9/7/2015 – La fusione con Coop Legno di Castelvetro è fallita, lo stabilimento ex-Cormo di San Martino in Rio, storica cooperativa di serramenti finita in crisi e confluita nella Open.Co, rischia seriamente la chiusura. Voci in questo senso si accavallano da giorni, tanto che ieri la Fillea, sindacato lavoratori Cgil dell’Emilia-Romagna, ha rotto gli indugi e ha convocato una riunione a Bologna con le Rsu aziendali di Open.Co e della Lavoranti in Legno di Ferrara (altra cooperativa del settore a rischio chiusura)e le strutture sindacali di Reggio Emilia, Modena e Ferrara. Sono in ballo tre siti produttivi e ben 640 posti di lavoro.
E’ stato costituito un coordinamento regionale ed è partita già ieri pomeriggio una richiesta di incontro urgente a Legacoop regionale, oltre che alle direzioni di Open.Co e Lavoranti in legno. Alla Regione verrà chiesta l’apertura di un tavolo di crisi. Intanto sono state proclamate sedici ore di sciopero.
Lo scontro con manager e presidenti delle cooperative, ai quali la Fillea addossa la responsabilità di questa situazione, è frontale: “Non permetteremo – scrivono i rappresentanti sindacali – che a causa dell’inadeguatezza o dell’incapacità di decidere dei gruppi dirigenti venga cancellata una storia industriale e il suo patrimonio di professionalità“.
Non più tardi di un anno fa, il 5 luglio scorso,l’ex assessore regionale Luciano Vecchi aveva inaugurato a San Martino in Rio il nuovo show room di 300 metri quadrati delle produzioni Open.Co: il primo passo della nuova azienda, una scommessa per il rilancio. Invece siamo già al tramonto di un progetto che ha già comportato grossi sacrifici, nel tentativo di rimettere in carreggiata aziende storiche colpite drammaticamente dalla crisi dell’edilizia, e alle quali le banche non concedono più credito.
“La riunione, anticipata di due giorni rispetto alla data fissata, – scrive il segretario generale della Fillea Emilia-Romagna, Luigi Giove – si è resa necessaria per decidere quali iniziative intraprendere a fronte della pesante crisi che sta interessando le tre realtà produttive. Da giorni infatti assistiamo a un proliferare di indiscrezioni, fatte trapelare tra i lavoratori dei singoli stabilimenti, che prefigurerebbero di volta in volta la chiusura di questo o quel sito produttivo.
A noi pare di poter dire che ad oggi nulla di concreto è realmente stato messo in campo per disegnare un progetto industriale che, coinvolgendo tutte le realtà, provi a immaginarne un futuro”, aggiunge Giove.
“Questo stato di incertezza e i ripetuti tentativi di strumentalizzazione dei lavoratori non sono più tollerabili. Per questa ragione, nella stessa giornata di oggi verrà inviata alla Legacoop Emilia Romagna e alle Direzioni di Lavoranti in legno e di Open.co una richiesta di incontro urgente per avviare un tavolo regionale di confronto, con l’obiettivo di individuare profili industriali strategici che consentano la salvaguardia degli stabilimenti e dei 540 lavoratori occupati.
Riteniamo inoltre che questa vertenza si inserisca a pieno titolo nell’ambito dell’Accordo quadro sottoscritto con la Regione Emilia Romagna il 2 aprile 2015, riguardante la riorganizzazione della filiera delle cooperative legate al settore delle costruzioni. Chiederemo perciò l’istituzione urgente di un tavolo di crisi presso la Regione per individuare le soluzioni che consentano la continuità produttiva e l’individuazione degli strumenti sociali necessari. Nel corso della riunione tutti i partecipanti hanno deciso di costituirsi in coordinamento regionale affidato alla Fillea Cgil dell’Emilia Romagna”.
Sempre ieri è stato proclamato lo stato di agitazione in entrambe le aziende e in tutti gli stabilimenti con un primo pacchetto di sedici ore di sciopero, che potranno essere decise sia dal livello regionale sia dalle Rsu di ogni singolo stabilimento.
“La Fillea Cgil a tutti i livelli, le RSU, le lavoratrici e i lavoratori non permetteranno che a causa dell’inadeguatezza o dell’incapacità di decidere dei gruppi dirigenti di queste aziende venga cancellata una storia industriale e il suo patrimonio di professionalità: per questo ci aspettiamo risposte immediate”.
vincenzo
09/07/2015 alle 20:17
Intanto tutti ne parlano , ma i ns politici di Reggio Emilia dove sono finiti?
