Già tre mesi di ritardo per i reperti romani, “ma il cantiere non è fermo”. La Giunta annaspa nella “palude” del Park Vittoria.
7/6/2015 – Park Vittoria, tutto va ben madama la marchesa. “Il cantiere non è fermo, sono in atto lavori di approfondimento degli scavi archeologici”. Non vi è pericolo per la salute pubblica, e nemmeno gli alberi sono in pericolo. La piscina paludosa? “Si tratta d’ infiltrazioni naturali, dovute al normale ripristino del livello di falda-lente d’acqua”.

La “piscina” verdastra nello scavo del park Vittoria .Ma ora è “nerastra”
La Giunta comunale di Reggio Emilia, dopo aver clamorosamente disertato la commissione consiliare dedicata alla situazione di stallo del cantiere dei box sotterranei in piazza della Vittoria, ieri pomeriggio – nell’ora di massima insolazione della giornata festiva – si è fatta viva con una lunga nota di precisazioni, evidentemente preoccupata delle reazioni seguite al dibattito di venerdì pomeriggio.
La Giunta, con la mano competente dell’architetto Magnani responsabile del progetto, ha messo in bella copia quello che nella sostanza era emerso nella commissione presieduta da Scarpino.
Il risultato è che, stringi stringi, l’amministrazione conferma di non saper che pesci prendere in una situazione oggettivamente molto complicata, caratterizzata al momento da tre mesi di ritardo a causa del ritrovamento di meravigliosi pavimenti di epoca imperiale romana, e dal fatto che l’acqua non potrà essere rimossa e la struttura non potrà essere impermeabilizzata sino a quando i reperti archeologici non saranno tolti dal sito con un’operazione delicata e presumibilmente lunga. Nessun cenno infatti al ritardo, rivelato del resto in Commissione dalle funzionarie comunali, e nessuna previsione. Nessun cenno ad analisi batteriologiche sull’acqua risalita in superficioattrasverso in fontanazzo aperto dallo scavo. L’imbarazzo, checchè se ne dica, regna sovrano. Ma ecco il testo della nota domenicale.
PARK VITTORIA, IL COMUNICATO DELLA GIUNTA COMUNALE
“Prima di entrare nel merito delle questioni tecniche inerenti il cantiere di piazza della Vittoria, si ribadisce che vi è sempre stata da parte dell’Amministrazione comunale trasparenza e volontà di informare puntualmente la collettività sullo stato di avanzamento del progetto e dei lavori, sia attraverso il Consiglio comunale che attraverso i mezzi di informazione.
Lo testimoniano la partecipazione alle numerose Commissioni consiliari convocate al riguardo e la massima disponibilità nella risposta alle interrogazioni e interpellanze rivolte dai singoli consiglieri comunali; oltre alla partecipazione ad eventi pubblici convocati da gruppi di cittadini e/o da enti, soggetti e associazioni coinvolti a vario titolo, nonché la pubblicazione – in una apposita sezione del sito istituzionale del Comune aperta a tutti i cittadini – dei principali documenti tecnici ed amministrativi che riguardano l’intervento.
I LIVELLI DI FALDA E IL PARCHEGGIO – Come riportano gli elaborati di progetto forniti in più di una occasione ai consiglieri comunali e ai soggetti interessati e come più volte sottolineato, il parcheggio in funzione non sarà dotato di nessun tipo di impianto meccanico o struttura atta alla soluzione di problematiche idrauliche in quanto il volume del manufatto (un parallelepipedo che ha la base a circa 7,5 metri di profondità rispetto all’attuale pavimentazione) non interferisce direttamente con la falda freatica, che si trova a circa 20 metri nel sottosuolo di piazza della Vittoria, e non provoca particolari modifiche allo stato dell’acquifero più superficiale fatto da lenti o falde minori che, al termine dei lavori, si accumuleranno e scorreranno con andamento altimetrico e stagionale variabile ai lati e al di sotto dello stesso manufatto.
In sostanza, quando le opere di costruzione del “parallelepipedo” saranno terminate con il completamento degli scavi delle attuali aree archeologiche, la realizzazione della platea di fondazione (base) e le impermeabilizzazioni, non si svilupperanno significative interferenze con le acque presenti sia nell’acquifero più superficiale (che ad oggi si articola tra la profondità di circa meno 8.50 e meno 15.50 in parte alimentato da una falda debolmente in pressione che scorre lentamente alla quota di circa meno 5,70) e sia nell’acquifero profondo in pressione.
