Montagna: verso le 10 mila firme per il punto nascita. Iniziativa di Pagliani: “No al taglio, unificare le aziende sanitarie”

Salviamo le Cicogne logo15/6/2015 – Continua la mobilitazione nella montagna reggiana contro la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale S. Anna di Castelnovo Monti, che costringerebbe le gestanti a percorrere, in ambulanza o in elicottero, anche 70 chilometri per partorire in una struttura ospedaliera.

Il movimento Salviamo le Cicogne, nato poco più di un mese fa, sta raccogliendo migliaia di firme in tutti i centri dell’appennino reggiano: si contano oggi più di cinquanta punti di raccolta, con l’obiettivo di raggiungere le diecimila firme. Anche una parte del mondo politico si batte contro la chiusura del punto nascita, e fra i più attivi c’è il capogruppo di Forza Italia in Comune a Reggio e in Provincia, Giuseppe Pagliani, che ha assunto già diverse iniziative al riguardo. Ora ha presentato un ordine del giorno da discutere in provincia, in cui indica una strada alternativa per realizzare i risparmi chiesti dalla regione: accelerare le fusioni tra le aziende sanitarie dell’Arcispedale Santa Maria Nuova e dell’Asl di Reggio Emilia, realizzando immediatamente importanti economie di scala.

“E’ necessario che gli enti locali si pronuncino senza tentennamenti in questa direzione – afferma Pagliani -Il punto nascita del Sant’Anna è assolutamente indispensabile per la nostra montagna, eliminarlo significherebbe  condannare un intero territorio alla marginalità anche dal punto di vista socio sanitario. A parole tutti vogliono lo sviluppo della montagna, ma nei fatti la Regione va in direzione diametralmente opposta. Gli amministratori reggiani devono trovare il coraggio di rifiutare questa logica, anche andando contro i loro compagni di partito”.

Reggio Emilia, 15 Giugno 2015

GRUPPO CONSILIARE TERRE REGGIANE

ORDINE DEL GIORNO

Al Presidente della Provincia Dott. Manghi

 Premesso che:

nell’anno 2008 insieme al collega consigliere provinciale Francesco Benaglia proponemmo per primi con un apposito Ordine del Giorno l’incorporazione delle due aziende sanitarie locali reggiane ASL e Arcispedale Santa Maria Nuova

 Considerato che:

è più che mai utile velocizzare questo percorso di unione al fine di realizzare risparmi ed economie di scala che permettono di contenere i costi della sanità nel nostro intero territorio provinciale mantenendo inalterati i servizi

 Visto che:

è sempre più importante creare dei risparmi che consentano di mantenere adeguata l’attuale offerta sanitaria territoriale

 Dato che:

da mesi è manifesta la possibile chiusura del punto nascite di Castelnovo nè Monti

 Appurato che:

il punto nascite dell’Ospedale S.Anna rappresenta un irrinunciabile servizio sanitario fornito alle famiglie dell’intero appennino reggiano e che tale reparto può continuare a svolgere la propria funzione a Castelnovo né Monti come punto nascite decentrato dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia in attesa del completamento dell’iter di fusione tra le due aziende sanitarie reggiane

 

 SI IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA MANGHI ED IL CONSIGLIO PROVINCIALE AL FINE DI:

 

1)    Ridurre i tempi di fusione tra le due aziende sanitarie locali in modo tale da poter operare con una unica azienda entro la metà dell’anno 2016

 2)    Intervenire presso la Regione Emilia Romagna per mantenere in vita, senza riduzione o chiusura dell’attività del reparto di ostetricia dell’Ospedale S.Anna di Castelnovo né Monti, servizio irrinunciabile per il territorio montano reggiano

 GIUSEPPE PAGLIANI Capogruppo Terre Reggiane

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Una risposta a 1

  1. Alessandro Raniero Davoli Rispondi

    16/06/2015 alle 18:00

    Dott. Nicolini, si ricorda di quando l’ho contattata, gennaio 2011, per sollecitare la consegna di documenti amministrativi dell’AUSL? Per verificare una possibile truffa imponente attuata da alcuni medici di base in tre distretti sanitari, tra i quali quello di Castelnovo Monti, comune ove ricoprivo la carica di capogruppo consiliare?
    Lei mi ha rispose: “consigliere Davoli, non ho nessun problema a fornirli, io sono per la massima trasparenza”. Poi il giorno seguente mi telefona lei, per dirmi: “Davoli, io rischio la querela da parte dell’Ordine dei Medici Provinciale”, che mi ha “minacciato e diffidato”, e quindi, con rammarico, “non posso” consegnarle i documenti richiesti (un diritto sancito dalla legge 7 agosto 1990, n. 241 sulla trasparenza), e poi … mi assicurò che comunque era in corso un’indagine interna, da lei sostenuta.
    Lei, dott. Nicolini se ne è poi lavato le mani? Non è perché uno dei medici, già attivo nella Margherita e poi nel PD, consigliere di un importante fondazione cittadina, è un intoccabile con molte protezioni politiche e non solo?
    In ogni caso mi pare che la probabile “truffa”, di cui vi è traccia in documenti AUSL, testimoniata da personale addetto ai controlli amministrativi, sia “svanita” nel nulla, tutto passato in cavalleria.
    Di contro quest’anno 2015, si ipotizza la chiusura del reparto maternità che serve tutta la nostra montagna, 43.000 cittadini circa … (per risparmiare sulle scarse risorse ?)
    E’ mia convinta opinione che non si voglia colpire i truffatori che hanno sottratto denaro pubblico, (probabilmente 3 milioni di euro in 10 anni), e invece si decida di tagliare su servizi essenziali, per i quali i cittadini pagano … Tipica storia italiana, non crede?

    La invito a replicare pubblicamente, dott. Nicolini, chiamiamola “operazione onestà e trasparenza”.

    La nostra comunità montanara ne ha estrema necessità.
    Saluti,
    Alessandro Raniero Davoli

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