3/11/2015 – L’Expo è stato un successo straordinario anche per il mondo economico e per la cultura reggiana: dalla Tecton (che ha realizzato il padiglione degli Emirati arabi, uno dei più ammirati e visitati) alla Ferrarini, dalla città dei bambini progettata da Reggio Children sino ai 2,3 milioni di contatti per il parmigiano reggiano (e 1,1 milioni di assaggi nel “supermercato del futuro” Coop) il ritorno in termini di presenze e di apprezzamento è certamente superiore alle aspettative. Ma più di ogni altro l’en plein lo ha fatto Cir Food, che ha realizzato e gestito la filiera dei ristoranti Expo lungo il decumano.
La Cooperativa Italiana Ristorazione di Reggio Emilia, guidata da Chiara Nasi, porta a casa non solo i numeri attesi – 4 milioni di visitatori nei locali, 23 milioni di euro di fatturato – ma anche, rileva l’azienda – “il successo di una filosofia di servizio che ha avuto la sua massima espressione nei nuovi modelli di ristorazione lanciati all’Esposizione e in un approccio alla nutrizione che ha fatto leva sui valori della cultura, della sostenibilità e del diritto a un cibo giusto a prezzi accessibili”.
Con 4.000 posti a sedere, i 17 ristoranti e i 3 punti ristoro a Cascina Triulza hanno infatti alternato nei 6 mesi di Expo idee nuove per vivere il cibo nel terzo millennio. “Confermando la sovranità del Made in Italy, dai dati di vendita di CIR food sono emerse alcune interessanti tendenze sui consumi di oggi e di domani: la ‘semplicità‘ si conferma come uno dei valori chiave quando si parla di food, seguita a ruota dalla ‘tradizione‘ che ha guidato le scelte della maggior parte degli utenti. Un mix che si riflette nelle migliaia di kg di pizza e pasta preparati nel corso della manifestazione e nei quasi 2 milioni di caffè serviti ai visitatori.
“Questo risultato è importante per due ragioni – dichiara la presidente Chiara Nasi, – La prima è legata al successo dei nostri nuovi format di ristorazione che si sono dimostrati all’altezza di soddisfare i volumi della manifestazione e le aspettative dei visitatori, coniugando una buona qualità dell’offerta ad un prezzo giusto. La seconda, invece, ha radici più profonde e ha a che fare con il nostro modo di ‘Vivere il Cibo’, per promuovere una ristorazione sostenibile e accessibile a tutti. Un progetto a cui crediamo da sempre e che nel corso di questi sei mesi ha trovato molti sostenitori in chi ha avuto modo di conoscerci”.
Oltre ai servizi di ristorazione, a Expo 2015 CIR food ha organizzato 10 eventi culturali seguendo il filo conduttore “Vivere il cibo, nutrire il futuro”. Convegni, tavole rotonde e mostre a cui hanno partecipato fra gli altri il giudice Gian Carlo Caselli, l’antropologo Marino Niola, l’agronomo Andrea Segrè, il Commissario ANAC Michele Corradino, Carlo Petrini di Slow Food con Silvio Barbero dell’Università di Pollenzo, il medico nutrizionista di ADI Lucio Lucchin, Alessandro Leo di Libera Terra, lo scultore Giuliano Tomaino e l’architetto Mario Botta.
“Grazie a questi eventi abbiamo approfondito a 360 gradi il tema dell’alimentazione del futuro, dalla gestione degli appalti pubblici alle ultime tendenze sul cibo – commenta Giuliano Gallini, Direttore Commerciale e Marketing di CIR food – Su queste basi intendiamo proseguire questo percorso per dare valore al cibo, non solo dal punto di vista nutrizionale, ma anche culturale e sociale. I servizi di ristorazione, in primis nel settore pubblico, non devono infatti essere percepiti alla stregua di commodity, ma vissuti come prestazioni a valore aggiunto, dove il presidio sulla qualità deve essere una priorità assoluta”.
Dopo la chiusura di Expo, CIR food guarda all’espansione dei format proposti all’interno del sito espositivo dell’Esposizione Universale. L’obiettivo partecipare alle gare d’appalto per i servizi di ristorazione delle grandi concessioni, ma anche di diffondere i propri locali nel cuore delle città che meglio rispondono alle caratteristiche delle nuove insegne. “La sfida, adesso, è riuscire a individuare quei contesti in grado di valorizzare non solo l’offerta ristorativa proposta, ma anche la filosofia alimentare e culturale che è alla base dei concept lanciati a Expo”.
PARMIGIANO REGGIANO: CHGIUSURA COL BOTTO. PIU’ DI UN MILIONE DI ASSAGGI
3/11/2015 – Si è conclusa con il “botto” la partecipazione del Consorzio del Parmigiano Reggiano ad Expo 2015. Un mese di ottobre da “tutto esaurito” – che ha superato anche i risultati gottenuti a settembre – ha fatto segnare, all’interno del padiglione Supermercato del futuro, un record assoluto di visite: oltre 300.000 in 31 giorni, con un terzo dei visitatori in fila al corner allestito dal Consorzio per degustare le due diverse stagionature di Parmigiano Reggiano offerto, nei sei mesi dell’Esposizione universale, da 72 caseifici.
