10/9/2015 – Verso un piano di riorganizzazione delle imprese cooperative del settore degli infissi e dei serramenti. E’ la prospettiva delineata oggi in Regione al tavolo per la crisi di Open.Co (San Martino in Rio e Castelvetro) e Lavoranti in legno (Ferrara), istituito il 31 luglio scorso in viale Aldo Moro.
Open.co. , nata dalla fusione tra ex Cormo e Coop Legno è in concordato a termine dal 21 agosto, commissario giudiziale Silvio Facco: entro quaranta giorni, salvo proroghe, dovrà presentare il piano industriale e il piano finanziario ai creditori, che comunque hanno i crediti congelati. Del pèop cooperativo emiliano del legno, la e3x – Crmo rappresenta di gran lunga il pezzo più importanti: A San Martino in Rio sono occupati circa la metà dei 500 lavoratori coinvolti nella crisi.
All’incontro, convocato dall’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi, erano presenti i rappresentanti delle istituzioni locali di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, delle organizzazioni sindacali, di Legacoop Emilia-Romagna, e i presidenti di Open. Co e Lavoranti in legno. Il piano di riorganizzazione, illustrato da Legacoop Emilia-Romagna e condiviso dalle imprese cooperative, prevede il coinvolgimento degli stabilimenti di Open.Co., Lavoranti in legno ed eventuali altre cooperative. “Il piano – sottolinea l’assessore Costi – ha l’obiettivo di preservare tutti i siti produttivi esistenti, attraverso processi di integrazione e specializzazione”. Da pochi giorni Open.Coè in concordato, e
Con l’incontro di oggi (il successivo è già stato fissato per il 29 settembre) le imprese cooperative si impegnano a individuare soluzioni legali, amministrative e operative che consentano – nella fase transitoria precedente la realizzazione del piano – di garantire l’attività produttiva e l’assolvimento degli ordini senza soluzioni di continuità, anche nell’ambito delle procedure concorsuali attuali. Il piano industriale, e il conseguente piano organizzativo, sarà oggetto di presentazione e confronto negoziale all’interno del tavolo della crisi.
. “Sempre in quella sede – ha aggiunto l’assessore – verranno valutati gli impatti sull’occupazione, e saranno individuati gli strumenti di protezione del reddito più adeguati alla salvaguardia dei lavoratori”. La Regione e le istituzioni locali si impegnano inoltre a costituire specifici tavoli di confronto con le organizzazioni sindacali e con le imprese cooperative coinvolte, in modo da individuare possibili processi di riconversione industriale, al fine di preservare il livello attuale di occupazione. “La Regione – ha concluso Costi – metterà in atto tutti gli strumenti di cui dispone per sostenere l’operazione dl rilancio delle attività di produzione”.
Per la Fillea Cgil, l’incontro di oggi ha sancito “una svolta in questa complessa vertenza”. Luigi Giove, segretario regionale della Federazione lavoratori del legno, afferma che “finalmente è stato concordato quanto da mesi il sindacato chiedeva a Legacoop Emilia Romagna, ovvero un piano industriale che avesse l’ambizione di riorganizzare a livello regionale l’intero comparto degli infissi in legno.Il progetto industriale prevederà il mantenimento di tutti i siti produttivi. Consideriamo questo un passo in avanti importante e necessario, in questa complicata trattativa. Tra l’altro, questo significa necessariamente coinvolgere in tale progetto anche aziende cooperative fino ad oggi non interessate. Il piano industriale che sarà preswentto nell’incontro del 29 settembre sarà oggetto di trattativa tra le parti, ed anche questo era un aspetto fino a ieri per niente scontato. La logica sarà quella dell’integrazione di funzioni strategiche (commerciali, di approvvigionamento e direzionali) in grado di superare i limiti dell’attuale frammentazione di impresa in un mercato sempre più ridimensionato e competitivo”. Inoltre “si procederà ad una forte specializzazione dei siti produttivi che avranno vocazioni ben definite e durature nel tempo. Anche le questioni relative all’impatto occupazionale ed agli ammortizzatori sociali saranno oggetto di trattativa, una volta definito l’impianto strategico del piano industriale”. Infine “a livello locale le istituzioni si attiveranno per convocare specifici tavoli di confronto al fine di valutare tutti i possibili interventi che consentano di raggiungere l’obiettivo della saturazione degli attuali livelli occupazionali. La strada è ancora lunga e piuttosto accidentata, ma la direzione intrapresa è quella giusta. A questo punto ci aspettiamo che tutti i soggetti coinvolti (Legacoop, aziende, istituzioni, organi della procedura concorsuale) abbiano ben chiaro che si è aperta una prospettiva di continuità produttiva su tutti gli stabilimenti, che non può essere sprecata e che può diventare concreta per cinquecento lavoratrici e lavoratori e per le loro famiglie: siamo convinti che ci siano le condizioni perché questa crisi venga affrontata e risolta senza conseguenze sociali disastrose e saremo attenti a segnalare atteggiamenti ostativi o dilatori, da qualunque parte provengano”.