11/8/2015 – Sarà che i mercati, e così gli osservatori delle associazioni imprenditoriali, scontano in anticipo le dinamiche economiche, e sarà pure che l’ottimismo produce sempre qualcosa di costruttivo rispetto al pessimismo, tuttavia lo stato dell’economia reale reggiana fatica a mostrare i primi germogli di una rinnovata e prossima primavera industriale.
E’ quanto emerge dai dati, elaborati dall’ufficio Studi dalla Camera di commercio reggiana, relativi alla natalità/mortalità delle aziende del nostro territorio, nel periodo gennaio-giugno 2015.
Ebbene, nel semestre appena archiviato, il saldo fra nuove imprese iscritte al registro (2.131) e quelle decedute (2.306), è negativo: – 175 unità. Il che equivale a dire che, nei primi 6 mesi dall’anno, hanno abbassato le serrande poco più di 29 aziende al mese.
In un contesto produttivo che conta complessivamente 55.875 imprese, nel primo semestre sono scese a 11.157 le imprese del commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio, registrando un saldo negativo fra iscritte e cessate (complessivamente -89 unità); stesso andamento per i pubblici esercizi (-39) e per i trasporti (-29).
Si collocano in campo negativo i tassi di sviluppo sia del manifatturiero (-0,7%) che delle costruzioni (-0,4%). La maggior parte delle attività del secondario contribuiscono a condizionare la flessione del settore; in particolare il metalmeccanico registra una diminuzione dell’1% e calano dello 0,9% le imprese dell’elettrico-elettronico.
Continua la flessione dell’agricoltura che perde unità produttive a causa, soprattutto, del cambio di destinazione dei suoli agricoli: nei primi sei mesi del 2015 le aziende del settore sono calate, in provincia di Reggio Emilia, dell’1,3% scendendo a 6.263 unità.
Di positivo c’è che nel trimestre aprile-giugno – sempre secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di commercio – si è registrata un’inversione di tendenza ed il saldo fra le nuove imprese e quelle che hanno volontariamente chiuso l’attività è stato pari a +275 unità.
Nel dettaglio, sono le attività del terziario che hanno contribuito in misura maggiore alla tenuta del sistema delle imprese della provincia di Reggio Emilia. Hanno registrato andamenti positivi le attività dei servizi orientati al settore produttivo, come la direzione aziendale e la consulenza amministrativo-gestionale (+1,2%) o le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenza tecnica, design e grafica:+1,8%), e i servizi di supporto alle imprese come l’organizzazione di fiere o convegni, il disbrigo di pratiche, la vigilanza, la disinfestazione (+1,4%).
In crescita anche i servizi destinati alla collettività, fra i quali si collocano le attività connesse alla tecnologia informatica, come la produzione di software e la consulenza informatica (+4,6% complessivamente), la sanità e l’assistenza sociale sia residenziale che non residenziale (+8,8%) e l’istruzione (corsi di formazione e di aggiornamento professionale, corsi di lingua) che è cresciuta del 3,4%.
Relativamente all’andamento delle imprese che svolgono attività di servizio alla persona (2.600 aziende), sono in aumento i centri benessere, di trattamenti estetici e i parrucchieri (+2,8% in totale) e gli altri servizi destinati al consumatore finale (+1,2%) come la riparazione di computer e di beni sia per uso personale che per la casa, in particolare elettrodomestici e mobili.