Il presidente della Open-co da tempo sta portando avanti un progetto di fusione tra Castelvetro e la Lavoranti in Legno di Ferrara con una collaborazione commerciale con la New Tre Elle di Imola , lasciando fuori dal progetto il sito di San Martino in Rio (Ex Cormo) il tutto appoggiato dalla Lega di Bologna “Lega Regionale”
Quindi mi chiedo dove siete ora voi politici e mondo delle Cooperative ?
Il progetto molto probabilmente verrà presentato ufficialmente Sabato 11/07/15 a Bologna naturalmente ,e già da Lunedi 13/07/15 al Cda della Open-co verrà presentato il piano di concordato Fallimentare da presentare a breve si presume nella stessa settimana
loris
23/07/2015 alle 23:36
Sig.Vincenzo buona sera.
Come potrei mettermi in contatto con lei ??
Siamo una azienda di contract con lavori all’estero ,
abbiamo bisogno di produrre qui in italia.
Mi scriva per email se possibile.
Saluti
nicola
09/07/2015 alle 20:20
Bravi signori dirigenti e del mondo Cooperativo
Dovreste solo vergognarvi
E state sicuro che alle prossime elezioni non vedrete più un solo voto per i vs partiti
Gilberto Gasparini
10/07/2015 alle 08:35
Le informazioni che propone qui sopra Vincenzo sono ulteriormente inquietanti, al di là della situazione assolutamente drammatica di Cormo. Se le informazioni sono corrette è evidente la totale ininfluenza della cooperazione reggiana di fronte agli equilibri regionali e nazionali. Se le informazioni sono esatte la Cormo, di fronte alla crisi drammatica, viene sacrificata di più rispetto alle altre aziende cooperative del settore interessate alla unificazione. Emerge poi, ancora una volta, che il riciclo di dirigenti politici in ruoli cooperativi, ai massimi livelli, per ragioni di equilibri politici del PD modenese più che per le qualità manageriali si paga molto caro. Era necessario mettere Sitta, uscito malamente dalla giunta comunale di Modena, a capo di aziende in profonda sofferenza a causa della crisi generale dell’edilizia, e in particolare di quelle del settore? Io dico di no e nonostante abbia grande rispetto per le carriere politiche non credo che nel terzo millennio ci si possa riciclare con leggerezza e inventarsi manager che operano mercato globale da discreto assessore di comune. Ormai la frittata è fatta e ancora una volta bisogna cercare di limitare i danni. Auspichiamo che tuttii ritardari, gli interventisti del dopo come i sindacati, sappiano fare fronte comune per limitare i danni. Il fatto che il 5 luglio 2014 si sia inaugurato lo show room di Cormo, e un anno dopo si parla di chiusura dell’azienda, dice molto più di tanti dibattiti generali sulla qualità dei dirigenti cooperativi.
nicola
10/07/2015 alle 18:36
Intanto volevamo ringraziarla sig. Gasparini del suo articolo, ci gratifica che almeno alcune realtà locali giornalistiche commentino il tragico destino del ns Stabilimento di San Martino in Rio, le posso assicurare in quanto operaio dello stabilimento interessato che il post lasciato precedente al mio dal mio collega di reparto e nettamente esatto purtroppo per noi, e credo che si ad arrivato il momento che chi sa inizi a parlare perché purtroppo ci sono altrettante manovre losche messe in atto dal dirigente Sitta e company
paolo
10/07/2015 alle 18:16
Intanto volevamo ringraziarla Sig. Gilberto Gasparini per l’attenzione che sta ponendo a questo drammatico evento che si sta abbattendo sulla realtà Reggiana
Spero che i ns politici di Reggio Emilia non lascino che quei signori della Regione e del PD non lascino prendere il sopravvento ad una situazione così drammatica per le ns realtà
Cmq i signori di Reggio Emilia sappiano sin da ora che se Sam Martino in Rio chiuderà saremo tutti i giorni a protestare ( per ora civilmente) sotto le loro sedi , sotto i loro partiti, leghe di Reggio e chissà che non ci ritrovino anche sotto le loro case , perché fono ad oggi siamo stati zitti ad aspettare ma ora basta e questo ve lo conferma un operaio di San Martino in Rio
vincenzo
