18/6/2015 – Sabato 20 Giugno alla Volpara di Vetto sarà rievocata una delle pagine più oscure della guerra partigiana: l’assassinio del capitano medico della Rsi Pietro Azzolini, prelevato da un commando partigiano la notte del 20 giugno 1944 e ammazzato in un bosco a colpi di vanga. Azzolini, come attestano le testimonianze raccolte dallo storico Sandro Spreafico, era intervenuto per salvare dei villaggi dalla furia dei nazisti della divisione Goering – che perpetrarono fra l’altro la strage di Cervarolo- ed era amico oltre che collega di Pasquale Marconi, comandante dei partigiani cattolici. Fu il primo a portare da Reggio dei soccorsi alle famiglie dopo le stragi e le distruzioni di Cervarolo e di Civago.
Nondimeno fu preso a tradimento e ammazzato senza processo dai partigiani comunisti: un delitto molto probabilmente deciso a tavolino per togliere di mezzo un testimone scomodo. Secondo un’informativa dell’esercito ritrovata non molto tempo fa all’Archivio di Stato di Reggio dallo storico Luca Tadolini, Azzolini aveva riconosciuto tra i partigiani il capitano d’artiglieria Riccardo Cocconi, specialista del doppio gioco cospirativo, che ai monti era diventato il comandante Miro e la cui identità doveva essere protetta a tutti i costi.
Cocconi, secondo il memoriale conservato ancora oggi in cassaforte dallo storico della guerra civile Paolo Pisanò, avrebbe partecipato alla pianificazione dell’arresto dei fratelli Cervi nel novembre 1943 in qualità di “reggente” del fascio di Campegine; ma segretamente era già entrato nei Gap.
Comunque andarono le cose, i comunisti nel giugno 1944 fecero fuori Azzolini, nonostante le benemerenze conquistate sul campo, anche tra i partigiani, per la sua umanità e per l’amore nutrito verso la gente di montagna; poi si avventarono sulla sorella Marianna, che riuscì a scampare alla condanna a morte solo per l’intervento di Marconi o altri esponenti cattolici della Resistenza, comunque a prezzo di sofferenze inenarrabili che la segnarono per tutta la vita. Va detto che l’assassinio del tenente medico provocò anche la rimozione di alcuni personaggi di vertice dei garibaldini, ma senza fare giustizia. Sul caso fu imposto il silenzio, anzi anche di recente si è assistito a tentativi piuttosto vergognosi di infangare la memoria di Azzolini.
Questa storia, che si inquadra nel momento in cui i comunisti muovono alla conquista dell’egemonia nella guerra partigiana, nell’appennino reggiano, in Lunigiana come nel genovesato (e ci riusciranno); una storia che gronda sangue, onore da una parte e disonore dall’altra, è dunque al centro della commemorazione di sabato promossa dall’associazione culturale Pietro e Marianna Azzolini: l’appuntamento è alle 14,45 alla Volpara di Vetto, sul luogo dell’eccidio dove la famiglia a fatto erigere una croce commemorativa.
“Allora tenente medico della Gnr di Reggio Emilia, si era distinto nel portare i primi aiuti alle popolazioni di Civago e Cervarolo dopo la terribile rappresaglia tedesca e la fuga dei partigian -i rievoca lo storico Luca Tadolini del centro studi Italia – Azzolini si era anche adoperato per evitare la rappresaglia a Riparotonda, Monteorsaro (dove i partigiani avevano fucilato 6 prigioneri italiani e tedeschi) e Cerrè Sologno, dove si era svolto il primo scontro tra partigiani e italo tedeschi. Dopo il Marzo 1944, Azzolini era divenuto Capitano medico, e nonostante lo svincolamento fascista dai comuni della montagna, era rimasto vicino alle proprie popolazioni dove prestava cure mediche a tutti senza pregiudizi politici. Il corpo verrà ritrovato solo dopo l’estate”.
Dopo la commemorazione alle 16,45 nella Sala Polivalente di Vetto verrà presentato il libro “Calvario Rosso. Marianna Azzolini. Una violenza partigiana”, il romanzo storico in cui la scrittrice e ricercatrice Elena Bianchini Braglia ha ricostruito la storia terribile quanto emblematica della sorella di Pietro, una donna bellissima quanto colta e ardita, violentata per mesi e mesi in un carcere partigiano. L’autrice nel parlerà con Luca Tadolini in un incontro moderato dalla giornalista Roberta Iotti.
(p.l.g.)
Umberto
18/06/2015 alle 21:05
Onore al dott. Pietro Azzolini! Persona Per Bene ! Con P maiuscola e B maiuscola !