Questa precisazione è utile per ribadire che l’acqua presente ad oggi nello scavo è l’acqua normalmente presente nei terreni di queste zone, che emerge abitualmente nei lavori di cantiere.
In piazza della Vittoria, dunque, si tratta di infiltrazioni naturali, dovute semplicemente al normale ripristino del livello di falda-lente d’acqua.
Ogni qual volta si esegua uno scavo al di sotto del livello corrente, infatti, il vuoto creato dallo scavo viene gradualmente riempito nuovamente dall’acqua, fino a ripristinare il livello uniforme presente nel terreno circostante. Nel caso specifico, essendo stati realizzati dei diaframmi intorno allo scavo, che costituiscono una barriera non impermeabile tra il terreno esterno allo scavo e lo scavo stesso, il ripristino, all’interno della cavità, del livello di falda esterno è avvenuto lentamente, per poi stabilizzarsi. Di fatto è stato ristabilito l’equilibrio naturale della falda, in modo tale da non generare scompensi nei livelli della stessa in questa fase di lavorazione.
I LAVORI E LA RIMOZIONE DELL’ACQUA – L’acqua attualmente presente non viene rimossa, poiché la sua rimozione non determinerebbe altro che ulteriore richiamo dall’esterno di acqua di falda. L’aspirazione dell’acqua per lo svuotamento dello scavo deve essere limitata al periodo strettamente necessario all’esecuzione delle lavorazioni di costruzione delle strutture di fondo, che realizzeranno una vasca impermeabile in grado di mantenere l’interno del parcheggio perfettamente asciutto pur con la presenza all’esterno dell’acqua di falda stabilizzata al suo naturale livello.
Togliere l’acqua in questo momento dalla zona di cantiere non sarebbe servito a nulla, in quanto l’acqua filtrerebbe di nuovo dall’area attigua oggetto degli scavi archeologici: in quest’ultima area non è ovviamente possibile intervenire ora con operazioni di impermeabilizzazione.
Per questa ragione si è deciso di concentrare le operazioni di pompaggio dell’acqua in un’unica fase al termine delle operazioni di scavo archeologico.
SALUTE PUBBLICA – Non vi è alcun pregiudizio per la salute pubblica, in quanto l’acqua presente nello scavo è soltanto acqua proveniente dal sottosuolo. Le lavorazioni fino ad ora svolte nel cantiere sono costituite da sbancamenti e realizzazioni di opere in conglomerato cementizio o acciaio (diaframmi, pali, travi). Nessuna di queste lavorazioni può costituire potenziale agente di contaminazione delle acque. I tecnici di cantiere che monitorano in continuo lo stato altimetrico dell’acqua avranno successivamente il compito di produrre tutta la documentazione scientifica ed amministrativa per ottenere l’autorizzazione allo scarico dell’acqua in fognatura.
ATTIVITÀ DI CANTIERE: ARCHEOLOGIA E ALBERI – Il cantiere non è fermo, sono in atto i lavori di approfondimento degli scavi archeologici. Ad oggi la società risulta in attesa dell’autorizzazione alla rimozione dei pavimenti di epoca romana e delle indicazioni da parte della Sovrintendenza, per la completa definizione delle modalità di rimozione delle stesse pavimentazioni. Al riguardo si precisa che il cantiere dispone da tempo di tutte le autorizzazioni preventive all’intervento, autorizzazioni che testimoniano la compatibilità dell’opera rispetto alle preesistenze archeologiche, e che ad oggi è in attesa solo delle autorizzazioni relative alla rimozione (con le specifiche tecniche d’intervento) e valorizzazione dei reperti.
La situazione attuale non porta alcun pregiudizio al naturale approvvigionamento idrico delle essenze arboree presenti nel parco del Popolo. Approvvigionamento che, al contrario, potrebbe essere alterato da una prolungata aspirazione di acqua con conseguente potenziale abbassamento del normale livello della falda”.
caterina
08/06/2015 alle 08:41
Consiglio al sindaco di darsi alla pesca del pesce palla.
Fausto Poli Taneto
08/06/2015 alle 09:24
Quella specie di Sindaco di Reggio Emilia gia’ gioca a tennis con Del Rio a Canali/Albinea. figuriamoci cosa gliene frega della palude, formatasi durante le pioggie dei mesi scorsi. Class Action ? Bisogna chiamare i forconi, e fare le ronde. Bella politica ladra.
Fausto Poli Taneto
08/06/2015 alle 14:18
Park Vittoria: Se il mondo è una merda… io sarò il suo cesso!! Sembra questo essere il leit motiv di un’opera lasciata nel dimenticatoio.