10/07/2015 alle 18:39
Sig.Gilberto se può interessare Lunedi 13/07 si faccia un giro nello stabilimento di San Martino in Rio nella tarda mattinata, e vedra’ che quanto scritto da me corrisponde all’inizio di una triste realta’
Non ce la possono fare
11/07/2015 alle 06:49
Chi ha avuto la sfortuna di conoscere i presidenti “padri padrone” delle cooperative di cui si parla conosce bene la loro incompetenza e incapacità , ma non solo “uomini” soli al comando circondati da un manipolo di ruffiani che per “quattro favori ” garantiscono la maggioranza nei cda , cda dove l’ignoranza degli amministratori e la compiacenza degli organi di controllo ( quasi sempre uomini delle leghe provinciali ) la fanno da padrone. Presidenti autoritari , arroganti , aggressivi. Ma soprattutto incapaci ed auto referenzianti che hanno guidato per interminabili periodi cercando di utilizzare la ” paura” il “terrore” con il chiaro messaggio manifestato da atteggiamenti quotidiani che comunicava : ” qui comando solo io” . E mi riferisco non solo a sitta ma anche a salardi , mazzoni, simoni e gadda ( indico appositamente i nomi in minuscolo perché considero queste persone , umanamente molto “piccolo” ). Presidenti che le uniche virtù che richiedevano ai propri soci erano l’obbedienza e la sottomissione. Presidenti che utilizzavano ad arte il seguente principio : io mi occupo di te …. Ma tu fai quello che dico io , principio non troppo nobile e tipico di ben altre realtà ( e poi parlano dei valori della cooperazione ) . Io dico che è giunto il momento che queste persone ( principali responsabili dei fallimenti industriali ) si facciano velocemente da parte , ma non solo e’ giunto il momento che I SOCI DELLE COOPERATIVE ( TANTI DEI QUALI VERRANNO LICENZIATI DALLE PROCEDURE FALLIMENTARI ) INIZINO A FARSI SENTIRE NON SOLO CON MANIFESTAZIONI ( CHE VANNO COMUNQUE FATTE ) MA RIVOLGENDOSI ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA PER DENUNCIARE I PRESIDENTI PER MALA GESTIO PERCHÉ QUESTA E CIÒ CHE È SUCCESSO. Altri lo hanno già fatto ( gira voce che 52 soci di una coop di IMOLA …… abbiano denunciato il presidente , anche se questa coop e’ già ripartita …. Potete immaginare di chi sto parlando . Forza soci “incazzati” …. Presentiamo il conto delle responsabilità a chi le ha.
Rino Birichino
12/07/2015 alle 01:07
Non dimenticatevi colleghi cooperatori che siete soci dell’impresa in cui lavorate e quindi avete deciso voi chi dovessero essere i vs. rappresentanti in consiglio di amministrazione. Se all’interno della vs. cooperativa, nel corso degli anni aveste studiato meglio i conti ed i piani industriali, cercando tra di voi chi potesse rappresentarvi meglio in seno al c.d.a. senza rimanere spettatori, forse adesso non sareste arrivati a questa situazione, al paradosso che Voi, responsabili quanto loro, cercate di addossare tutte le colpe agli stessi che avete eletto.
Badate bene, ve lo dice uno che ha commesso lo stesso vs. errore in altra storica cooperativa.
Se a San martino avete qualcuno con le palle da un punto di vista commerciale, se avete ancora un mercato, fondate una nuova cooperativa tra di voi ed affittate il ramo di azienda di Cormo, con poche centinaia di migliaia di euro potete ripartire da soli, non lasciate che questa operazione la facciano altri a spese vostre.
Gian Luigi
29/07/2015 alle 11:29
Condivido pienamente la prima parte del messaggio di Rino sulle responsabilità dei soci, ma mi dissocio pienamente sull’invito a cercare di formare una nuova coop, il mercato è saturo, sarebbe un suicidio, bisogna solo tentare di inserirsi pro quota in un progetto di integrazione totale.
Resta comunque il fatto che il sacrificio in posti di lavoro sarà inevitabile, la soluzione tutti o parte mi vede di consigliare parte.
Liliana bini
17/07/2015 alle 17:58
vergognatevi bastardi lasciate a casa gente che non sanno come fare andare avanti con figli mutui da pagare poi prendete i profughi vergogna vergogna ladri bastardi