“Il bilancio finale, che in ottobre si è arricchito di altri 120.000 contatti tra padiglione Cibus Italia e altri eventi – sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – parla così di 2,3 milioni di contatti per il nostro prodotto e di 1,1 milioni di degustazioni, ma anche di una mobilitazione senza precedenti dei caseifici del comprensorio di produzione: le iniziative realizzate ad Expo (dal Future Food District alla “piazzetta” della Regione Emilia-Romagna, agli eventi collaterali) hanno infatti coinvolto 106 caseifici, cioè quasi un terzo del totale”.
“Proprio questa partecipazione – sottolinea il presidente dell’Ente di tutela, Giuseppe Alai – ci ha consentito non solo di parlare ai consumatori delle caratteristiche distintive del nostro prodotto, ma soprattutto di far toccare con mano quel forte legame con il territorio che passa da centinaia di strutture artigianali impegnate in una lavorazione assolutamente naturale che fa leva proprio sulla esperienza e sulle capacità dei maestri casari”.
Parlando di cifre, il più elevato numero di contatti per il Parmigiano Reggiano si è registrato proprio all’interno del Future Food District, seguito dal padiglione Cibus Italia (oltre 250.000 contatti e 5 settimane di degustazioni guidate) e dalla “piazzetta” dell’Emilia-Romagna, dove il Consorzio ha proposto 9 appuntamenti dedicati alle caratteristiche distintive del prodotto (stagionatura, tipologia di bovine in allevamento, alimentazione, ecc.) e al territorio d’origine, con la presentazione della nuova “APP Visite” (audioguida facilmente scaricabile che consente di seguire ogni fare produttiva e di scoprire i segreti dei caseifici artigianali), cui si è aggiunto il gioco “Spakka il kilo”, che ha coinvolto i presenti invitandoli ad indovinare il peso di una punta di formaggio, che di volta in volta è stata consegnata a chi si è avvicinato maggiormente al peso reale.
“Insieme a questo elevatissimo numeri di contatti e degustazioni – osserva il direttore Riccardo Deserti – l’aspetto più rilevante nel bilancio della nostra presenza ad Expo è comunque rappresentato dagli incontri con oltre 500 delegati internazionali: in massima parte si è trattato di esponenti del mondo della distribuzione, cui si sono associati numerosi giornalisti della stampa specializzata, con esiti che si protrarranno nel tempo e in diversi Paesi sui quali puntiamo ad incrementare le nostre esportazioni”.
Fra gli eventi che hanno suscitato particolare curiosità di segnalano, infine, il lancio (con l’apertura della prima forma nel padiglione di Israele) del Parmigiano Reggiano Kosher destinato agli ebrei osservanti, l’asta di una forma stagionata dieci anni dal caseificio Vo’ Grande (Mantova) a favore delle popolazioni del Nepal colpite dal terremoto e la presentazione della prima produzione a impatto ambientale zero in termini di emissioni di anidride carbonica da parte del caseificio Caramasche di Mantova.
“Ora – sottolinea il presidente Giuseppe Alai – l’impegno del Consorzio si concentra sulla messa a frutto di quanto anche Expo ha generato in termini di contatti e conoscenza del prodotto, puntando anche a consolidare i primi segnali di ripresa che vengono dalle quotazioni registrate in alcune province: insieme alla prosecuzione delle iniziative programmate per l’estero, a giorni partirà una nuova campagna sulle reti televisive e radiofoniche nazionali, con l’obiettivo immediato di un sostegno ai consumi in vista di quelle festività natalizie e di fine anno che già nel 2014 segnarono un incremento del 7% rispetto all’anno precedente”.
LEGACOOP: I RISULTATI DI CIR FOOD ALL’EXPO UN’INIEZIONE DI FIDUCIA PER LA COOPERAZIONE
I dati sulla partecipazione a Expo 2015 di CIR food sono valutati con molta soddisfazione da Legacoop Emilia Ovest. «Le cifre parlano da sole – afferma il presidente Andrea Volta – e dimostrano che la scelta coraggiosa della cooperativa di affrontare la sfida di Expo 2015 è stata corretta. Sostenibilità, accessibilità e innovazione sono i valori che hanno ispirato la cooperativa, che grazie alla sua esperienza e professionalità nel campo della ristorazione e alla voglia di proiettarsi nel futuro ha saputo interpretare al meglio il filo conduttore del grande evento milanese: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. C’è anche un altro aspetto che voglio sottolineare – prosegue il presidente di Legacoop Emilia Ovest – e mi sembra importante rimarcarlo proprio in questi giorni: la cooperazione reggiana ha vissuto e sta vivendo momenti difficilissimi con la situazione di alcune cooperative, concentrate nel settore delle costruzioni. Ma il sistema cooperativo reggiano continua ad esprimere, nella sua complessità, capacità di sviluppo e di innovazione che sono un patrimonio per tutto il territorio. CIR food è indubbiamente una eccellenza, una cooperativa che continua a crescere e a innovarsi. Ma anche il resto della cooperazione non è fatta solo di crisi: sono tante le cooperative reggiane che operano con successo nel nostro territorio, in Italia e all’estero, con risultati eccellenti, che nascono – conclude il presidente Volta – anche da una coerenza con i valori del mondo cooperativo per la quale CIR food è un esempio da seguire».