via Emilia fino a Piazza Prampolini”
CGIL Camera del Lavoro Territoriale Reggio Emilia, CISL Emilia Centrale Reggio Emilia, UIL Modena Reggio.
PD: I MORTI DI PARIGI SONO NOSTRI FRATELLI
“I cittadini di Parigi uccisi sono nostri fratelli. Ci stringiamo al dolore della loro comunità e della Francia, che è e deve essere il dolore dell’Europa e del mondo intero, di tutti coloro che credono nella libertà e nell’uguaglianza, nella democrazia e nella pace. Il nostro pensiero va a chi questa notte non è tornato a casa per essere andato a vedere una partita di calcio o un concerto, o a chi come ogni sera è andato a fare il suo lavoro servendo in un locale. All’odio non rispondiamo con odio, ma con sentimento di giustizia.
Questo orrore non vincerà. Non vincerà. Ora è il tempo dell’unità e della lucidità. Di fronte a questa barbarie la nostra forza si chiama democrazia e i nostri valori e i nostri obiettivi come europei devono ancora una volta essere detti a voce alta: Noi promuoviamo la pace, il benessere dei popoli. La nostra Europa è uno spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia senza frontiere interne”. Andrea Costa Segretario provinciale Pd
“
jafet
15/11/2015 alle 02:47
Eh già! I morti a Parigi li hanno fatti gli alieni. I cristiani crocefissi in Pakistan, in Algeria e in Siria li hanno fatti gli alieni. Le spose bambine stuprate nei paesi arabi la prima notte di nozze sono vittime di un attacco marziano. Le giovani ragazze sgozzate e sepolte vive perché vestite all’occidentale sono morte di banale influenza. Le donne picchiate con ferri da stiro, quelle vessate, percosse da mariti e padri padroni, sono inciampate da sole lungo le scale di casa.
Le studentesse cristiane rapite in Nigeria sono scomparse per un colpo di vento.
L’incitamento alla guerra santa, non è scritto nel Corano, ma è stato letto su Topolino.
A definire immondo l’infedele non è mai stato il Corano, ma quel razzista di Hitler.
A pretendere di far sparire i crocefissi dai luoghi pubblici non sono stati gli islamici, ma gli ebrei.
A ridacchiare e negare la Shoah nei campi di sterminio nazisti non sono gli islamici, ma i tibetani.
Il decapitare la testa ai propri nemici, come segno di grande misericordia di Dio, non è scritto nel Corano, ma nell’ultima saga di Harry Potter.