26/10/2015 – Coop Nordest ha ritirato dai supermercati reggiani i calendari di Mussolini: qualche ingenuo aveva espresso plauso, pensando che un antico muro fosse stato abbattuto, però non aveva fatto i conti con la granitica anima antifascista reggiana: è bastata qualche telefonata dall’Anpi per farli togliere di mezzo. Il Testone come il comunismo: dopo 70 anni il suo spettro fa ancora paura. Del resto, la radice è la stessa, nel socialismo massimalista e nella Seconda Internazionale.
E’ stata, diciamolo pure, una delusione per la Cgil, costretta a mitigare i toni del suo comunicato di protesta, per prendere atto – magari controvoglia: con le coop non corre buon sangue – della censura anti-mussoliniana.
Nondimeno la Camera del Lavoro e la Filcams Cgil di Reggio Emilia hanno espresso oggi “il proprio disappunto in merito alla vicenda dei calendari di Benito Mussolini in vendita nei negozi Coop fino a qualche giorno fa”.
“Riteniamo che – scrive il sindacato di via Roma – in una città medaglia d’oro della Resistenza come Reggio Emilia, non sia accettabile che si trovino, tra gadget e riviste, calendari come quello del Duce venduti alla stregua dei calendari delle squadre di calcio. Tanto più se questo avviene in un’azienda cooperativa con la storia di Coop.
Apprendiamo del ritiro annunciato dalla società auspicando maggiore attenzione e sensibilità tali – ammonisce accigliata la Cgil – da evitare che episodi simili si ripetano”.
Del resto Nordest ha in corso la fusione con Coop Adriatica, il cui presidente ha voluto personalmente l’acquisto di ben sessantamila copie de “I miei primi Primo Maggio” di Maurizio Landini, coi soldi dei suoi soci. Mussolini non poteva sullo stesso scaffale accanto al sindacalista made in Reggio, leader nazionale della Fiom. L’affronto sarebbe stato troppo grande. Bisogna dire sommessamente (anzi bisbigliare, per non incorrere nelle ire dei guardiani dell’ideologia) che se non altro il calendario del Testone non sarebbe costato nulla ai soci, come invece è costato il libro di Landini a quelli di Adriatica. Ma chiudiamo un occhi, anzi due, , in nome dell’antifascismo militante e benestante.
Ivaldo Casali
26/10/2015 alle 19:02
I “gendarmi” della sinistra hanno colpito ancora!!!
Il “pericoloso” calendario NON era obbligatorio acquistarlo!!!
Ale
27/10/2015 alle 12:25
A quanto ho capito era una questione di “sfioramento”:
Si sa mai che il resto della cartoleria si potesse inquinare sfiorando i calendari del duce.
Ma la COOP quando si toglierà i paraocchi come i cavalli? Temo mai.