28/10/2015 – Alla vigilia dell’udienza preliminare di Aemilia a Bologna, la Direzione distrettuale antimafia di Bologna ha chiuso due inchieste per intimidazioni a politici da parte di persone vicine alla cosca Grande Aracri di Cutro e Reggio Emilia . I pm contestano con avvisi di fine indagine la tentata violenza privata a Domenico Lerose, cutrese di 58 anni, nei confronti della deputata M5S Maria Edera Spadoni dopo un comizio nell’ottobre 2014.
Per altri 5 cutresi di Brescello, invece, l’accusa è di minacce nei confronti della segretaria Lega Nord di Brescello Catia Silva edi Valeria Garotti, tra l’ottobre 2009 e i lmaggio 2010. Fra i cinque spiccano il nome di Alfonso Diletto, uno degli imputati principali del processo Aemilia, e di Salvatore Grande Aracri, di 46 anni. Accusati anche Carmine Rondinelli, 68 anni, Girolamo Rondinelli di 36 e Salvatore Frijio di 49 anni Catia Silva, consigliera comunale, in prima linea contro le mafie da molti anni, è stata la candidata sindaca di Brescello della lista civica “Brescello Onesta” sostenuta dal centro-destra. Ha subito ogni genere di intimidazioni: dalle minacce in pubblico in piazza sino danneggiamenti, telefonate continue etc. Soprattutto per anni il Pd-Ds di Brescello, dominato dai Coffrini, ha tenuto Catia Silva in un vergognoso isolamento politico, anche quando le sue denunce approdavano in consiglio comunale. Al centro di questa inchiesta, le intimidazioni rivolte in pubblico, nella piazza di Brescello da Grande Aracri e gli altri. Fra l’altro Alfonso Diletto minacciò Catia Silva perchè ritrattasse i contenuti di alcune interviste di denuncia sulle cosche a Brescello.
La notizia della conclusione delle indagini per le minacce alla deputata reggiana Maria Edera Spadoni è stata diffusa dal vicepresidente della commissione parlamentare antimafia Luigi Gaetti (M5S) insieme a Giulia Sarti e Elisa Bulgarelli: “La DDA ha chiuso le indagini su chi minacciò la nostra parlamentare Maria Edera Spadoni al termine di un comizio a Reggio Emilia il 18 ottobre 2014. Domenico Lerose è sotto indagine per tentata violenza privata con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso ai danni di un pubblico ufficiale. Rispettosi del ruolo della magistratura attendiamo con fiducia il proseguo di questo procedimento giudiziario”.
“Sono felice della chiusura delle indagini, la verità sta emergendo -ha commentato a sua volta Maria Edera Spadoni – Attendo fiduciosa l’esito del procedimento giudiziario. E’ inaccettabile che non si possa liberamente esprimere il proprio pensiero in piazza, facendo il nome e cognome di condannati. La cosa più importante è che i cittadini prendano coscienza del pericolo della mentalità omertosa che porta al consolidamento delle infiltrazioni mafiose a Reggio Emilia come in tutto il Paese“.