17/10/2015 – Questa mattina è astata rimessa al posto la Croce, abbattuta solo due mesi fa da vandali rimasti ignoti, ma sulla cui matrice politica si nutrono pochi dubbi, che ricorda i martiri della Fornace di Cà de Caroli prelevati ed uccisi il giorno di Capodanno del 1945 dai partigiani comunisti operanti nello scandianese. I resti furono fatti sparire nella fornace.
La croce è stata rialzata su iniziativa del Centro Studi Italia e del suo presidente Luca Tadolini, insieme a Giuseppe Pagliani, capogruppo di Forza Italia a Reggio e di Terre reggiane in Provincia, e a Marco Montipò dell’associazione Giovani per Scandiano.
La notte del primo Gennaio 1945 i partigiani prelevavano e trucidavano i civili italiani Riccardo Colli, Nello Ganassi, Pietro Lasagni detto Nanni, che aveva solo quindici anni, Giuseppe Montanari, Riziero Prati, la signora Bice Sacchi, Alfonso Rossi, la signora Matilde Spadoni. Successivamente venne ucciso anche il Maresciallo dei Carabinieri Vasco Filippini.
Inoltre coniugi Rossi-Spadoni erano gli zii del partigiano cattolico Giorgio Morelli, che denunciò sulla Nuova Penna i crimini compiuti dai partigiani comunisti e per questo subì un attentato che lo portò alla morte nel 1947.
Inoltre il Maresciallo Filippini sarebbe stato assassinato da un partigiano che prima della guerra aveva ucciso un impiegato durante una rapina in banca e che voleva vendicarsi dell ‘arresto. Anche può apparire incomprensibile, ci sono molte ragioni per cui il ricordo delle vittime di Cà De Caroli dà noia ancora oggi.